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Musica

I musicisti non hanno diritto a chiudere col passato

Non avete idea di quanto sia difficile cancellare le proprie tracce da Internet.

La versione britannica di Fame, il Saranno Famosi inglese si chiamava Britannia High. Fu un flop incredibile e fu cancellato dopo la prima stagione. Un totale disastro su tutti i livelli: creativo, commerciale, ecc.

Ma dando un'occhiata ai provini su YouTube potresti domandarti se Britannia High non si sarebbe potuto salvare, se solo avesse fatto qualche scelta diversa in fase di casting. Ecco, per esempio, un ottimo cantante che non ha passato le selezioni.

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In caso non avessi voglia di guardare il video qua sopra, l'"ottimo cantante" ai provini per Britannia High è Ed Sheeran.

Però è strano, Ed Sheeran sembra non parlare mai di questo suo tentativo di diventare il prossimo Darcey Bussell prima di lanciare la sua carriera per come la conosciamo e amiamo oggi. È tutto un SBTV, Wiley, Sway…

Ed Sheeran non è l'unico a soffrire di questa amnesia selettiva. Mentre le Haim scalavano la classifica BBC Sound Of 2013, non si preoccupavano di intrattenere il circo mediatico con i racconti di quando due delle sorelle Haim facevano parte della assurda girl-band teen pop Valli Girls, che ricordiamo per canzoni come "It’s a Hair Thing". Neanche Tahliah Barnett parla volentieri del periodo, anni prima che diventasse FKA Twigs, in cui comparse nelle vesti di ballerina/addetta al lavaggio auto in un video di Dionne Bromfield.

Il pop è sempre stato pieno di questi momenti alla Sliding Doors, ma nell'epoca digitale è difficile rimuovere tracce del proprio passato. Difficile, ma non impossibile. L'anno scorso, sotto pressione della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, Google ha implementato una procedura di "diritto all'oblio". Permette di rimuovere alcune pagine dalle ricerche di Google, seguendo il ragionamento che se qualcuno ti filma mentre ti masturbi su un autobus a 22 anni e Metro decide di pubblicare un articolo megaLOL sull'argomento, è comprensibile che tu non voglia che un potenziale datore di lavoro sei anni dopo lo venga a sapere.

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Per i musicisti, cancellate "potenziale datore di lavoro" e scrivete potenziali fan, potenziali etichette discografiche e giornalisti potenzialmente entusiasti. E al posto di "masturbarsi su un autobus" mettete "fare musica e video terribili", e pensate a Sam Smith. Prima di essere scoperto dai Disclosure era soltanto un altro aspirante cantante pop con una mamma molto cooperativa. Sfortunatamente, prima dei Grammy, delle musiche di James Bond e della notorietà, si teneva occupato registrando e pubblicando canzoni come "Bad Day All Week". "Bad Day All Week" è l'opposto di una bella canzone, e il video è ancora peggio.

Di solito al posto di questa frase ci sarebbe un embed video, giusto? È così che funziona il giornalismo nel 2015.

Ma il video non è più online: è scomparso da YouTube e, in caso riapparisse, qualcuno se ne occuperebbe prontamente. Allo stesso modo sono spariti molti dei tweet di Sam pre-fama, in cui alludeva alla sua sessualità e manifestava la sua ossessione per Lady Gaga.

Negli Stati Uniti, prima di diventare l'ultima protégé di Kanye, Kacy Hill faceva la modella in una controversa (come tutte) campagna pubblicitaria di American Apparel, e i manifesti scandalosi non si sposano bene con l'immagine da cantautrice che cerca di far passare. Naturalmente, queste foto non hanno menzione nella sua biografia ufficiale—che è ciò che molti giornalisti usano se devono scrivere di lei—ma pare anche che i suoi legali stiano cercando di eliminare quegli scatti da Google. Pare che Kacy abbia acquisito i diritti di queste immagini per cui le cancellazioni funzioneranno fino a un certo punto, ma che dire dei tweet di Sam Smith, che non si possono più embeddare ma lei cui parole continuano a vivere copiaincollate in pagine come questa?

