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reportage

Weekend lungo in Bulgaria

Cosa ho trovato ad attendermi nella nazione più povera dell'Unione Europea.

Giovedì

Ho sognato di essere in una situazione impossibile in cui il suicidio sembra l’unica opzione. Non a causa di un pericolo fisico, come l’11 settembre, quando la gente saltava da altezze chiaramente fatali per non bruciare viva, o per una malattia incurabile, ma perché il fantasma di un impoverimento estremo, permanente, mi appariva in sogno come una certezza. Nel sogno non provavo forti emozioni né qualche esitazione nel farmi fuori, e mi sono svegliato chiedendomi quale fosse il modo più veloce e facile di tirare le cuoia. Ero talmente sorpreso di non dovermi togliere la vita che mi ci sono voluti diversi minuti per considerare che, quando volevo veramente suicidarmi, non ho mai trovato il modo giusto per farlo—The Final Exit raccomandava una combinazione di bombole di elio, barbiturici, lacci di gomma per uso industriale e sacchetti di plastica da lavanderia, e mi ero spinto fino a comprare delle bombolette di elio, di quelle usate per gonfiare palloncini alle feste per bambini. Non riuscivo a capire come avrei fatto a mettermi i lacci di gomma intorno al collo per bloccare i sacchetti di plastica dopo aver aperto la valvola dell’elio, visto che avrei dovuto prima rendermi incosciente coi barbiturici—sono davvero poco portato per i lavori manuali, quindi ho deciso di entrare in analisi.

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Credo sia naturale fare un sogno simile a Sofia, in Bulgaria. Ogni notte per 36 notti ci sono state manifestazioni di massa nella piazza davanti agli uffici del Governo, inizialmente piccole e via via sempre più grandi, fino a contare dalle 50 alle 70.000 persone. Marciano lungo Zar Osvoboditel, si fermano davanti all’Assemblea Nazionale, aumentano di numero in Piazza Battenberg, superano la Banca Nazionale Bulgara, Piazza Alexander Nevsky e il Teatro Nazionale, per un totale di tre chilometri circa fino al punto centrale di Borisova Gradina, l’enorme parco pieno in egual misura di giostre per bambini, caffè e ristoranti per adulti e strade senza uscita per la sodomia all’aria aperta—una protesta incredibilmente vasta, ma niente di nuovo per la Bulgaria, dove manifestazioni simili hanno spesso costretto i governi in carica ad andare a casa e indire nuove elezioni.

L’attuale ondata di sollevazioni è in realtà iniziata a gennaio, scatenata da un’impennata dei prezzi dei servizi e dei beni, con l'immolazione di un disoccupato, padre di cinque figli, a Radnewo, seguito da un fabbro disoccupato che si è dato fuoco davanti al palazzo presidenziale a Sofia. Da allora ci sono stati altri quattro suicidi, uno dei quali ha spinto il sindaco di Varna a dimettersi—chissà se Bloomberg si dimetterebbe se qualcuno si desse fuoco, magari insieme a un paio di quelle mostruose Citibike e una maxi bolletta delle spese, davanti a Gracie Mansion? (oops! Dimenticavo—il sindaco di New York non vive a Gracie Mansion, non la considera abbastanza grande.) Le prime proteste hanno fatto cadere il governo di centro-destra, ma il neoeletto governo socialista è altrettanto malvisto, quale ennesimo gruppetto di rimasugli comunisti legato alla crème del crimine organizzato nazionale, TIM. Nel frattempo Plamen Goranow, l'attivista di 36 anni che si è dato fuoco davanti alla sede del comune di Varna a marzo, ed è diventato un eroe popolare. (Nell’ambulanza, Gornaw ha detto a un paramedico che non aveva intenzione di uccidersi, solo di darsi fuoco per un po’. Ah, be’.)

