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Musica

FruityLoops, come un programmatore di videogame porno ha cambiato la musica

Soulja Boy, Sonny Digital, 9th Wonder e altri producer parlano di come un software inventato per caso sia diventato un pilastro della moderna musica elettronica.

Immagini di Christopher Classens

Seppellito nelle profondità di YouTube giace un video in definizione non particolarmente alta che mostra lo studio del rapper Soulja Boy. Si tratta praticamente di un microfono da due soldi, una piccola tastiera MIDI, e poco altro. Con il suo tipico sorrisetto da stronzetto che gli ha messo contro così tanti grandi nomi dell'hip-hop, Soulja Boy poi spiega che tutte le sue grandi hit, compresa la numero uno "Crank Dat", le ha composte con il laptop. Il resto della strumentazione è arrivato dopo.

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"Ci avrò messo dieci minuti a fare ['Crank Dat'], e tutti sanno che ci ho fatto dieci milioni con quel pezzo", dice. "La gente mi diceva: 'Cazzo, hai usato una versione demo [di un software] per creare questa canzone che è andata prima in classifica e ci hai fatto un botto di soldi'".

Pur menzionando il software diverse volte durante il video, a molti millenial basterebbe quel "versione demo" per capire a che cosa si riferisce. Dopotutto, è stata la sua accessibilità ad attrarre un'intera generazione verso il famoso programma di beatmaking FruityLoops nei primi anni Duemila. Con un semplice click, tramite programmi di filesharing come Napster o Kazaa, ci è stato permesso di accedere a un generatore musicale di scala professionale, seppur in una versione che non ci permetteva sempre di salvare. Non c'era bisogno di comprare uno strumento o un MPC; non c'era bisogno di conoscere la musica. Tutto quello che dovevi fare era trascinare e mettere in ordine blocchetti colorati di suoni per creare composizioni. Era facile da usare ma sofisticato, un buon punto d'accesso per chiunque avesse ambizioni da producer.

"In tantissimi mi hanno contattato per dirmi: 'Mi hai dato la possibilità di stare in camera mia e fare qualcosa a zero budget'", mi racconta al telefono il producer 9th Wonder, uno dei primi utenti famosi del programma nei suoi lavori con Little Brother e Jay Z. Il basso costo di Fruity Loops, la sua interfaccia trasparente, e il semplice fatto che si trattasse di software e non di hardware l'hanno reso appetibile per l'utenza—ma anche oggetto di critiche.

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Al momento in cui il video in-studio fu girato, nel 2009, l'odio per Soulja Boy a causa della semplicità della sua musica, scaricata milioni di volte, era alle stelle. Ma sembrava che essere l'artista più odiato della scena—Ice-T lo aveva definito l'assassino dell'hip-hop—gli avesse ispessito la pelle. Invece di usare il video per scusarsi, lo usa per autoaffermarsi, dichiarando orgogliosamente che sì, costruisce i beat con il computer, in soli dieci minuti, su un programma che non possiede nemmeno. E la ciliegina sulla torta è che quel che ne risulta sono "hit".

"Non avevo i soldi per comprare i beat dagli altri producer", mi ha detto poco tempo fa. Sei anni dopo, usa ancora FruityLoops, che ora si chiama FL Studio, e quei dieci minuti si sono ridotti a cinque. "Ero costretto a farli da solo", ha continuato. "Facevo beat tutti i giorni quando tornavo da scuola. Ne avrò creati centocinquanta in un paio di mesi". Uno di quelli si è trasformato in una hit da classifica e in un ricco contratto discografico.

La storia di Soulja Boy che usa FL per passare dal relativo anonimato alla fama non è unica: molti altri, tra cui grandi nomi come Hit-Boy, Metro Boomin', Young Chop e Hudson Mohawke, hanno storie simili di evoluzione da hobbisti a producer per gente come Drake e Kanye West. Anche solo in questo senso, il programma potrebbe essere considerato un incubatore per la nuova musica pop, una palestra in cui i producer hanno affinato la propria tecnica in quindici anni di utilizzo della sua piattaforma intuitiva. Ma la sua influenza si estende oltre i talenti che ha facilitato: dalla sua uscita nei tardi anni Novanta, FL ha effettivamente contribuito a formare il suono attuale di una varietà di generi, dall'hip-hop alla musica elettronica al pop mainstream in cui questi si insinuano.