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"Le persone posseggono i diritti sui propri tweet", dice Bruce Daisley di Twitter. "A essere esatti ci sono le basi per rivendicarli, ma generalmente vediamo che quando si chiede gentilmente a qualcuno di rimuovere questo tipo di cose, tendono a ubbidire". Questi tweet potrebbero anche ricadere nel campo del fair use, che aggira il copyright quando si tratta di opinioni e notizie. Ad ogni modo, Daisley ha un altro avvertimento per gli artisti che stanno pensando di coinvolgere i propri avvocati: "Mi chiedo", dice, "se rivolgersi alla legge per una cosa del genere non si un po' 'Streisand'".

Il riferimento è all'effetto Streisand, un fenomeno tanto conosciuto da avere una propria pagina Wikipedia, ma che voglio spiegare perché fa ridere. Nel 2005 un fotografo fece dodicimila foto della costa della California con l'obiettivo di mostrare gli effetti dell'erosione. Sembra logico pensare che non gliene fregasse un emerito cazzo di Barbra Streisand, ma una di queste dodicimila foto immortalava anche casa Streisand, il che portò Babs a denunciarlo. La foto era stata scaricata ben sei volte prima che Barbra scatenasse questo casino; quattro volte se non si contano i due download dei suoi avvocati. Nel mese che seguì la causa, il sito fu visitato da mezzo milione di persone.

"Il rischio di bloccare vecchia musica o vecchi video è che non solo non si riuscirà a liberarsene, ma si rischia di evidenziare il problema e creare un caso", concorda un PR che ha aiutato molti "nuovi" artisti a snellire i propri profili online. "Il mio consiglio a chi si trova in questa situazione è di provare a riconoscerla. Più si cerca di nascondere qualcosa, più la gente pensa che sia importante e più grande diventa il caso. È decisamente meglio semplicemente smettere di negare e andare avanti."

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La foto virale di casa Streisand.

L'esperto di privacy su Internet Frank M Ahearn, autore di titoli come How to Disappear: Erase Your Digital Footprint, Leave False Trails diffida allo stesso modo del chiedere ai siti di rimuovere contenuti. "Il sito potrebbe postare la tua richiesta di rimozione e potrebbe diventare virale da capo", ammette. "Alcuni miei clienti famosi hanno lavori imbarazzanti nel proprio passato e una volta raggiunto il successo vorrebbero tornare indietro nel tempo e farli scomparire dalla faccia della terra. Internet è come una marea: le informazioni e le foto vanno e vengono. Quello che cancelli oggi potrebbe ricomparire domani."

Ahearn aggiunge che le misure di Google sono "inutili" quando esistono i VPN e altri motori di ricerca, e quando gli chiediamo di commentare il problema di Sam Smith suggerisce un elaborato diversivo. "Se il cliente è famoso, a volte gli suggerisco di lasciar perdere, lasciare che faccia il suo tempo e sperare che muoia di una morte digitale", dice. "In alternativa, creiamo una rete di disinformazione che dice che è stato Sam Smith che fa il commesso in un negozio di scarpe a twittare quelle cose, e costruiamo finti blog dove il finto Sam si prende la responsabilità della cosa. Non funziona tutte le volte, però capita che riesca a creare un alone di dubbio sufficiente e che altri tweeter e blogger aiutino a diffonderlo".

Nonostante i rischi, c'è la possibilità che nessuno si accorga che il contenuto è sparito, per cui la tentazione di rimuoverlo silenziosamente dai propri siti e profili social è forte, in particolare se stai cercando di lanciare la tua carriera musicale in un'industria che si nutre dell'approvazione dei tastemaker.

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Il cantante di un gruppo che aspira a scalare le classifiche nel 2016 ha detto che ne avrebbe parlato con Noisey in cambio della promessa dell'anonimato, il che viste le circostanze sembra giusto. In termini vaghi, la storia è che il suo sound è piuttosto strano e ha bisogno del supporto dei tastemaker per farsi notare, ma un paio di anni fa era in una band decisamente meno credibile formata da una compagnia di management dalla reputazione storicamente pessima.