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TIM è l’acronimo delle iniziali dei tre capoccia, Tihomir Ivanov Mitev, Ivo Kamenov Georgiev e Marin Velikov Mitev: una mafia piuttosto tradizionale, di stampo oligarchico, formata da ex capi comunisti e dai loro compagni affaristi, che controllano 120 aziende, gestite da esattamente 12 individui. La gang ha iniziato con gioco d’azzardo, prostituzione, droga, furti d’auto e traffico di esseri umani e da allora si è espansa anche nel campo delle imprese “legali” con l’aiuto di soci ben posizionati nel governo. Ora possiede Chemo-More, il giornale più diffuso a Varna, due stazioni televisive nazionali, la radio nazionale Alpha Radio, oltre a una catena di ristoranti, cinema, club sportivi e startup; controlla anche gran parte dell’agricoltura bulgara, magazzini del grano, allevamenti di pollame, e la vineria più grossa del paese. Ha appena preso il controllo della Banca Cooperativa Centrale e della compagnia assicurativa ARMEETS. La TIM non è l’unica associazione di criminalità organizzata immanicata con il governo bulgaro, solo la più grande. Al momento sta costruendo alberghi enormi e complessi per l'intrattenimento a Varna, sul Mar Nero, essendosi assicurata la proprietà di gran parte della costa, che legalmente appartiene al fondo nazionale bulgaro.

La Bulgaria è il paese più povero dell’Unione Europea. I giornalisti che seguono le proteste dicono che a meno che il governo cada e ci sia un vero cambiamento del sistema, almeno metà dei manifestanti sotto i 30 anni lascerà il paese, visto che qui non hanno un futuro. I manifestanti sono incredibilmente eterogenei, vecchi, giovani e di mezz'età, coppie sposate con carrozzine, hippy e punk e il signore e la signora Normalità, molti accompagnati dai loro cani (a Sofia sembra che tutti abbiano un cane), tutti che scendono in strada fino a che l’orizzonte non è interamente oscurato dai corpi. Nessuna di queste persone sembra particolarmente povera e tutti ci tengono a dirmi che le proteste non hanno solo motivazioni economiche, ma sono anche contro la corruzione e il controllo sociale. I poveri non vanno in giro per il centro di Sofia.

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Mi piacerebbe che anche i cittadini di altri stati potessero costringere il proprio governo a dimettersi. A parte questo, credo di essere d’accordo con chi ha detto che la non-violenza è una tattica, non una filosofia.

Sabato

A pranzo c’era uno scarafaggio nella mia limonata.

Tutti i film non bulgari in televisione sono doppiati da una voce maschile graffiante e baritonale che parla sopra gli attori. Non so se questa voce stia recitando dialoghi tradotti o, come nei primi cinema muti giapponesi, stia spiegando l’azione sullo schermo. L’effetto è estremamente snervante, perché sospetto che qualsiasi cosa questa voce spiacevole stia dicendo, stia in qualche modo storcendo la vera trama del film, rendendolo “più bulgaro” o, chissà, “meno bulgaro”, secondo i suoi capricci, o quelli dei direttori di rete.

Domenica

Un uomo dall’aspetto molto triste, alto, magro, con una leggera barba nera come una riga pensante di matita lungo la mascella, che indossa una maglietta “I (cuore) Paris”.

Lunedì

Stefan—ti prego di venire in albergo alle 6-6:30 in Alabin 67 vicino a Vitosha per favore non scoparti nessun altro questo pomeriggio voglio scrivermi in faccia il tuo nome con la tua sborra (non il tuo patronimico, solo il tuo nome).

Inviato dal mio iPhone

Martedì

Parto domani per Bucarest. Sto provando a finire Tutto Scorre di Vasily Grossman prima di andare, così posso lasciare il libro a qualcuno—non che pesi molto in valigia. Questo è quello che dice uno dei personaggi: “Non c’è evoluzione. C’è una sola semplice legge, la legge della conservazione della violenza. La violenza è eterna, non importa cosa si faccia per distruggerla. Non sparisce, né diminuisce; può solo cambiare forma. Può essere rappresentata dalla schiavitù, o dall’invasione mongola. Vaga da continente a continente. A volte prende la forma della lotta di classe, a volte della lotta razziale. Dalla sfera del materiale, scivola nella religiosità, come nel Medioevo. A volte è diretta contro le persone di colore, a volte contro scrittori e artisti, ma, tutto sommato, la quantità totale di violenza sulla Terra rimane costante.”

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