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Salire sugli alberi è meglio che abbracciarli

Ho trascorso il fine settimana con un gruppo di attivisti per l'ambiente inglesi, rifugiatisi sugli alberi dopo essere stati cacciati dal loro campo.

Se l'idea di spendere 100 milioni di sterline per una strada di cinque chilometri vi sembra piuttosto insensata, non potrete che trovarvi d'accordo coi manifestanti dell'East Sussex, che da tempo si battono contro la costruzione di un tratto destinato a tagliare in due l'area incontaminata della Combe Haven Valley.

Nel caso buttare giù un bosco (spiegando, inoltre, che ciò permetterebbe di costruire altri edifici sul territorio) non fosse abbastanza per tirare fuori i gruppi ambientalisti dalle loro sale comunali, la notizia secondo cui le emissioni di CO2 associate alla strada continueranno a crescere fino al 2050 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo i contestatori ad accamparsi nella vallata e avviare una protesta pacifica.

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Tutto ciò avveniva diversi mesi fa; nel frattempo ci sono stati degli sgomberi, e dei tre campi, solo uno—Camp Decoy—è rimasto attivo.

Sono arrivato a Camp Decoy venerdì 25 gennaio, insieme a un paio di giornalisti che lavorano per grosse testate—apparentemente non benvenute nel campo. Una ragazza con degli occhiali dalla montatura argento mi ha urlato di non fare fotografie per poi presentarsi come “Scoiattolo”.

La gente sembrava essere paranoica all'idea di farsi fotografare, temendo di essere arrestata o perdere il lavoro—fatto che mi è apparso assolutamente ragionevole non appena ho sentito del poliziotto in borghese che il giorno prima girava per il campo facendo fotografie. Ho comunque perlustrato la zona, con le dita che perdevano sensibilità man mano che il freddo del fango si faceva strada attraverso i miei stivali. “Niente di personale,” mi ha assicurato Scoiattolo.

Stare in piedi per ore da solo in un campo freddo è sorprendentemente noioso, quindi ho parlato con chiunque camminasse verso di me, comprese le forze dell'ordine in giro di ricognizione. “Faremo sloggiare questi abbraccia-alberi lunedì mattina,” ha detto uno, mentre il collega sorrideva. “Nemmeno gli interessa l’ambiente, vogliono solo andare contro il sistema.”

Sabato mattina mi sono spostato nel bosco per dare uno sguardo al retro di Camp Decoy. Sulla strada, ho parlato con un contadino apparentemente più interessato alla storia locale che agli uomini infreddoliti poco lontano. Secondo lui, quello era il vero luogo della Battaglia di Hastings. Alle mie domande incalzanti sull'accampamento e il progetto della strada, si è limitato a rispondere “Anche se sapessi qualcosa, non te lo direi.”

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Il giorno seguente, i Combe Haven Defenders avevano organizzato un grosso raduno con Friends of the Earth, Greenpeace e altre ONG. Come per ogni dimostrazione contro un’autostrada nella campagna del Sussex, c’era anche un esponente della prole dei Pretenders. In quel caso si trattava della figlia di Chrissie Hynde, Natalie. Le ho chiesto se potevo farle una fotografia e lei si è presentata come “Arcobaleno”.

“Vuoi anche tu una dichiarazione?” ha chiesto. “Questa è la prima e peggior distruzione dell’ambiente ad opera di George Osborne. È una strada che non porta da nessuna parte.” Volevo ricordarle che in effetti la strada portava a un supermercato—forse un Asda o addirittura un Tesco—ma non penso le sarebbe interessato.

Nonostante una troupe della BBC che vagava, il morale era alle stelle, dato che i funzionari delle varie ONG si erano messi assieme e avevano deliberato “Ehi, forse la strada proposta non verrà davvero realizzata." Ho chiesto a Scoiattolo per quando aspettavano l’arrivo degli ufficiali. “Solitamente con le prime luci del giorno.” ha risposto. “Fatti trovare qua per le 5 e mezza.”

Sono arrivato a Camp Decoy lunedì mattina presto. Era ancora buio, ma si vedeva un uomo in piedi sul ciglio della collina intento a osservare il campo dall’alto, con indosso un elmetto bianco e un gilet catarifrangente. Verso le 8 ho sentito gridare “Gli sbirri sono qui!” da dentro il campo e sono corso sul ponte che portava al sito per seguire gli ufficiali che si facevano strada verso di noi.

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“Una volta che saremo entrati nel campo dovrete andarvene, perché sarete fuorilegge,” ha gridato uno. I manifestanti hanno iniziato a urlare “Colpisci, occupa e resisti” verso l’ufficiale, ma lui ha proseguito nel suo implacabile tentativo di mettere fine al clamore, strillando, “Verrete arrestati per sconfinamento!”

È stato allora che dei ponti metallici sono stati issati sopra il ruscello e tutti coloro che indossavano una giacca fluorescente hanno iniziato a farsi strada, malmenando i dimostranti che cercavano di fermarli.

La resistenza è proseguita per un’ora circa, prima che un’armata di gilet catarifrangenti si rovesciasse sul ciglio della collina e iniziasse a chiuderci con delle transenne. Gli ufficiali continuavano a gridare di andarcene, e la sicurezza ha cominciato a entrare e prendere il controllo del campo.

“Sei della stampa?” mi ha chiesto un poliziotto. “Dovrai fare le tue fotografe fuori dalla recinzioni.” Invece di essere arrestato, sono uscito sulle mie stesse gambe e ho risalito la collina, da dove potevo osservare i dimostranti arrampicarsi sugli alberi.

Quando sono arrivato in cima, l’ultimo manifestante rimasto a terra stava venendo trascinato fuori dal campo e una recinzione circondava la zona, impedendo a chiunque di entrarvi. Altri erano appollaiati sugli alberi, destinati a essere bombardati da pioggia e urla per tutta la notte.

Ieri, dopo aver passato la notte appesa a una quercia di 40 metri, Natalie Hynde è stata portata via e arrestata. Alla fine della giornata, il numero totale di arresti confermati durante i 47 giorni di protesta era arrivato a 26.

Gli specialisti di arrampicata si sono ritirati ieri notte, lasciando alcuni manifestanti, ufficiali e agenti della sicurezza sugli alberi. L’East Sussex County Council negava cibo, antidolorifici e coperte agli attivisti rimasti ad affrontare venti che hanno raggiunto i 70 chilometri orari, cosa probabilmente non molto divertente quando sei lassù in cima.

Oggi è il terzo giorno di sgombero, poi forse si andrà avanti giovedì e venerdì, ma è indubbio che gli ultimi di mostranti verranno portati via e che la Combe Haven Valley avrà l’autostrada che non ha mai voluto.