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Nel dettaglio, il suo step-sequencer (quei cosetti colorati) è unico nel suo genere, e i beatmaker lo hanno usato per sviluppare il suono "trap", che oggi è ovunque. Il sequencer si presta alla creazione di quei charleston balbettanti—quando i piatti alternano crome e semicrome, creando un effetto rotolante—che producer come Lex Luger hanno reso una componente fondamentale del genere. Questo ampio stile dei charlie è particolarmente in voga adesso, è il fondamento di altri sottogeneri hip-hop come il drill di Chicago, e si ritrova nella musica di Justin Bieber, The Weeknd e Miley Cyrus, per non citare pilastri dell'hip-hop come Gucci Mane, Chief Keef e Future.

I producer alle spalle di questi artisti rivendicano con orgoglio il loro utilizzo di FL. Sonny Digital, per esempio, non teme di ammettere che "tutte le sue grandi hit"—e il suo CV comprende "Same Damn Time" di Future, "Birthday Song" di 2 Chainz e Kanye West e "Tuesday" di iLoveMakonnen—sono state composte con quel programma. Lui, come molti altri, scaricò una versione "crackata" per esplorarne le potenzialità prima di comprarselo per davvero. Ha sempre continuato a usarlo, anche adesso che può usare qualunque strumento voglia. FL gli ha insegnato gran parte di quello che sa della musica.

"Mi ha aperto tantissime porte", spiega. "Per noi è stato una vera rivoluzione". Aggiunge poi che il programma è "adatto a tutte le età", nel senso che chiunque, al di là della propria esperienza, può usarlo per creare qualcosa di speciale. Jahlil Beats dei Roc Nation è d'accordo. Quando gli ho telefonato per discutere l'argomento, si trovava in studio e stava usando il software per organizzare dei file da utilizzare il weekend seguente per un concerto con il dio dell'EDM Skrillex. Un po' come Soulja Boy, si è vantato del fatto che è capace di costruire un beat in meno di quindici minuti grazie alla semplicità del flusso di lavoro di FL.

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"Puoi prendere tutti gli strumenti in una volta e buttarli tutti insieme sulla griglia con due click", dice.

Jahlil scoprì FL—sempre crackato— tramite suo padre. Ora usa la versione 10 (è arrivato alla 12) per creare strumentali mostruose per pezzi come "Amen" di Meek Mill e Drake, o "Hot Boy" di Bobby Shmurda. Per Jahlil come per Sonny, FL è uno strumento per fabbricare hit—il che non era previsto.

Didier "Gol" Dambrin, il creatore del programma, è il primo ad ammetterlo. Per lui, è cominciato come attività secondaria mentre lavorava per l'azienda informatica belga-olandese Image-Line, che si occupava di videogiochi per adulti come Porntris. FL doveva essere una semplice applicazione per costruire loop in MIDI che avesse un'interfaccia "visivamente appagante". Doveva essere divertente, facile e poco più. "Non è iniziata come una cosa particolarmente seria", ammette in una rara intervista che mi ha rilasciato via email. "Non c'entrava nulla con quello che è diventato".

Avendo passato la gioventù negli anni Ottanta, Gol (un nickname che deriva da un vecchio pseudonimo online) fece parte della prima generazione ad avere accesso a console per videogiochi e computer. Rimase affascinato da questi macchinari e finì per innamorarsi del coding, che imparò sulle riviste per videogiocatori che riportavano per intero i codici dei videogiochi. Una volta, prese il codice del classico arcade Breakout, in cui si usava una mazza di forma rettangolare per mandare una palla a sbattere contro blocchi in Technicolor che evaporavano all'impatto, e lo trasformò in un gioco diverso di propria concezione, trasformando la mazza in un piccolo personaggio.

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"Controllare l'omino in fondo allo schermo era fantastico", ricorda Gol. A diciannove anni ha partecipato a una gara di programmazione organizzata da IBM, dove fu scoperto da Image-Line. Ha lavorato alla linea di giochi porno dell'azienda, ma la passione per il suo progetto MIDI cresceva sempre di più. Nonostante non fosse un grande musicofilo, i generatori di suoni che sembravano videogiochi, come Rubberneck e Hammerhead, lo affascinavano.

"Ho iniziato [il progetto] per me stesso", mi scrive. "Pensavo di rendere le cose più semplici per i non-musicisti". Il nome era, in effetti, un gioco di parole sui cereali Kellogg's ("Penso che i prodotti debbano avere nomi stupidi") e l'interfaccia era divertente e coinvolgente. La sua spiegazione dei limiti del programma inizia così: "Certo, vista oggi la prima versione potrà sembrare 'fugly', ma ricordiamoci com'era Internet nel 1998".

