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Musica

Le creature degli abissi di Mike Parker

"Ketos Troias" parla di un mostro mitologico ed è la B-side dell'ultimo singolo uscito per REPITCH Records.

Da circa vent'anni, Mike Parker è una delle voci più prolifiche e stimate nel panorama della deep e abstrat techno internazionale. Il producer, un professore di belle arti di Buffalo, NY, ha collaborato con artisti a lui affini come Donato Dozzy, Sleeparchive e Audion, oltre che gestire la label Geophone su cui pubblica il proprio materiale.

Nel 2014, Parker ha pubblicato uno split EP con Sleeparchive per la label techno berlinese REPITCH Recordings, e ora torna, sempre su REPITCH, con "10inch 03," un singolo di due tracce di quella techno ipnotica e astratta di cui è maestro. Questa è la terza uscita della serie "10 INCH" della label, che prima di questo ha pubblicato singoli di altri artisti del suo roster, tra cui Marcus Suckut e Marcelus. Parker distilla melodie e costruisce loop che si espandono ed evolvono in continuazione, come è chiaro in "Ketos Troias", la traccia B-side della sua ultima release, che oggi vi presentiamo. Sotto allo streaming, trovate la nostra intervista a Parker.

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Noisey: Ketos Troias sarebbe il mostro marino che abita le profondità dei mari nella mitologia greca—puoi raccontarmi come questa creatura ha ispirato te e la tua musica?
Mike Parker: Ho sempre amato le antiche civiltà del Mediterraneo, la loro arte, i loro monumenti e la loro narrazione mitologica. Alcuni sanno che insegno arte all'università, e se hai a che fare con l'arte sai che figure mitologiche di quel genere continuano a tornare in varie epoche e ispirare vari artisti, come fanno con me. In "Ketos Troias" volevo evocare questa creatura degli abissi potentissima.

C'è qualche strumento in particolare che ti ha avvicinato ad atmosfere del genere?
Ultimamente sto giocando con un nuovo phaser modulare della Roland. Sono sempre alla ricerca di strumentazione nuova che mi dia una mano ad ampliare le dinamiche spaziali della mia musica.

I loop sono un elemento centrale delle tue produzioni, li costruisci e li modelli con il procedere dei pezzi, e raramente si interrompono. In questo modo un DJ da una parte è facilitato a suonarli, dall'altra però forse risultano un po' ostici per un club. Hai mai pensato alla condizione ideale per fruire della tua musica?
Dicono che le mie cose abbiano suonato al massimo al Labyrinth festival in Giappone. Personalmente, potrei trovare il momento giusto per mettere una mia traccia in qualsiasi club. L'importante è rispettare gli elementi della traccia e farli andare d'accordo con il resto del tuo set, e il gioco è fatto.

Puoi procurarti il "10 INCH" di Mike Parker sul Bandcamp di REPITCH.