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Musica

Guarda questi video di raver anni Novanta che pogano in un parco a New York

Bei tempi, quando le persone normali potevano ancora permettersi di vivere a Manhattan e Tompkins Square Park era il centro della città.

Per un millennial disilluso come me, i video vintage dei rave anni Novanta su YouTube sono un perfetto tunnel in cui perdersi. I clip di olandesi rasati in tuta al Thunderdome e teenager britannici fattissimi al Fantazia raccolgono milioni di visualizzazioni con le affascinanti immagini di un mondo più selvaggio e innocente. Ho guardato video come questi per ore e ore—provocano una nostalgia agrodolce per un tempo che non ho mai vissuto. Certo, i rave esistono ancora, ma in queste feste anni Novanta si percepisce uno strano pericolo che nella contemporaneità è assente. Sembrano più vicini al mito che alla realtà.

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Se guardi tanti video di questo tipo quanti ne guardo io, dopo un po' cominciano a fondersi tutti in un unico blob di mandibole serrate e pantaloni larghissimi. Eppure, a volte trovo ancora dei clip che riescono a farmi saltare sulla sedia con la forza della loro impossibilità utopica. Specialmente quando si svolgono in pieno giorno al centro di Manhattan prima della gentrification dell'epoca Bloomberg. Prendiamo ad esempio questo clip che riprende un rave organizzato da un gruppo chiamato Blackkat il primo maggio 1999. Blackkat era un'organizzazione artistica DIY fondata nel 1996 che descrive le sue "radici e influenze" sul suo sito come un unico calderone che va dal "movimento delle occupazioni nel Lower East Side, gli eventi sperimentali nei capannoni a NYC, sound system nomadi e gruppi circensi, la scena r@ve del Midwest, la cultura punk americana, la Rainbow family e i gruppi comunitari di azione diretta."

C'è qualcosa di assolutamente newyorkese nella festa di Blackkat: un crossover tra ogni tipo di creatura del crogiolo urbano. Ci sono i punk NYHC con le loro maglie da hockey, i breakdancer in pantaloni lucidi, i raver che digrignano i denti con la visiera in testa e le perline al collo, i metallari con il gilet di pelle e la maglietta degli Slayer, e palestrati ossigenati vestiti Nautica e Abercrombie & Fitch. C'è un senzatetto carico di sacchi e sporte che baci la mano di una ragazza in reggiseno sportivo. Un tizio con la maglietta "DOPE", una collana di perline colorate e un cappello mimetico poga con una ragazza in pantaloncini cargo extra-large. "Make some noise!" ruggisce Lenny Dee, e un mare di pugni si alza al cielo.

I commenti ai video di vecchi rave sono sempre una miniera d'oro. Sotto al video che vedete qui sopra (il set del co-fondatore di Blackkat Jason BK al Tompkins) un commentatore chiamato Kookamanga Walla riconosce i vecchi amici: una ragazza con i codini e una bottiglia d'acqua è "l'orsetto del cuore, sempre attenta a che tutti stessero idratati", mentre un ragazzo di colore con i capelli rosa e un collare borchiato è "Dream… una leggenda del ballo". Qualcuno chiede che fine abbia fatto Dream. Kookamanga risponde "Moglie e figli, vita perfetta".

Questo materiale racconta una Manhattan che non esiste più—varia, selvaggia, piena di energia. Certo, non è sempre sano crogiolarsi nella nostalgia. Ma nella New York di oggi, sempre più pallida e blanda, vale la pena di prendersi un momento per riflettere su che cosa ci siamo persi, e come riconquistarlo.

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