"Ho una spada di Damocle sopra la testa", ammette. "Temo che il mio passato mi si rivolti contro. Immagino sia un po' come entrare dentro la camera da letto di amici cercando un caricabatterie e trovare frustino e manette. Non è che sia imbarazzato per me stesso, è solo che potrebbe rovinare il mio progetto attuale. Il che è stupido, ma vabbè."

Non sembra ingiusta la pretesa che tutti gli artisti facciano tutto giusto al primo colpo? La sensazione è che si penalizzi la sperimentazione, in un certo senso. "Penso che sia ingiusto", concorda. "La gente fa cose sbagliate. Non vedo perché dovrebbe essere un problema. Avevo diciott'anni e come autore di musica ero in un vicolo cieco, non avevo idea di come funzionasse l'industria discografica, così mi sono buttato. Ho imparato molto durante quel periodo, ma poi ho ricominciato su una nuova strada, che spero sia quella giusta."

È importante aggiungere che quella di questo artista non è paranoia per come il suo passato possa influenzare il futuro. "Con i nuovi artisti, tutto deve essere perfetto", dice James Penycate, un esperto di comunicazione digitale che ha lanciato artisti come Tom Odell, Tove Lo e Ghostpoet. "Sappiamo tutti benissimo quanto sia difficile vendere un nuovo act a Radio 1. Per catturare l'attenzione dei loro decision maker principali servono le prove matematiche o almeno statistiche del fatto che ci sia un pubblico che li segue attivamente o perlomeno un potenziale pubblico, ma è anche fondamentale avere una valanga di supporto dai tastemaker. È tutta una questione di autenticità."

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Sembrerà strano in un momento in cui pubblicazioni blasonate fanno a gara a chi incensa di più il nuovo album di Justin Bieber, ma quando si parla di un artista emergente, a ragione o a torto (di solito a torto), l'idea che abbia cambiato strada implica che la sua attuale direzione è in qualche modo falsa. Una persona ragionevole potrebbe dire che aver mangiato un panino con la cotoletta ieri non implica che la zuppa che mangerai oggi sia sospettosa o non convinca, ma agli occhi dei media qualunque cambio di direzione può sembrare calcolato o studiato.

Quello che si teme, dice Penycate, è che gli artisti arrivino al punto di aver bisogno del supporto di tutti (e molti sono già a quel punto, visto che i tastemaker sono al lavoro sui sondaggi per il miglior nuovo artista dell'anno prossimo) perché non venga rivelato un terribile segreto. "Può rovinare completamente una campagna", spiega. "La cosa ridicola è: ai consumatori importa qualcosa? Ne dubito. Importa ai media? Sì. È questo il problema."

Ma finché i media mantengono l'ossessione per la credibilità, e finché nascondere il passato funziona, continuerà a essere la norma. I vincitori del BBC Sound Poll dell'anno scorso sono stati gli Years & Years. Nel 2014 hanno fatto tutte le mosse perfette nell'ottica di impressionare i tastemaker: piccoli concerti, un EP, un featuring su un pezzo dance. Ma prima che succedesse tutto questo, avevano cancellato i loro lavori precedenti dai loro account online.

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"All'inizio mettevamo tutto su Internet", racconta Olly. "Naturalmente non fregava un cazzo a nessuno per cui non importava che ci fossero canzoni e video a caso nell'etere. Appena trovammo un management grazie a quei video la prima cosa che ci dissero fu 'cancellate tutto'. Serviva a renderci più appetibili per le etichette. Fummo molto contenti di farlo, fu una bella sensazione fare tabula rasa e ripartire con la parte migliore della nostra produzione."

Gli Years & Years avevano avuto vari cambi di line up e anche la loro musica si era evoluta in stile e qualità, ma non eliminarono proprio tutto-tutto immediatamente, lasciando online alcuni video dei primi tempi. Quando firmarono per la Polydor, anche quelli scomparirono. "A quel punto decidemmo che la roba che avevamo messo online non ci rappresentava più come band", spiega Olly. "Abbiamo pensato che molte persone ci avrebbero sentito per la prima volta e volevamo che la gente vedesse cose che ci rappresentavano al meglio."

