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Gare di allattamento e paranoia: dentro le chat Whatsapp delle neomamme

Ho passato un mese e mezzo in uno di quei gruppi, e ne sono uscita terrorizzata.

"Ho fatto una foto alle mie perdite questa mattina, hanno un colore strano, volete vederle?" È stato questo il messaggio che mi ha accolta all'ingresso nella chat Whatsapp del corso preparto. Avevo 28 anni, il mio secondo figlio nel pancione e nessuna intenzione di vedere quella foto o tutte le altre che di lì a poco avrebbero accompagnato le mie giornate.

Durante la prima gravidanza non avevo sentito il bisogno di partecipare a corsi o gruppi di supporto e guida, anche se ero abbastanza giovane, ma la seconda volta mi sentivo un po' fragile e ho deciso di provare. I corsi in sé sono utili—ti rassicuri, condividi le tue preoccupazioni e difficoltà con professioniste, e ti fanno dei meravigliosi massaggi alla colonna vertebrale con le palline da tennis. Tutto molto bello. Ma alla fine di una delle lezioni arriva lo scotto da pagare: ti si avvicina una delle mamme e ti chiede il numero per "inserirti nel gruppo."

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Io l'ho fatto, convinta che alla fine tutto si sarebbe risolto in comunicazioni di cambiamento degli orari del corso, auguri e foto dei bambini dopo i vari parti. Credevo che la seccatura peggiore potesse essere rappresentata da un futuro invito a una cena di gruppo che avrei potuto evitare con una scusa qualunque. Come anche chi non ha figli ma un account Facebook (o una connessione Internet) ha ormai avuto modo di vedere coi proprio occhi, non potevo essere più lontana dalla verità.

Ecco: le chat Whatsapp sono, in piccolo, e in maniera più diretta considerata la maggiore "intimità" del mezzo, quello che succede nei tanti gruppi e pagine Facebook delle cosiddette mamme allattine/pancine o molto semplicemente Mammeeeeeee, come si chiamava la chat del corso preparto di cui ho fatto parte.

Sostanzialmente, queste chat sono composte da 15-20 donne di età anche variabile, ma per lo più sui 35 anni e legate tra loro dalla comune frequentazione di corsi, asili, studi pediatrici o parchetti. Ogni chat ha le sue mamme-guida, donne di mezza età—magari alla 26esima gravidanza e con la foto profilo del figlio—che scrivono costantemente incentivando il dialogo ed elargendo pareri. Il tono è sempre quello della chioccia che tenta di prendere sotto l'ala protettrice una giovane neomamma e guidarla nelle trincee del parto e della maternità. Quello che fa in realtà, però, è semplicemente terrorizzarla a morte. E non solo con reperti fotografici delle proprie secrezioni, ma con allarmismi di ogni sorta.

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Giovane neomamma sprovveduta con scadenza-parto a dieci giorni: "Ho qualche dolorino persistente questa mattina… secondo voi che dovrei fare?"

Mamma oltranzista che ha creato il gruppo, con laurea in ostetricia presa all'Università della Vita: "CORRI IN OSPEDALE!!! STAI PER PARTORIRE!"

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Giovane neomamma sprovveduta con scadenza-parto a dieci giorni: "Questa mattina non ho ancora fatto pipì, è normale?"

Mamma oltranzista che ha creato il gruppo, con laurea in ostetricia presa all'Università della Vita: "CORRI IN OSPEDALE!!! STAI PER PARTORIRE!"

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Giovane neomamma sprovveduta con scadenza-parto a dieci giorni: "Ieri sera ho mangiato messicano e ora sto facendo delle puzzette intensissime… secondo voi sarà stato l'aglio nel guacamole?"

Mamma oltranzista che ha creato il gruppo, con laurea in ostetricia presa all'Università della Vita: "NON SI MANGIA MESSICANO IN GRAVIDANZA… E NELLA SALSA GUACAMOLE NON CI VA L'AGLIO.. COMUNQUE CORRI IN OSPEDALE!!! STAI PER PARTORIRE!"

In pratica, ogni volta che hai un piccolo dubbio e lo scrivi nel gruppo per avere riscontri, vieni ricoperta dalle peggiori ipotesi, e passi il resto della giornata al telefono con la tua ostetrica per farti rassicurare sul fatto che tu e tuo figlio non stiate per morire.