Per gli standard dell'era dell'informazione di oggi, Gol è un fantasma. Resta tuttora largamente all'oscuro dell'influenza del suo software, soddisfatto di rimanere fuori dal mondo della musica anche se Image-Line ha da tempo abbandonato la sua produzione originale, mettendo FL Studio al centro della propria linea. Ci sono alcuni thread sulle message board che parlano di lui, insieme a una pagina Facebook abbandonata e un'intervista al musicista elettronico francese Madeon, in cui lo definisce "genio malefico". Ma nel corso degli anni è rimasto relativamente senza faccia, tanto che si è scoperto che l'unica foto online non ritraeva lui bensì il suo addetto stampa.

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Durante il nostro scambio di email, il suo tono è rimasto quello del cervellone che si occupa della sua creazione mantenendo una sana distanza. In risposta a una domanda sull'influenza di FL sull'hip-hop che comprendeva un link a un video YouTube con una strumentale di Young Chop, per esempio, scrive laconico: "Non posso commentare granché". Sul concetto del "charlie balbettante", la sua risposta è ancora più lapidaria: "Non ne ho idea". E quando gli ho chiesto perché decise di progettare proprio un software musicale, ha digitato: "Non sono mai stato un grande appassionato di musica".

Da quel punto di vista, ha molto senso che sia stato proprio lui a inventare FruityLoops: Dambrin la chiama "una app per furbacchioni". Mentre il suo layout è concepito per comunicare semplicità e facilità d'uso, le sue capacità si estendono ben oltre la sua apparenza spoglia. La struttura chiara e diretta serve come quaderno degli appunti per abbozzare idee, mentre i vari tool sono come i colori e le ombre che le arricchiscono. Il risultato è un ventaglio di opzioni altamente flessibile: "Era così facile concretizzare le mie idee quando avevo la motivazione giusta per creare tracce che avrebbero fatto scoppiare un genere", ha dichiarato il producer del momento Metro Boomin' in un'intervista a Fader. Nello stesso articolo Hit-Boy, producer di canzoni come "Niggas In Paris" di Kanye West e Jay Z e "XO" di Beyonce, aggiunge: "Alcune delle soluzioni più interessanti provengono da spippolamenti a caso su FL".

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"Appena l'ho visto, ho capito come usarlo", mi ha detto al telefono Sonny Digital. "È una specie di programma di apprendimento. Il processo è molto più veloce."

La poca pretenziosità di FL è la chiave per far emergere le idee, ma la sua funzionalità arriva molto più in profondità. Molti producer affermati che usano FL dicono che ha le stesse capacità di qualunque altro hardware o software, rifiutandone la reputazione di programma rudimentale. In più di un'istanza, i producer me l'hanno descritto come una versione digitale dell'MPC, il sampler su cui poggia tutto il genere hip-hop. Per producer come 9th Wonder, si è rivelato un valido sostituto: si è rivolto a FruityLoops quando era al college, dopo che non era stato in grado di trovare un MPC (un amico d'infanzia gliene aveva offerto uno per tremila dollari, al che lui ha replicato: "Bro, i nostri genitori si conoscono!"). Il programma molto amato dai producer per le sue capacità di campionamento, specificamente la sua onnicomprensività nell'editing delle onde audio (altri software richiedono un programma a parte per questa funzione). Anche se 9th era più riluttante degli altri nel dare credito al programma per la propria carriera, ripetendo mantra come "non è la macchina, è l'uomo che la manovra" con la sua voce leggermente nasale e facendo notare che a oggi preferisce i pad della Native Instruments Maschine, ha ammesso l'importanza della "libertà" del software e del modo in cui si presta a essere "manipolato al volo".

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Quando 9th iniziò a usare FL nei primi Duemila, fu criticato. "Si riferivano sempre a me come a quello che faceva i beat col computer", mi ha detto, facendomi notare che c'è voluto di comparire sul Black Album di Jay Z per essere invitato alle battle di beat a cui cercava da anni di iscriversi. Oggi ci sono alcune cose che molti producer sono pronti ad ammettere che siano molto meglio delle alternative. Anche se FL condivide una buona quantità di suoni con altri programmi, incluse le casse e i rullanti della Roland TR-808, lo step-sequencer del programma permette ai beatmaker di stratificare facilmente le linee di percussioni e inserire charleston, un flusso lavorativo che contribuisce al suono trap e appesantisce le percussioni, sostiene Soulja Boy. Il primo beat che ha fatto senza FruityLoops è stato "30 Thousand, 100 Million", feat. Lil B.

