FYI.

This story is over 5 years old.

Stuff

La minaccia dei porno-troll

Il sito di Hunter Moore è il modo più brutale per vendicarsi del proprio ex su internet.

Aggiornamento: nelle ultime ore, Hunter Moore ha annunciato la chiusura di isanyoneup.com, il cui dominio è stato acquistato dal sito contro il bullismo BullyVille.com. In una breve lettera che ripercorre i mesi successivi all'apertura di isanyoneup.com, Moore anticipa inoltre il lancio di un progetto a carattere benefico.

Se il tuo ex ti odia, Hunter Moore è pronto a rovinarti la vita. Con il sito isanyoneup.com, Hunter è diventato il Larry Flint della pornovendetta, e invita amanti abbandonati a mandargli foto senza veli delle loro ex per poi pubblicarle insieme a informazioni personali e a uno screenshot della pagina del profilo Facebook. Aggiungete la storia di copertina dedicatagli dal Village Voice (in cui dichiara che non gli può fregare di meno se quello che fa porta la gente al suicidio) e centinaia di troll della rete, che se la prenderanno selvaggiamente con le tette o il corpo o il pene dell’ex in questione, e il gioco è fatto. Non sorprende che la grande maggioranza di post sul sito siano di donne.

Pubblicità

La rete è piena di cose utili: informazioni, opinioni, memi, social network, video, pornografia. Ma al di là di tutto ciò, e fin dalla sua nascita, Internet ha un'altra, importantissima, funzione: il trolling.

I troll sono ovunque, dal commento più votato su YouTube (di solito in un'elegante e profonda variazione sul tema di “Questa roba è ancora più gay del porno gay”) fino al mio profilo personale su Facebook. Posso pubblicare qualsiasi cosa, da una foto della mia gita al Bronx Zoo a un aggiornamento sulle mie vacanze e, invariabilmente, tra i commenti ne compare almeno uno dal contenuto sarcastico, che prende in giro la foto e/o il suo soggetto (molto spesso io). Di solito, l’autore è uno dei miei amici più cari. Probabilmente nella mia cerchia di amici ho più troll della persona media: scrivo spesso di tecnologia, e tra le mie conoscenze virtuali c'è un numero sproporzionato di programmatori (i troll peggiori).

Internet è una specie di incubatrice di tutti i peggiori aspetti dell’umanità. Protetti dall'anonimato, possiamo, e lo facciamo, dire le cose peggiori che si potrebbero immaginare. A ciò si aggiunge la pornografia, che nella rete trova lo spazio sicuro per eccellenza. Il colpo di genio di Hunter Moore sta nell'aver combinato i due aspetti. Aggiungere informazioni personali è quell’ingrediente neanche così segreto che porta tutto a un'altra dimensione. Non stai più insultando uno sconosciuto a caso, ma uno di cui sai il cognome e il numero di telefono. Vedi il suo profilo Facebook. Sai dove studia o lavora, chi è sua sorella e che band ascolta.

Pubblicità

Il trolling può avere molte forme, alcune fastidiose quanto innocue. Il trolling sul sito di Moore è più simile a un cyber bullismo. Non ci troverete molte parole di incoraggiamento o molti complimenti, anche se ci sono un sacco di commenti sui corpi delle ragazze, e a ricorrere è soprattutto la frase “mettile un sacchetto in testa” (così da poterla scopare senza dover vedere quella sua faccia). Anche se il trolling e il cyber-bullismo non sono rivolti solo ed esclusivamente alle donne e ai loro corpi—l’intera rete è piena di commenti razzisti e omofobi—il sito di Moore punta più che altro a far vergognare le donne (e qualche sparuto uomo) per le loro foto provocanti.

Ad essere particolarmente sinistra è la specificità con cui il sito colpisce. Per alcuni, l’idea di insultare una persona, o rovinarle la vita (almeno per un po’) è allettante. Internet fornisce un mezzo in cui il consumo rapido si è trasformato in rapida desensibilizzazione. Alziamo continuamente la posta in gioco, ansiosi di passare al prossimo. La pornografia si fa più violenta. Il trolling più aggressivo. L'intrusione nella sfera sessuale di una persona è una violenza quasi disumana.

Ma per Hunter Moore e chiunque altro gestisca un sito basato sul trolling, si tratta di soldi. Nella sua chiacchierata col Village Voice, Moore afferma che se qualcuno si uccidesse dopo essere comparso su isayoneup.com, l’odio che gli verrebbe di rimando sarebbe devastante. Ma l’odio, come ogni altro tipo di attenzione, può fruttare soldi: "Sai quanti visiterebbero il sito? Tutte le ricerche su Google, i reindirizzamenti, la stampa…”

Dire che il trolling nasce dal desiderio di contrastare la scarsa autostima distruggendo uno sconosciuto solo perché si è protetti dall’anonimato è riduttivo. Ma non per questo è meno vero. È uno sfogo della violenza che molti trattengono dentro di sé. E quando la nostra cultura definisce l'intimità sessuale e le immagini sensuali e provocanti come l’aspetto più intimo di una persona—quando il modo più volgare per rivolgersi a una donna è chiamarla puttana—allora forse con questo sito abbiamo raggiunto una nuova frontiera della brutalità.

Su isayoneup.com, le foto e il trolling che ne segue emergono come una sorta di punizione, e la colpa è quella di essere persone promiscue, o semplicemente sessualmente attive. E dal momento che hanno mentito o il loro ex è di cattivo umore o sono state abbastanza ingenue da fidarsi di qualcuno al punto da lasciargli loro immagini personali, le "troie" e le "puttane" hanno quello che si meritano. Ma siccome il sito è per lo più popolato da donne, e la nostra idea di donne segue ancora la distinzione binaria tra "buona" e "cattiva", il sito di Moore è, in questo senso, di vecchio stampo. È un modo perverso di rinforzare l’idea vittoriana della donna come proprietà. Non siate cattive ragazze, ragazze. Non vorrete finire nude in rete.

Segui Kelly su twitter: @kellybourdet