Una volta che tutte le donne in chat hanno partorito, è il turno dei dibattiti infiniti su come comportarsi con i propri figli. Quanto dormono, come fare a prendergli sonno, quanto mangiano, che tipo di latte prendono, come prevenire le coliche, come farli smettere di piangere, ecc ecc. Tutta la galassia di normalissime preoccupazioni di una neomamma viene presa di peso e analizzata passo passo dal foro competente del gruppo Whatsapp.

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Intervenivo raramente sulla chat, limitandomi più che altro a leggere tutte insieme le cose che scrivevano le altre, ma ricordo distintamente quella manciata di occasioni in cui mi sono esposta: una volta durante una conversazione sui ritmi di sonno dei neonati ho commesso l'errore di scrivere che mio figlio dormiva già cinque ore filate per notte, e che lo faceva nella sua culla. Dopo pochi secondi mi sono piovute addosso critiche di ogni tipo. Commenti su commenti con tutte le istruzioni su dove e come far dormire il proprio figlio, con link ad articoli presi da internet e storie di vita vissuta. "Cinque ore di fila sono troppe, poi al bambino vengono dei cali di zuccheri." "Devi svegliarlo e allattarlo." "Sarebbe meglio che lo tenessi vicino a te quando dorme: non soltanto per accorgerti di tutto quello che succede, ma anche perché questo favorisce l'attaccamento e lo tranquillizza." Tutte storie che il pediatra che mi seguiva, e la ginecologa o l'altra pediatra prima di lui, non avevano mai menzionato.

Questo tono da "la vera arte della madre la impari solo sul campo, al di là di quello che dice il medico" si riversa in qualsiasi argomento affrontato, e sfocia spesso in un pressapochismo sterile. Ogni madre crede che l'unico modo sano di crescere i figli sia quello che sta seguendo lei, perché ha letto, o visto, o ascoltato qualcosa che tu non sai. O perché ha avuto più figli di te. È un meccanismo che si può cogliere in qualsiasi sala d'aspetto di un pediatra facendo conversazione, ma in un gruppo Whatsapp interamente dedicato alla maternità come quello in cui sono finita io degenera senza limite, visto che i messaggi sono parte di un flusso continuo.

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Come capire se l'ostetrica o la ginecologa sono competenti ("io con quella mi sono trovata malissimo, guarda fossi in te la cambierei subito perché non ci capisce veramente niente. Quella da cui vado adesso ne parla malissimo"), quando dare l'aggiunta ("quello dà le coliche, questo fa puzzare i vestiti, ma soprattutto perché usi il latte artificiale che è solo fonte di guadagno per i pediatri"), quali sono le ultime sulla questione vaccini (con occasionali link presi dai peggiori siti di bufale): ogni questione diventa non soltanto ossessiva, ma competitiva.

E nel corso del mese e mezzo che ho passato nel gruppo è andata sempre peggio. Il punto di non ritorno è stato toccato quando una delle madri-chioccia ha deciso di esporre il suo metodo di allattamento prolungato—l'allattamento è un po' una competizione e tema fisso di queste chat, in cui si misura quanto sei discendente dal Sacro Femminino in base al livello produttivo dei tuoi dotti galattofori—con foto e testimonianze. La sua foto profilo la ritraeva mentre allattava contemporaneamente il neonato e il figlio più grande, di tre anni. Praticamente voleva allattare per sempre, fino a che i suoi seni non fossero spettati ai figli per usucapione.

Dopo una settimana di foto in cui sembrava che si fosse applicata i figli ai capezzoli come dei piercing, ho deciso di uscire dalla chat.

In definitiva, dopo questa esperienza, so che eviterò qualsiasi tipo di contatto allargato con altre madri durante ulteriori gravidanze. Il conforto o la comprensione di altre persone nella tua stessa situazione possono aiutare, ma nel mio caso nulla di ciò era minimamente paragonabile al rischio concreto di essere distrutta emotivamente, o venire convinta che allattare un figlio fino all'età pensionabile sia salutare.

*Come raccontato a Niccolò Carradori.