FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

Una giornata a Milano col finto Beckham

Ci sono poche notizie in grado di cambiarti in meglio una giornata, e scoprire che "Andy Harmer, il sosia ufficiale di David Beckham farà un bagno di folla in Piazza del Duomo alle 11:30 di mercoledì 11 giugno" è sicuramente una di queste.
Mattia Costioli
Milan, IT

Foto di Luca Massaro.

Ci sono poche notizie in grado di cambiarti in meglio una giornata, e scoprire che "Andy Harmer, il sosia ufficiale di David Beckham farà un bagno di folla in Piazza del Duomo alle 11:30 di mercoledì 11 giugno" è sicuramente una di queste. Andy era stato invitato per inaugurare il nuovo Vorwerk Point dedicato ai clienti Folletto e Bimby, e anche se personalmente non riesco a sopportare qualsiasi rumore che superi una certa soglia di decibel, ho capito che sarei dovuto andare.

Pubblicità

Purtroppo quando sono arrivato in Duomo non c'era traccia né del sosia di Beckham né della folla che avrebbe dovuto bagnarlo; ero un po' deluso e preoccupato, in più il sole stava già cominciando a sciogliermi. Ho iniziato subito a fare un giro di telefonate che, partendo dal numero verde del servizio clienti di Folletto, mi ha portato a parlare direttamente con la responsabile marketing dell'azienda. Mi ha rassicurato, spiegandomi che si trovava in macchina con il falso Beckham: l'aereo era atterrato un po' in ritardo e non sarebbero giunti a destinazione prima di quaranta minuti.

Ad un certo punto credevo mi avessero assunto, ma è stato per poco.

Mentre aspettavo il falso Beckham ho cercato di sondare l'umore della piazza per capire se ci fosse qualcuno, oltre a me, interessato al sosia di Beckham, o a Beckham. A dire il vero mi sarebbe bastato anche qualcuno interessato ai folletti. Ho incontrato due ragazzi coreani che stavano portando il loro spettacolo in giro per il mondo e avevano bisogno di una mano per pagarsi le prostitute necessarie a completare il viaggio. Mi hanno chiesto di fare una foto e io ho accettato volentieri. Gli ho chiesto se avessero scelto Piazza del Duomo per via dell'imminente arrivo del sosia di Beckham con l'idea di sfruttare il suo bagno di folla. Purtroppo soltanto uno dei due conosceva David Beckham, ma non aveva mai sentito parlare del suo sosia.

Pubblicità

Mi sono accorto di un signore con indosso una polo dell'Inghilterra; aveva l'aria di chi sta aspettando qualcuno, per cui mi sono avvicinato per rassicurarlo: il falso Beckham sarebbe stato lì a momenti, non c'era motivo di preoccuparsi.

Mi ha liquidato non appena ha visto la macchina fotografica, "Non voglio nessuna foto con nessun piccione." Naturalmente, questo è uno dei rischi che si corrono quando ci si avvicina a uno sconosciuto tenendo in mano una macchina fotografica, in una piazza piena di fotografi che vorrebbero ricoprirti di mangime per attirarti dei piccioni in testa, tutto con lo scopo di venderti una foto che immortali per sempre quell'orrendo istante di vita.

Comunque è servito a darmi un'ottima idea: ero sicuro che i fotografi della piazza avessero preparato qualche tipo di servizio speciale, una sorta di pacchetto scontato per una foto con piccioni + falso Beckham. Inutile dire che mi sbagliavo.

Senza Beckham.

Nonostante le rassicurazioni che avevo ricevuto dalla responsabile dell'evento, ormai cominciavo a dubitare che avrei mai incontrato il sosia di Beckham. In più tutti i miei tentativi di fomentare la piazza venivano continuamente frustrati dal disinteresse della gente.

Proprio nel momento di maggior disperazione e disidratazione, ho individuato un angolo della piazza in cui il numero di selfie per metro quadrato era decisamente più alto della media: Andy era arrivato. Incredibile a dirsi, ma nonostante tutta la fatica fatta per incontrarlo, non ero io la persona più entusiasta della sua presenza. Infatti un ragazzo ha individuato la chioma del falso Beckham da lontano e gli è corso incontro. Qua sotto potete vedere una foto della foto che si è fatto con quello che credeva essere il suo idolo.

Pubblicità

Non ci sono parole per descrivere la sua espressione quando gli ho rivelato che quello non era davvero Beckham.

Ho provato ad attirare l'attenzione della piazza facendo credere a chi incontravo che quello era il vero David Beckham, ma tutti si mangiavano la foglia dopo un primo sguardo. Nel frattempo Andy aveva già iniziato ad accusare il caldo, e più il suo ciuffo cedeva sotto i colpi dell'afa meneghina più il suo ruolo di sosia ufficiale diventava opinabile. Per ovviare al problema, il suo entourage ha deciso di iniziare la lunga passeggiata che l'avrebbe portato al Castello Sforzesco.

