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10 domande a...

10 domande che hai sempre voluto fare a un medico legale

Abbiamo fatto qualche domanda a un vero “dottore della morte.”
Immagine via Wikimedia Commons.

Siamo tutti destinati a morire, prima o poi—e il meglio che la maggior parte di noi può sperare è che ciò accada nel sonno e a una veneranda età. Nessuno vuole finire su un tavolo mortuario nello studio di un medico legale, perché se finisci lì vuol dire che qualcosa è andato terribilmente storto.

Eppure, nonostante gli infiniti casi di cronaca nera, le serie TV ispirate a storie vere (Steven Avery vi ricorda niente?), e i vari CSI, Law & Order  e Dr. House, nessuno sa di preciso cosa faccia un medico legale.

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Per capire com'è aprire cadaveri per portarsi a casa lo stipendio ho fatto due chiacchiere con il Dottor William Clark di East Baton Rouge, in Louisiana. Il Dott. Clarke è un coroner [una figura presente nei paesi anglosassoni, che a differenza del medico legale si occupa solo di casi penali e che compie sopralluoghi giudiziari e talvolta anche autopsie. Dato che nel caso specifico del Dott. Clarke le sue mansioni sono soprattutto mediche, nel pezzo si è utilizzato il termine medico legale].

VICE: Qual è la cosa più raccapricciante che ha visto sul suo tavolo mortuario?
Dott. Clark: Come immaginerai, è la domanda che mi sento fare più spesso da quando faccio questo lavoro. Non saprei dire qual è la cosa più orrenda in assoluto perché ho a che fare tutti i giorni con la morte. Mi occupo di tutto quello che non è morte naturale, cioè omicidi, incidenti o sucidi; a volte la causa del decesso è sconosciuta. Solitamente si tratta di persone giovani, a differenza di chi muore d'infarto, vecchiaia o cose simili. Non credo di aver mai detto "questa è la cosa più orrenda che abbia mai visto" perché per me ogni morte prematura è orrenda allo stesso modo.

Sia sincero. Tra colleghi non scherzate mai sui brutti tatuaggi che ha il cadavere, sulla misura dei suoi organi genitali o cose così?
No, nel modo più assoluto. Tutto sta nel trattare il cadavere con rispetto. Il mio lavoro consiste nel mettere insieme i diversi pezzi del puzzle per capire cosa sia successo, basandomi sugli indizi lasciati sul corpo, e l'indagine verte ovviamente su casi di natura criminale.

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Ogni tanto pranza anche lei nell'obitorio, come si vede nelle serie TV? Non sembra molto igienico e potrebbe contaminare le prove.
L'obitorio è un laboratorio scientifico, quindi chi ci lavora deve attenersi al protocollo. Così come un chirurgo non mangia un panino mentre ti rimuove l'appendice, io non mangio sul tavolo mortuario.

Cosa succede agli organi che rimuovete? Li donate?
Solitamente, dopo aver rimosso gli organi, procediamo a un esame esterno. Ogni tanto preleviamo dei campioni per ulteriori esami istologici, li mettiamo sotto un vetrino e li osserviamo al microscopio. Quando questi due esami sono terminati, rimettiamo gli organi nel corpo e lo mandiamo all'agenzia funebre, che è incaricata di procedere alla cremazione, imbalsamazione o sepoltura del defunto.

Quanto alle donazioni, valgono solo nel caso dei tessitui, e soltanto se le organizzazioni competenti ne sono al corrente e se la famiglia (o il defunto, se si era espresso sul tema prima di morire) è d'accordo.

Cosa sbagliano, e cosa no, film e serie TV quando girano una scena all'obitorio?
Ci sono un sacco di falsità in giro, com'è normale che sia. Siamo nel sud della Louisiana, e il nostro stato, dopo la California e Hollywood, è famoso per le sue produzioni filmiche, quindi c'è un sacco di gente che viene da me a chiedermi di poter usare l'obitorio dopo l'orario di chiusura come set. Solitamente gli faccio qualche domanda sul tipo di scena che vorrebbero girare, e la descrizione che me ne fanno è sempre molto simile e completamente irreale.

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Vogliono sempre girare delle scene commoventi in cui un parente viene portato nell'obitorio per identificare il corpo del defunto, che sarà ovviamente lentamente svelato togliendo il lenzuolo bianco che lo copre. Nella realtà il medico legale ha a disposizione tutta una serie di tecnologie moderne per il riconoscimento e l'identificazione del cadavere. Non c'è ragione per sottoporre i familiari a un trauma simile.

Inoltre, prima della cerimonia funebre il cadavere viene preparato e truccato per sembrare addormentato. Il corpo che vede chi lavora in un laboratorio forense invece non è stato "abbellito," non è ciò che ci si aspetterebbe di vedere e non c'è assolutamente alcun bisogno di obbligare la famiglia a vedere un proprio caro in queste condizioni.

Un'altra differenza è la velocità con cui accadono le cose in televisione: viene commesso un crimine e chi di dovere va sulla scena del crimine, poi c'è la pubblicità e quando ricomincia hanno già praticamente preso il colpevole.

Ci sono anche dei lati positivi: la produzione spesso e volentieri vuole confrontarsi sugli aspetti scientifici con un esperto. Solitamente vengono a fare due chiacchiere con me prima di iniziare le riprese, in fase di scrittura della sceneggiatura. Io spiego loro cosa è finto e cosa è reale nelle produzioni hollywoodiane, poi mi guardo il programma e noto con piacere che hanno seguito i miei consigli.

È insensibile alla violenza, dopo aver visto così tanti cadaveri?
Non penso che sia davvero possibile diventare insensibili. Se fai la stessa cosa ogni giorno ti ci abitui, ma non diventi insensibile. È un termine troppo forte.

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Qual è la cosa più assurda che ha trovato nello stomaco o nelle cavità di un cadavere?
Non è che abbia rimosso molte cose, figurarsi cose strane o assurde.

Quale parte del suo lavoro è stata più difficile da digerire all'inizio?
È difficile da dire, ho avuto a che fare con eventi traumatici per tutta la mia carriera, poi sono diventato coroner. Non è che sia così diverso.

La sua professione ha influenzato la sua idea della morte?
L'ha resa più riconoscibile. Comunque, sono più preoccupato per la morte della mia famiglia che per la mia. Ogni volta che i miei investigatori vanno sulla scena di un incidente, io sono in ufficio e so che i miei familiari sono a scuola o al lavoro, allora penso dio, speriamo che non sia uno di loro o qualcuno che conosco. Quando succede è come se ricevessi un pugno allo stomaco. Subito dopo chiamo la mia famiglia: "ciao, dove siete? Siete a casa? Ok, bene. A dopo!"

C'è dell'ironia nell'imparare a dare un vero valore alla vita quando sai che la morte può sorprenderti da un momento all'altro. È totalmente imprevedibile.

C'è qualcosa che non vuole assolutamente che succeda al suo cadavere?
Be', spero di vivere ancora a lungo, così come lo spero per tutte le persone che conosco.

Quando sarò morto, non saprò né mi interesserà quello che succede al mio corpo.