Per il fotografo Jorge López, il Clot è "un quartiere emarginato all'interno di un altro quartiere emarginato." Si riferisce al Cabanyal, un vecchio centro di pescatori che dal 1879 fa parte del nucleo urbano di Valencia. Nel 1998 era stato annunciato un progetto che ne prevedeva la demolizione, "distruggendo questo complesso che era stato dichiarato Bene di Interesse Culturale, e con ciò, anche uno stile di vita, un insieme di relazioni sociali e umane." È su queste che il fotografo ha incentrato il suo lavoro.
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Le abitazioni condannate alla distruzione erano in tutto 1651, comprese le 168 che formano il Clot. "È un complesso imponente che si affaccia al mare. È visibile da qualsiasi punto del quartiere, eppure i suoi abitanti sono del tutto invisibili." Chi sono gli abitanti? "Sono famiglie povere. Tutte molto legate a Cabanyal e al Clot. Molti sono nati nelle catapecchie che circondano il blocco di Los Portuarios, costruito nel 1957 per i lavoratori portuali e ultimo segno del passato dell'area. Negli anni Novanta buttarono giù le case e rimase solo un edificio."Il progetto sul Clot (che significa buco) di Jorge López è iniziato due anni fa. "Il mio obiettivo," spiega il fotografo, "è pubblicare un libro, che spero di far uscire nel 2016." Da cosa deriva l'attrazione per questo blocco di cemento e per la sua gente? "Sono di Valencia, eppure non avevo mai sentito parlare di questa zona e delle sue problematiche. Un giorno sono passato di là con un'amica che vive in un quartiere vicino. Ho scoperto la costruzione, che si ergeva solitaria come una fortezza sul mare. Ne sono rimasto affascinato, e il giorno dopo sono tornato con la macchina fotografica. È stato un processo a tratti difficile, ma che mi ha dato moltissime soddisfazioni."
