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Poltronette

L'anno della bestia

A chi piacciono i cani? A chi piacciono i test? A chi piace il cinema? A tutti, per Dio. Quindi leggete subito questo post.

Il 2012 non è stato soltanto l'anno della catastrofe di cui porteremo per sempre i segni: è stato anche l'anno della riconsacrazione dei cani al cinema. Non che, sia chiaro, ce ne sia mai stata carenza; quattro anni fa ho visto adulti piangere di fronte a Owen Wilson che piangeva pensando a un Labrador e alla propria vita, e mio fratello ha di recente ammesso che solo Amour è riuscito a farlo struggere quanto Hachiko.

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Eppure, nel 2012 il cinema è seriamente sottostato a un surplus di cani di piccola taglia, se ne è fatto dominare, e per rivincita li ha utilizzati come contrasto ironico: quanto è più piacevole montare un film se puoi utilizzare buffi inserti di faccette di cane per prolungare l'azione? A quanto pare, molto. Queste sono le premesse doverose per dire che il 2012 è stato e sarà sempre, in assoluto, il mio anno preferito del cinema, e anche l'anno in cui, in sala, ho disturbato un gran numero di persone producendo versetti gutturali.

Per vivacizzare un tema già di per sé vivace, ecco un test di VICE per scoprire che cane cinematografico del 2012 siete. È molto più semplice di un test ordinario, infatti il profilo della vostra personalità verrà tracciato solamente in base al fotogramma di cane che sceglierete.

PROFILO A: Siete un Volpino di Pomerania, per di più in un film brutto; Jason Reitman, il regista di Young Adult, ha scelto una star canina non professionista perché (parole sue): "È l'unico cane che, per predisposizione genetica, sorride sempre. Ho pensato sarebbe stato buffo se, di fronte a Charlize che lo trattava così male, tutto ciò che il cane potesse fare fosse sorridere." Complimenti per l'eradicante forza empatica, eh, Jason Reitman. Ogni film ha il cane che si merita, e questo è un film scritto da Diablo Cody, la sceneggiatrice di Juno che ho difeso per la prima e l'ultima volta qui. Se vi può consolare, in ogni caso, il film tratta i propri personaggi esattamente come tratta i cani: disprezzati, ridicolizzati, quasi mai raggiunti dalla compassione (del pubblico o di chi il film l'ha scritto). Se avete riso durante Young Adult è perché, per predisposizione genetica, avete il rigor mortis alla bocca.

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PROFILO B: Siete due carlini in Candidato a sorpresa; siete trattati con amore da Zach Galifianakis finché il suo responsabile di campagna non vi sostituisce con due cani di grossa taglia; ricomparirete nel corso dei film per sporadici primi piani buffi. Siete probabilmente una delle cose più divertenti di una estenuante ora e 25 di film, e non è che siate proprio divertentissimi. Uno dei candidati alle prossime elezioni politiche ha deciso di prendere spunto dal film.

PROFILO C: Che a Martin McDonagh piacessero le cose di piccola taglia si sapeva dai tempi di In Bruges; che qui abbia scelto un cane Shih Tzu è esclusivamente dovuto al fatto che voleva dilettarsi nel sentire i propri attori pronunciare la parola “shih tzu” per scatenare il comico (mai accaduto in 120 anni di storia del cinema?). Se avete scelto il profilo C, probabilmente avete visto e apprezzato la sua sfacciataggine kaufmaniana, ingiustamente preferendola a In Bruges o giustamente non preferendola a In Bruges. Oppure volevate sedervi sul torace di Colin Farrell. Nel secondo caso, fuori di qui, ora.

PROFILO D: Smurf sembrerebbe essere un Jack Russell e ha vinto la prestigiosa Palme Dog a Cannes (non è una battuta) intrepretando due ruoli in Sightseers. A questo link potete vedere lo sguardo di Ben Wheatley, il regista, che non sembra troppo soddisfatto del premio perché, benché si sia fatto notare per la sua ironia nera e il suo realismo assurdo, ci tiene a essere preso sul serio. Non ce lo si aspetterebbe, perché il film è sobrio e trattenuto, eppure il numero dei buffi inserti di faccette di cane è uno dei più alti in questa selezione di film.

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PROFILO E: Comparite per un minuto circa, e siete l'unico contrappunto comico, magari involontario, di The Woman in Black. Mangiate a tavola con gli altri.

PROFILO F: Scotty è un Border Terrier che incontriamo, all'inizio di Ruby Sparks, mentre il padrone lo invita a fare la cacca. Il cane, secondo sceneggiatura, deve essere uno degli unici forti legami affettivi di un famoso scrittore vagamente sociopatico che vive in uno stato di semi-isolamento. Ottima, quindi, la scelta di un cane all'apparenza di razza indefinita, colto nell'atto di fare la cacca quasi senza pedigree. Non per divagare, ma Ruby Sparks, peraltro, è una delle sorprese dell'anno, vittima di un marketing impietoso. La grafica della locandina e "Dai registi di Little Miss Sunshine" erano elementi sufficienti a decretare il fallimento del film, nonché l'Apocalisse Maya della Morte delle Erezioni, eppure, vai un po' a vedere, Ruby Sparks è scritto in maniera intelligente e misurata e distrugge a colpi di badile il concetto di Manic Pixie Dream Girl. E lo fa con uno dei cani meno intenzionali e cinematografici del 2012.

PROFILO G: Woola è un cane di grossa taglia, non esiste nella realtà, ed è l'elemento Pixar di un film che non è piaciuto a nessuno (John Carter) diretto dal regista di Wall-E (Andrew Stanton). Woola piace così tanto che dovrebbe irritare. Dovrebbe essere una presenza fastidiosa, non quanto lo scoiattolo de L'era glaciale ma almeno quanto il cane di Up; e invece Woola è sempre benigno; non rischia mai la vita né di deviare la trama, c'è e non ce ne preoccupiamo, salvo quando fa una cosa tenera; è fedele, è brutto anche secondo le pagine Internet che lo dovrebbero lodare, ha sei gambe.

Settimana scorsa: 

Il 2013, o "Cosa si può trascurare davanti a un film bello"