"È stato una figata, ma le 808 non picchiano uguale", ha detto Soulja Boy, presentando ulteriori prove: qualche anno fa, si trovava in studio con Kanye West per fargli sentire un remix che aveva preparato di "Robocop", da 808s and Heartbreak. 'Ye ha voluto sapere come aveva fatto a far picchiare così forte la cassa della 808. "Ho usato FL", è stata la replica di Soulja Boy. Quel remix non uscì mai, ma, secondo lui, accrebbe la reputazione di Soulja Boy all'interno dell'industria musicale e se ne parla ancora oggi, anche Travi$ Scott (amante delle batterie trap, ma detrattore di FruityLoops) l'ha citato di recente.

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Jahlil Beats ha una storia simile a proposito dell'A&R di Def Jam, e mentore di Kanye West, No I.D., che gli chiese dei suoi charleston mentre si trovavano a lavorare in studio assieme nel 2012. Jahlil si limitò a girare lo schermo del laptop verso il leggendario produttore e a fargli vedere quanto era facile campionare i charlie su FL. Improvvisamente, lo studente era diventato il maestro. "Volevo farlo passare da Ableton a FL Studio", confessa.

Anche se le potenzialità di FL Studio sono sostanziali, sarebbe stupido ignorare l'importanza che ha avuto la sua comodità nel renderlo popolare. Questo si ricongiunge al suo scopo originario, visto che non fu creato per musicisti professionisti, bensì per dilettanti—i ragazzini che stanno nelle loro camerette da soli, chinati sui propri laptop, ad appuntare i propri pensieri in forma ritmica nella speranza di creare qualcosa di significativo. Soulja Boy, 9th Wonder, Sonny Digital e Jahlil Beats erano tutti così a un certo punto, con le loro versioni demo o illegali del programma. Dambrin ha immediatamente fatto notare che la vera importanza di FL non risiede nel prestigio dei suoi creatori, ma piuttosto nel lavoro che producono.

"Per me, non ha alcuna importanza se lo usano dilettanti o professionisti", scrive. "Tutto quello che importa è che qualcuno abbia prodotto cose meravigliose usando FL."

Per sentire alcune di queste cose meravigliose, non serve che accendere la radio. Anche se è difficile dire con esattezza quali canzoni sono state composte con FL, si può intuire la connessione tramite il loro suono; nel momento in cui scrivo, c'è almeno una mezza dozzina di canzoni nella Top 25 di Billboard che comprendono pattern percussionistici in stile trap, tra cui "679" di Fetty Wap, "Jumpman" di Drake e Future, "The Hills" di The Weeknd, "Lean On" di DJ Snake e Major Lazer feat. MØ, "Antidote" di Travi$ Scott, "White Iverson" di Post Malone e "Don't" di Bryson Tiller. Anche quelle che non sono state composte con FL sono state perlomeno influenzate dalla sua fluidità, e questo è ulteriormente provato dal fatto che per ogni pezzo esiste un video YouTube di qualche utente random che ricrea il beat usando FL. Certi artisti hanno dichiarato pubblicamente cose simili, come il beatmaker scozzese Hudson Mohawke, che, in un recente episodio di Red Bull Music Academy, si è spinto fino a dire: "Se guardiamo le prime dieci posizioni nella classifica di Billboard, vi garantisco che otto di queste sono state fatte con FruityLoops".

Il software, o perlomeno la sua impronta, è finalmente entrato dentro la coscienza mainstream collettiva. Ma quello che conta di più è che la sua influenza resta viva in quelli che ancora non ce l'hanno fatta—beatmaker che usano FL per sviluppare un sound fresco che presenti dei caratteri nuovi, proprio come i beat campionati di 9th fecero nei primi Duemila, come le melodie metalliche di Soulja Boy più avanti nel decennio, come le tracce drill di Young Chop e le pesantissime strumentali trap dei producer più giovani stanno facendo oggi. Quest'estate ho provato sulla mia pelle la primordiale ispirazione che FL può creare quando ho scritto della musica litefeet, un genere quasi esclusivamente composto in FruityLoops. Un pomeriggio ho incontrato due giovani producer della scena, un duo in rapida crescita di nome Hann, e ho assistito alle loro magie in diretta su una TV a megaschermo nell'appartamento del loro manager.

Maneggiavano i mouse USB come uno sceriffo maneggia un revolver o un giocatore di NBA maneggia la palla, muovendosi e cliccando a velocità supersonica e sfogliando schermate come pagine di un romanzo in edizione economica. Più che i singoli da classifica o le menzioni da parte di famosi producer, quest'immagine di creazione febbrile e giocosa è probaibilmente quello che Dambrin aveva in mente quando concepì il software tanti anni fa. Con ogni movimento, i producer mi descrivevano con entusiasmo tutto quello che succedeva finché non si formò una canzone. Era caotica e paralizzante, costruita attorno a canti energetici e iperbolici. Non avevo mai sentito nulla del genere.

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