FYI.

This story is over 5 years old.

guide

La guida di VICE alla bestemmia

La guida che vi salverà dalle fiamme dell'inferno, o che vi ci farà finire dentro in tempo record.
bestemmia

La bestemmia è il più antico ed efficace stratagemma retorico per apparire ancora oggi extravaganti. Nel registro informale se ne fa ormai un uso disinvolto, e per alcuni proprio per questo più odioso, ma siamo ancora lontani anni luce da quello che accade fuori dall'Italia. D’altronde è quasi inutile fare paragoni: come disse il signor Delio Cantimori (uno dei massimi esperti sul tema) nel tentativo di spiegare a un collega americano le particolarità eretiche del nostro Paese, per gli italiani "la parola 'religione' equivale non a 'cristianesimo' ma a 'frequenza alle cerimonie cattoliche'"; ovvero, in termini più attuali, bestemmiare è una pratica diffusa non in quanto offesa al divino in sé, ma a tutti i precetti collegati alla religione che andrebbero rispettati nella vita vera. In questo senso, la bestemmia è qualcosa di quintessenzialmente italiano e solo qui, con così tanta fermezza, ancora divide e scatena polemiche.

Pubblicità

Considerata la scarsità di saggi attuali sulla blasfemia, abbiamo deciso di proporre a tutti i lettori, avendo cura anche dei più sensibili alle sofferenze di Cristo, il nostro prontuario, senza mai bestemmiare esplicitamente neanche una volta, perché l’insegnamento più importante di Nostro Signore è di avere sempre rispetto del prossimo e di non fare agli altri quello che bla bla perché sennò gli apostoli bla bla bla bla.

LA GENESI

Superata la ridicola e ormai datata tesi che vuole la nascita della prima bestemmia quando Dio privò Adamo della costola—e accertata la più completa inutilità di una ricerca storica di questo tipo—incominciamo il nostro studio sulla blasfemia dalla premessa tanto inconfutabile quanto vaga che la bestemmia nasce subito dopo il Signore, ad opera di un uomo che all’ennesimo dito al culo che la vita gli ficcò, attribuì a Dio quel che non si conviene, inventando così il primo divertissement della storia.

Da questa premessa specifichiamo due tipologie di bestemmia: “di detto” e “di fatto”. Se proprio non vedete l’ora di inimicarvi il Supremo fatelo “di detto”, a parole, che a differenza di quelle “di fatto”, one shot one hell, non vi spedirà all’inferno senza indugiare oltre. La blasfemia a parole è la più usata in Occidente, anche tra quei bestemmiatori-non-convintissimi che tremano ancora all’idea del “metti che c’è”.

PAROLACCIA VS BESTEMMIA

Nel turpiloquio di tutti i giorni abbiamo un’infinita gamma di termini volgari che potremmo racchiudere in due grossi insiemi: la parolaccia e la bestemmia. La domanda che dobbiamo porci è: “Perché a un certo punto le parolacce non bastano più?”
Tralasciamo per un attimo le minoranze bestemmiatrici che lo fanno per noia o per strappare risate e applausi, e prendiamo una cavia X, ateo o credente, l’importante è che fino a quel momento non abbia mai bestemmiato. Mettiamo X in un profondo mare di merda Y, dove non si tocca, del tutto inatteso e immeritato. Aspettiamo qualche minuto.
È possibile che X a un certo punto perda la pazienza e richiami l’attenzione di Dio. Questo non sarà un semplice sfottò, ma una vera e propria illuminazione da parte di X: piuttosto che avere ancor a che a fare con la provvidenza di quel pasticcione di Dio, preferisce la dannazione eterna.
Una volta scomodato Iddio, molto probabilmente il peccatore X non tornerà più indietro, e le parolacce faranno parte del suo passato. X ha assaporato il gusto dell’eternità, ha preso posto al terzo anello dell’inferno e si è messo a gufare il Padre Nostro.