Ma quando la comunicazione diretta con i fan è così importante, questo comportamento non è un po' disonesto? Olly pensa di no. "Non penso sia disonesto: la prima impressione è molto importante per cui vuoi che sia quella giusta. Se è il nostro primo appuntamento, non mi metterò a mostrarti le foto di cinque anni fa, quando ero un po' cicciottello e portavo il mullet. E poi a dir la verità alcuni nostri fan accaniti sono riusciti a trovare dei link e a scaricare tutta quella roba. Non si può più cancellare niente al giorno d'oggi, no?"

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Non sono solo i nuovi artisti a decidere di ignorare alcune parti della propria carriera. E a volte i media, invece di farsi fregare, sono complici nel narrare una storia selettiva. È interessante notare quanto poco si sia parlato della carriera di Beyoncé nel periodo di mezzo tra le Destiny's Child e "Crazy In Love". L'enormità del suo successo odierno eclissa il ruolo in Austin Powers che le diede la sua prima hit. Allo stesso modo, gli esperti di teoria del caos potrebbero divertirsi a pensare a cosa sarebbe successo se le Destiny's Child non avessero mai registrato un singolo di merda nel 1998 con il meccanico di Coronation Street che voleva diventare una popstar, Matthew Madsen:

La canzone uscì per Columbia nel 1998, ma nello stesso anno, in un'altra sottoetichetta Sony, il boss della Northwestside Nick Raphael si assicurava un guest vocal da parte del futuro marito di Beyoncé. E fu così che Jay Z pubblicò un singolo con la boyband Another Level.

"I rapper vengono ospitati su dischi pop da trent'anni", ricorda Nick Raphael. "Dà un'altra dimensione alla canzone. A quei tempi, fuori dagli Stati Uniti, Jay era un artista rispettato, ma di nicchia; non il Jay Z che conosciamo oggi."

Raphael dichiara anche che Jay non ha nulla di cui essere imbarazzato musicalmente ("è uno dei più grandi artisti di tutti i tempi"); oggi Raphael è il presidente di Capitol Records, tra le cui fila milita Sam Smith, e insiste che lui e il suo socio storico Jo Charrington non badano al passato dei nuovi artisti che mettono sotto contratto.

"Sono pochi gli artisti che incontrano la propria strada da immediatamente", spiega. "Se gli artisti non sono liberi di sperimentare, come troveranno la loro vera voce? Quando Jo e io mettiamo sotto contratto un artista giudichiamo quello che ci presentano in quel momento. Se i loro comportamenti passati influenzeranno il successo futuro dobbiamo tenerlo a mente, ma non è una decisione che prendiamo sulla base dei lavori passati."

Non si può dire lo stesso per come si comportano i media, e molti artisti—da Years & Years e Sam Smith a gente come Lana Del Ray, Katy Perry e Drake—hanno fatto in modo di deviare l'attenzione su altro che non fossero i loro primi lavori. Al momento l'industria discografica si basa su sperimentazioni rapide ed estreme e veloci cambi di direzione se qualcosa non funziona, e ognuna delle incarnazioni dell'artista lascia un'impronta digitale (in tutti i sensi). Ed è una bella preoccupazione per lo speranzoso anonimo con cui abbiamo parlato qua sopra, che ci ha rivelato: "Ho rimosso delle cose dai miei account personali e cancellato quello che ho potuto, ma è uno sforzo costante quello di tenere un paio di anni imbarazzanti nascosti dalle persone influenti."

Eppure Nick Raphael, pur non potendo parlare per chi all'interno del circo mediatico sembra ossessionato da quelle che percepisce come indiscrezioni sugli artisti, offre un consiglio rassicurante a chi si preoccupa dei propri scheletri nell'armadio: "La vostra storia vi rende più interessante agli occhi dei fan", dice. "Sposate la vostra identità."