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Vice Blog

BREVE STORIA DELLA VIOLENZA SPORTIVA

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Il 2011 sarà ricordato come l'anno in cui chiunque, dai manifestanti della Primavera Araba ai membri del proletariato londinese, ha deciso che, in fin dei conti, la violenza è un'ottima risposta. Ovviamente questo spirito del "Fanculo, ora gli spacco la faccia" non ha risparmiato lo sport.

Tutto è iniziato con un'innocente partita di basket in Cina, trasformatasi in qualcosa di simile a una guerra tra razze. Il giorno successivo è stata la volta della scazzottata tra tifosi durante una partita di football a Baltimora, seguita, il giorno dopo ancora, dai due uomini impallinati in un parcheggio al termine dell'incontro tra Raiders e 49ers. Ecco dunque perché ho deciso di esplorare il mondo della violenza sportiva (calcio escluso, perché altrimenti non la finirei più) e di fare un confronto con illustri precedenti storici.

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LA GUERRA HOYA-SINO
In un tour in giro per la Cina, la squadra di basket della Georgetown ha affrontato in amichevole diversi team professionisti locali—ebbene sì, pare esistano. Anche lì. Giovedì 18 agosto, nell'incontro con una squadra di soldati cinesi, l'arbitraggio un po' di parte e qualche sgambetto in eccesso sono sfociati in una rissa a colpi di seggiolini che ricorda il finale di Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Inutili i tentativi dei giocatori americani di reagire, considerata la lieve disparità numerica.
Grado di violenza: 5.5. A guardare i video su YouTube sembra una cosa folle, ma alla fine nessuno si è fatto male.

DISCO DEMOLITION NIGHT
Non è facile riuscire a seguire una partita di baseball se una delle squadre è piuttosto scarsa—in fondo, chi mai sarebbe disposto a stare seduto in tribuna mentre un branco di incapaci si cimenta in uno sport di per sé già noioso?! Nel 1979 i White Sox erano quel tipo di squadra, e i PR del team, da veri geni, decisero di organizzare un evento nel corso del quale gli spettatori avrebbero potuto portare vecchi dischi per farli saltare in aria nel center field. Un'idea meravigliosa, se non per il fatto che dopo, su quello stesso terreno, si sarebbe dovuta disputare una partita di baseball. L'iniziativa fu di grande richiamo, ma ancora prima che la festa avesse inizio la gente prese a lanciarsi addosso bottiglie di whisky e ad usare frammenti di vinile come frisbee. Lo stadio venne distrutto, e l'unica ragione per cui nessuno si fece male fu che erano tutti troppo fatti per darsele sul serio.
Grado di violenza: 4.8. La maggior parte dei racconti di chi c'era fa sembrare la cosa un party fantastico sfuggito di mano, più che una situazione realmente pericolosa.

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A TUTTA BIRRA
Oggi Cleveland non è esattamente la patria del divertimento, e negli anni Settanta non andava di certo meglio. La città era conosciuta per tre cose: un fiume talmente inquinato che riusciva a prendere fuoco, una grave depressione economica e un pugno di patetiche squadre. Basta ricordare la volta in cui gli Indians cercarono di risollevare il morale del pubblico vendendo birra a dieci centesimi. Purtroppo, a Cleveland, folla è quasi sempre sinonimo di rissa. All'inizio fu divertente vedere la gente ubriaca correre seminuda per il campo lanciando bicchieri e petardi in direzione dei giocatori. Ma l'atmosfera festosa si spense presto, e i Texas Rangers dovettero usare le proprie mazze per difendersi dai sostenitori della squadra di casa.
Grado di violenza: 7.2. Gli scontri armati sono roba seria, anche quando tra i litiganti c'è un tipo come Billy Martin.

LA RIVOLTA PRO-RICHARD
Maurice Richard giocava nei Montreal Canadiens, ed era davvero bravo. Le sue origini francesi, negli anni Cinquanta, lo rendevano tuttavia una facile preda, e a volte era difficile per lui trattenersi. Fu in una di queste occasioni—era il 1955—che Richard colpì arbitro e avversario con la mazza da hockey. Il gesto, apparentemente contro le regole, gli costò un'espulsione da parte del presidente della National Hockey League, Clarence Campbell, che così facendo si guadagnò la disapprovazione dei tifosi. Avvistatolo alla partita, questi gli scagliarono contro verdura e uova marce, scatenando una rivolta che si propagò nelle strade. Tra macchine distrutte ed edicole date alle fiamme si contarono 37 feriti e 100 arrestati. Vi chiedevate l'origine dello stereotipo dei "canadesi popolo educato", no? Eccola.
Grado di violenza: 8.3. Bonus per devastazione scatenata da un ragazzo cacciatosi nei guai per aver picchiato uno.

LA SOMMOSSA DI NIKA
Al giorno d'oggi, la gente dà prova dell'attaccamento alla squadra del cuore indossando maglioni imbarazzanti e vomitando sui bambini. In epoca romana, invece, gli sport—e le corse dei carri in particolare—erano affar serio. Spesso i tifosi davano vita a vere e proprie associazioni, alcune delle quali talmente influenti da sconfinare nella politica e nella criminalità. Nel 532, le due fazioni più potenti di Costantinopoli, gli Azzurri e i Verdi, si coalizzarono per far evadere alcuni prigionieri, dando il via a una sommossa. Deciso a porre freno alle devastazioni, l'imperatore Giustiniano ordinò il rilascio dei detenuti e l'aumento delle corse dei carri. Il provvedimento non ebbe tuttavia successo, e i rivoltosi, messa a ferro e fuoco la città, iniziarono a invocare la deposizione di Giustiniano. La rivolta si concluse quando l'esercitò riuscì a circondare l'arena e ad uccidere i ribelli, lasciandosi alle spalle circa 30.000 vittime.
Grado di violenza: 176.9. Cristo, sta a vedere che i tifosi dei Raiders non sono poi così cattivi.

HARRY CHEADLE