Pubblicità

CHI BESTEMMIA

Provare a categorizzare i bestemmiatori è un'impresa davvero ardua, per il semplice fatto che bisognerebbe mettersi ad analizzare circa metà della popolazione italiana. Noi, con le dovute approssimazioni, ci proveremo lo stesso: Chi lo fa per tradizione
In alcune zone, bestemmiare è lo step successivo alla prima biciclettata senza le rotelle. In altre parole, la bestemmia fa parte del proprio DNA, e data la regolarità e la naturalezza con la quale viene pronunciata perde in un certo senso la sua carica offensiva. È una sorta di riflesso automatico, un istinto primordiale: bestemmiare è un modo per sentirsi parte di una comunità. Chi ci crede
Per gli atei insultare Dio non è più grave di prendersela con un oggetto inanimato o una prostituta, in quanto Dio, semplicemente, non esiste. Per loro la bestemmia è una parolaccia come un'altra, per i più convinti addirittura un modo, magari fin troppo esplicito, di professare la propria fede nella mancanza di fede. Chi lo fa per sentirsi grande
Parliamo ovviamente di adolescenti. In questo caso, bestemmiare è un po' come fumare sigarette o farsi le canne, un modo per dimostrare agli altri di non essere più dei bambocci e venire accettati dai "più fighi". Alcuni di loro, presa l’abitudine, faranno fatica a perderla una volta cresciuti. Per continuare il paragone con le sigarette, una volta che si comincia a bestemmiare duro, smadonnare usando le vecchie parolacce non avrà più lo stesso sapore, un po' come il caffè senza sigaretta per quelli che cercano di smettere. Chi lo fa per dare un tono
La bestemmia può essere usata per dare un tono a parole e discorsi che altrimenti non l'avrebbero, e che quindi mancano di catturare l'attenzione dell'interlocutore. A farne uso in questo modo sono bestemmiatori convinti ma moderati, capaci, in altre parole, di valutare l'appropriatezza di un tale linguaggio in maniera più o meno esatta a seconda delle situazioni.

Pubblicità

Chi lo fa per offendere/provocare

La principale argomentazione degli anti-blasfemia (credenti o meno che siano) è che la bestemmia, anche se reputata innocua da chi ne fa uso, offende chi ci crede o chi è particolarmente attento ai sentimenti altrui. Raramente, però, chi bestemmia lo fa con lo specifico intento di offendere (usando appunto una bestemmia piuttosto che una parolaccia), e in un certo senso sarebbe bene che il partito "anti" tenesse sempre a mente questo concetto. Così facendo, loro stessi ne risulterebbero meno offesi.

QUANDO/DOVE FARLO E NON FARLO

Non esistono luoghi dove è assolutamente vietato bestemmiare: l’importante è non farsi sentire proprio da tutti, ecco. Evitate di bestemmiare davanti alle guardie, ai Papi, a Brosio, alle donne che amano i cani, alle vecchie coi rosari e da Fazio a Che tempo che fa.

Evitate inoltre la blasfemia ai primi appuntamenti. Non sapete ancora chi avete davanti. Evitate il bestemmione a cena, ma soprattutto durante l’eiaculazione al termine della serata. Generalmente, alla bestemmia segue sempre uno “sburooo!” di dubbia eleganza; non il massimo per un secondo appuntamento.

DONNE E BESTEMMIA

Perché l’uomo può bestemmiare tutti i cazzo di giorni ed essere sempre e comunque un grande, mentre la donna, se lo fa anche solo una volta, è immediatamente una puttana di Satana? A tutti sarà capitato di incontrare una bestemmiatrice e commuoversi nel constatare quanto ancora la nostra società debba maturare prima di poter accettare questa “blasfemia in gonnella”.

Pubblicità

Davanti all’ennesima emancipazione femminile, noi uomini ancora ci tormentiamo: da una parte non possiamo certo arrestare il moto di ribellione di queste sublimi sboccacciate, ma dall’altra non c’è modo di autoconvincersi che una donna che tira giù i santi, perché ad esempio si è messa male lo smalto, sia sexy.

Quello che possiamo fare per il loro bene è fingere. Far credere che quella smadonnata di poco prima ci ha arrapato e spronarle a non arrendersi mai, perché le loro figlie (quelle che ringraziando la madonna non saranno mai anche le nostre) meritano un mondo diverso.

CLASSICI E NUOVE TENDENZE

Porco, cane, boia, infame, ladro, sporco, canaglia, povero, storto, bastardo così come troia, bestia, puttana, maiala, cagna, laida, serpente, vacca. Gli epiteti appena elencati, che si accompagnano prima o dopo il nome della divinità tirata in causa, sono l'ABC, la base di quella che è diventata una sorta di disciplina, un esercizio di stile e creatività che ha portato a uno stadio successivo—balena, barbone, malato, scroto, koala, piscio, sborra, castrato, pupazzo, ano, schiavo, guardia—e che continua gradualmente a evolversi, con una tendenza a sfociare nel non-sense più o meno totale—Paperoga, lampredotto, casalinga disperata, Pacciani, sfasciacarrozze, Flinstones, carbonella, scatenato/a di notte, cacciavite, telegrafo, Estathè, solo per citarne alcune.

Non si può stabilire l'efficacia di una tipologia di bestemmia piuttosto che di un'altra in termini assoluti, tutto cambia a seconda della situazione e delle persone che si hanno davanti. È chiaro che avere una conoscenza articolata delle variabili aiuterà a destreggiarsi negli ambienti più variegati, facendo sì che nessuno, né voi né i vostri interlocutori, si trovi mai a disagio.

