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La città di Persico, il bambino tossico

Parliamo del posto in cui sono state inventate tutte quelle robe carucce come il gas mostarda, il gas nervino sarin, il lewisite, e lo storico amico di tutti, il cianuro.

Dzerzhinsk è a 400 chilometri ad est di Mosca. L'aspettativa media di vita della città è 40 anni. Gli ambientalisti non sanno se sia a causa dei giganteschi impianti industriali mal controllati che diffondono scarti nel terreno, nell'aria e nell'acqua o se invece sia legato al fatto che la città è stata il centro dell'industria sovietica di armi chimiche. Questo è il posto in cui sono state inventate tutte quelle robe carucce come il gas mostarda, il gas nervino sarin, il lewisite, e lo storico amico di tutti, il cianuro. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Dmitry Levashov, che vive a Dzerzhinsk ed è parecchio coraggioso riguardo a queste cose.

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VICE: Allora, vivi in una delle città più fottutamente compromesse a livello ambientale. Qual è la situazione?
Dmitry Levashov: La situazione, per quanto riguarda d'inquinamento, non è cambiata dalla metà degli anni Novanta, quando l'industria è collassata. Nel 1995 l'unica discarica della regione è stata chiusa. E così, tra il 1995 e il 2005, quando ne è stata aperta una nuova, tutte le fabbriche di Dzerzinsk “si cagavano letteralmente addosso”, dicevano divertiti alcuni funzionari ecologici. Tutti i rifiuti chimici vengono depositati in vecchi magazzini o in fattorie fatiscenti, oppure vengono direttamente bruciati sul terreno. Anche l'apertura della nuova discarica non ha risolto il problema, perché è sempre più economico scaricare i rifiuti in modo irregolare.

E così la tua città cresce su un cimitero chimico? Dal punto di vista sanitario, in che modo colpisce l'inquinamento sugli abitanti della città?
I problemi di salute causati dall'inquinamento sono malattie respiratorie, malattie cardiovascolari e gastrointestinali.

Sembra magnifico. Dimmi qualcosa di più.
La contaminazione dell'acqua è cominciata già negli anni Venti e Trenta. La contaminazione del terreno è sicuramente un altro fattore; l'inquinamento peggiora con i rifiuti tossici che provengono dagli impianti industriali. L'inquinamento dell'aria è costante, ma solo ogni tanto puzza.

Immagino. Ci racconti qualcosa dei materiali chimici che provocano queste malattie?
In città ci sono circa 50 discariche che traboccano di rifiuti chimici ed industriali. Per lo più gli scarti inquinano le falde acquifere sotterranee, quelle che usano gli abitanti dei villaggi vicini. Per esempio, in una cisterna situata a 50 metri di distanza dalla fabbrica Beloe More, l'acqua è salata perché sono trent'anni che i composti ricchi di cloro colano direttamente nella cisterna, da quando i residui tossici sono stati ricoperti col cemento.

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E voi bevete quella roba?
I pozzi d'acqua dei villaggi orientali hanno un'alta concentrazione di acido fenico. La mia famiglia ed io abbiamo sempre bevuto quell'acqua. Gli ispettori medici ci hanno trovato una gran quantità di agenti contaminanti diversi, ma durante il regime
sovietico, anche se questi episodi sono stati denunciati, non c'è mai stata nessuna conseguenza. Ovviamente, le persone che non vivono vicino alle discariche vengono meno colpite dalle malattie intestinali e cardiovascolari, rispetto a quelli che invece lavorano nelle
fabbriche e nelle discariche. I problemi respiratori sono causati soprattutto dallo smog che arriva dalle fabbriche del Mar Bianco o dagli impianti chimici lì vicino.

Qual è il collegamento con le armi chimiche?
Verso la fine degli anni Novanta, presso la fabbrica Kaprolaktam, producevano gas mostarda e il lewisite. Ho intervistato alcuni dei
sopravvissuti che lavoravano dei siti di produzione delle armi a Dzerzinsk. Uno di loro, I.B. Kotlyar, mi ha raccontato cose da far
accapponare la pelle. Mi ha detto che l'aria degli spazi lavorativi era inquinata dai fumi del gas mostarda. C'erano continue perdite—spesso pulite con segatura e poi sgasate con gesso al cloro. Non avevano maschere, grembiuli e stivali di gomma né guanti
per prevenire i gravi danni che potevano colpire la pelle, i polmoni e gli occhi. Ad ogni turno, gli operai venivano divisi in due gruppi; mentre uno lavorava l'altro veniva trattato.

E poi cosa succedeva?
Negli anni Cinquanta all'interno della fabbrica è stata costruita una fornace, per sbarazzarsi degli scarti di gas mostarda e lewisite. Questo ha innalzato enormemente, per tutti gli operai e gli abitanti che vivevano lì vicino, il rischio di ammalarsi di cancro. Un altro impianto industriale a Dzerzinsk era stato usato per la produzione di acido prussico o cianidrico. Ovviamente, lo smog presente nei paesi e nei villaggi limitrofi, prima e durante la Seconda Guerra Mondiale, era per lo più causato dalla contaminazione dell'acido prussico. Verso la fine degli anni Cinquanta anche l'acido fluoridrico è stato aggiunto alla lista degli inquinanti pericolosi.
L'altra fabbrica della regione produceva fosgene, un altro elemento altamente tossico. Tutti e quattro questi composti sono stati usati
per le armi chimiche. Qui venivano fabbricate armi chimiche e razzi, a volte con strumenti molto primitivi, come teiere.

Quant'era alto il rischio per gli altri, tutti i non operai?
Secondo i dati dei primi anni Sessanta, la concentrazione delle tossine nelle scuole locali era la stessa delle fabbriche. In quel periodo gli effetti dell'inquinamento sui bambini iniziò a farsi sempre più evidente—casi di malattie sanguigne e gravi cambiamenti del metabolismo, cose di questo tipo.

Sembra veramente una situazione di merda. Perché non te ne sei andato?
Perché dovrei andarmene? I miei bis-bisnonni hanno vissuto qui. Ci sono circa 40 miei parenti che vivono da queste parti. Mia moglie partorirà fra due mesi, e magari ci trasferiremo dopo aver avuto il bambino. Insegna ecologia, ed è quindi molto preoccupata. Io invece no; ho visto e sentito odori peggiori durante i miei viaggi nel Paese. Ci sono dei problemi, è ovvio—mi stanco facilmente e i miei polmoni sono un po' deboli. Abbiamo anche avuto anche dei problemi col concepimento, ma di questo me ne preoccuperò la prossima volta.

Oh mamma.