Ovviamente non ero l'unico a voler offrire una copertura mediatica all'evento, e Andy ogni tanto si fermava per fare qualche palleggio a favore di camera. Se devo essere completamente sincero, c'è  da dire che il livello della performance non era altissimo, ma vi sfido a fare qualcosa di meglio mentre indossate una maglia termica sotto il sole delle 13, in una piazza lontana almeno un paio di chilometri da qualsiasi forma di vita basata sulla fotosintesi clorofilliana.

Non so esattamente cosa significhi essere il padre dei figli di una delle Spice Girls, però sono abbastanza sicuro che non significhi andarsene in giro per la città facendo foto come un plebeo qualsiasi.

Ecco, forse questo è uno degli aspetti che avrei suggerito di migliorare, se ci fosse stato un questionario sul gradimento della performance del sosia di Beckahm. Credo che si sarebbe potuto ingannare qualche turista in più se Andy avesse saputo interpretare al meglio gli atteggiamenti di un calciatore che ha più fotografie sulla copertina di Men's Health che io nel mio profilo su Facebook.

Pubblicità

Certo, qualche tentativo c'è stato, ad esempio nella foto qua sopra potete vederlo mentre si cala nel personaggio e ignora il funzionamento di un semaforo rosso, rischiando di mettere fine alla sua carriera per colpa della 50 - Lorenteggio.

Poco prima di arrivare al Castello Sforzesco ho incontrato un signore vestito con la divisa ufficiale del Real Madrid. Stava fotografando la fontana di Craxi e rischiava di perdersi uno dei giocatori che hanno fatto la storia dei colori che stava indossando. Mi sono avvicinato e ho provato a spiegargli che, se voleva, poteva farsi una foto con Beckham. Lui mi ha risposto che "sì, certo che potete farmi una foto."

Quando finalmente ci siamo fermati ne ho approfittato per fare qualche domanda a Andy. Siccome sapevo che era stato scelto da Beckham come suo sosia ufficiale, dimostrando definitivamente che anche le superstar milionarie si vedono brutte, gli ho chiesto se i suoi servizi fossero richiesti—oltre che per film e pubblicità—anche per sbrigare le responsabilità coniugali.

Lui mi ha risposto che, se uno è interessato, la sua agenzia ha disposizione una sosia di Victoria. C'è anche un pacchetto che comprende i sosia dei figli. Mi ha spiegato che fare il sosia è il suo lavoro a tempo pieno, e che viene pagato molto bene.

Nonostante il mio cervello facesse fatica ad accettare l'idea che quest'uomo venisse pagato per la sua (presunta) somiglianza ad un calciatore, mi sono reso conto che c'era una nota di romanticismo nella sua dedizione a sembrare David Beckham: "Fa davvero caldo qui a Milano, ma non posso togliermi questa maglietta a maniche lunghe: ho dei tatuaggi che sono diversi da quelli di David e non ho potuto modificarli perché l'aereo era in ritardo; comunque lui in campo indossa quasi sempre una maglietta a maniche lunghe."

Pubblicità

Mentre l'evento stava per spostarsi in una zona più periferica per la vera e propria inaugurazione, il nostro piccolo corteo ha incrociato un paio di comitive di turisti appena scese dai loro pullman, di quelle che seguono l'ombrellino della guida come fosse la Stella Cometa: loro ci hanno creduto all'interpretazione di Andy, e gli hanno scattato centinaia di foto che, tra qualche anno, avranno esattamente lo stesso valore che avrebbero delle foto al vero Beckham che palleggia nel centro di Milano: nessuno.

Forse era questa la missione di Andy, la sua vocazione, al di là dei fini pubblicitari con cui viene ingaggiato: regalare  un ricordo a persone di cui non importa nulla né di lui, né di Beckham: "Ehi, ti ricordi quella volta che siamo stati a Milano e abbiamo visto David Beckham?" Immagino che qualcosa del genere potrebbe effettivamente accadere. L'incontro diventerà un post su qualche bacheca Facebook, qualcuno ci crederà e qualcuno verrà preso in giro per averci creduto. Andy fa questo: lascia un ricordo alle persone, un ricordo pronto a essere falsificato da chiunque abbia mai visto una vera fotografia di Beckham.

Mi piaceva questa idea e ho finito per ammirare Andy e il suo lavoro. Così l'ho premiato con un selfie, e magari tra qualche mese proverò a spacciare il mio ricordo taroccato a qualcuno.

A questo punto Andy/David se n'è andato a calciare "un rigore perfetto nella porta del nuovo Vorwerk Point a Milano." Io invece sono tornato a casa; in metropolitana ho telefonato a mio papà e gli ho raccontato che avevo appena fatto delle domande a David Beckham e ci eravamo fatti qualche selfie. Lui ovviamente non ci ha creduto, ma sentivo il rispetto degli altri passeggeri che confluiva nella mia direzione.

P.S. Alla fine sono finito anche nel video ufficiale dell'evento.

Segui Mattia su Twitter: @mattia_C