Pubblicità

LA BESTEMMIA A TRADIMENTO

È un raro tipo di bestemmia, ma tra i più fastidiosi per i credenti. Quando questi si apprestano dopo la preghiera della sera al confortevole rifugio della lettura, può capitare che con nonchalance (una delle armi preferite del demonio) leggano mentalmente, o ancora peggio ad alta voce, un bel bestemmione inaspettato. E a quel punto come glielo si dice a Dio che così non vale, cazzo?

GLI AMBASSADORS

Sono tanti, tantissimi i personaggi più o meno noti che hanno contribuito al diffondersi della bestemmia sulle frequenze radio e, soprattutto, TV nazionali. Basta fare un paio di ricerche, la lista è praticamente infinita. Gira voce che agli ultimi casting del Grande Fratello ci fosse una selezione apposita per scegliere il coglione di turno che si sarebbe poi fatto cacciare dopo aver bestemmiato. Oltre a questi episodi però, più o meno occasionali, ci sono personaggi che hanno fatto la storia della blasfemia in Italia, il cui nome è diventato esso stesso una bestemmia; tra questi vogliamo rendere omaggio ad alcuni di loro in particolare: parliamo delle TRE M, quelle di Mastelloni (il primo ad essere stato radiato dalla tele per aver bestemmiato), Magnotta (il più avvelenato) e Mosconi (il king). Per loro, c’è (e ci sarà) un posto di riguardo in Paradiso.

LA LEGGE ITALIANA E LA BESTEMMIA

La prima legge italiana sulla blasfemia, dopo la brutta pagina dell’Inquisizione romana, risale agli anni Trenta del Novecento e puniva la bestemmia come reato penale. L'articolo in questione, il 724 del Codice Penale, disciplinava solo l'offesa alla religione cattolica, mentre dal 1995, la situazione è peggiorata migliorata: se prima si doveva rispettare il proprio Dio, ma si potevano bestemmiare a rotta di collo quelli delle altre religioni, dopo alcune impercettibili ma sostanziali modifiche alla legge, anche gli altri Dei si sono ritrovati il culo parato. La "svolta" è poi arrivata nel 1999, quando la bestemmia è stata finalmente depenalizzata, pur rimanendo un illecito sanzionabile con multa "da euro 51 a euro 309".

Pubblicità

Curiosità: se gli Dei non li devi toccare, della Madonna e dei Santi puoi fare quello che ti pare, non sono divinità loro! Che te possino caricatte Dio, a te non te la si fa mai, eh?

INTERNET, O IL FUTURO DELLA BESTEMMIA

Come gran parte delle tematiche che erano e sono tuttora considerate (scusate il termine) tabù, anche la bestemmia ha trovato terreno florido su internet. Quel limbo tra persona reale ed entità internettiana è la via di mezzo ideale per chi vuole sfogarsi con il Divino ma non lo farebbe mai a voce, davanti ad altre persone fisiche. Basta una semplice ricerca su twitter per capire come il Signore venga tirato in mezzo con una certa leggerezza, mentre su facebook ci sono svariate pagine a sostegno dei bestemmiatori—Confraternita dei Frati bestemmianti, Club della bestemmia, Radio Bestemmia 66.6, per citarne alcune—che non hanno mancato di attirare l'attenzione e lo sdegno della controparte cattolica online. Come si legge in questa notizia di un anno fa (di Leggo.it, ma questa volta ci fidiamo) il blog Pontifex si era rivolto allo staff di facebook e della polizia postale, chiedendo "l'immediato oscuramento" dei gruppi di propaganda della bestemmia. L'articolo si concludeva con un "siamo certi—dicono al blog e quotidiano cattolico—che la Polizia postale e lo staff di Facebook interverranno con solerzia." Si vede che in Paradiso, trovandosi troppo in su, il wi-fi non prende bene come all'inferno.

Pubblicità

LA PREGHIERA AL CONTRARIO

Alcuni dei cattolici più convinti sostengono questa strana e interessante tesi, ovvero che la bestemmia sia una preghiera al contrario. Quando si tira giù una madonna o un santo davanti a loro li vedi che cambiano colore, socchiudono gli occhi e balbettano: “Lo sai che… lo sai c-che tu facendo così sei più cattolico di me? Eh? La bestemmia è una preghiera al contrario! Al contrario, sì! È una richiesta di aiuto a Dio, è… è… è una preghiera!”

E sembrano non comprendere che in fondo, il motivo per cui si bestemmia e si bestemmierà sempre, non è Dio, né al dritto né al rovescio: il motivo vero è lo spettacolo impareggiabile delle loro cazzate.

Segui Lorenzo e Matteo su Twitter: @sexypeople e @stai_zitta

Leggi anche:

La guida di VICE all'università italiana

La guida di VICE al vino di merda