Il basso a mille Watt

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Musica

Il basso a mille Watt

Abbiamo intervistato il leggendario Mike Watt, che sta per arrivare all'OffSetFest col progetto Il Sogno Del Marinaio, e abbiamo avuto tempo di parlare anche di birra.

La storia del rock insegna che ci sono dei miti, e questi miti possono essere devastati nel giro di mezzo secondo: di solito basta parlarci e accorgersi che sono delle teste di cazzo. Nel caso di Mike Watt, per fortuna, non è affatto così, anzi ci troviamo di fronte a uno come noi: gli piacciono le birre e gli piace rispondere alle domande, ma a volte anche no, come tutte le persone dotate di senno. È di un'umanità disarmante e si firma sempre con un esplicito "on bass, Mike", a sottolineare che il basso è una vera ragione di vita. Lo strumento era una delle armi più potenti dei Minutemen, la storica band che in un quinquennio ha rivoluzionato il concetto di punk e post-punk con approccio eclettico, completamente fuori dagli schemi del rock come lo intendiamo. Nei loro dischi c'era di tutto, e ancora oggi Mike continua a sperimentare su quel versante un po' come Bob Moog continuava a perfezionare l'analogico mentre impazzava il digitale. Approfittando della sua partecipazione all'OffsetFest col nuovo progetto Il Sogno Del Marinaio ( il primo festival in assoluto dell'etichetta Offset del buon Christian Scarola, specializzata in musiche di pezzi grossi fra il serio e il deviato: come potete vedere, tale manifestazione ha una line up di tutto rispetto ), gli facciamo un paio di domande sul suo passato e il suo futuro.

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Il sogno del marinaio si esibirà il 14  ottobre al magazzino sul Po a Torino. Sarà l'occasione per ascoltare la vita di Mike Watt, il cui treno musicale fischia sempre avanti, un viaggio sonoro che è soprattutto trasformazione della sofferenza in gioia e arte. Uno che da anni cita continuamente il suo ex compare D. Boon, l'amico inseparabile tragicamente scomparso in un incidente stradale a soli ventisette anni, chitarra acuminata e cofondatore dei Minutemen con Mike, non può che avere un cuore grande come un basso di pesante legno pregiato. E' qualcosa d'insieme commovente e coraggioso sentirlo parlare di lui. Anche noi vorremmo nel nostro piccolo, dedicare questa chiacchierata a D. Boon, perché dall'alto ci protegga dal male del music business. Perché il rock, il VERO rock, non si può fermare.

Noisey: Iniziamo con una domanda frivola… Qual è la tua birra preferita?         Mike Watt: Mi piace la lager bella fredda e granulosa senza retrogusti sfigati. Mi piacciono le birre messicane tranne assolutamente la Corona e tutte le altre in bottiglia trasparente, Dos Equis, o Tacate. La  Victoria è buonissima, e anche la Pacifico. Mi piacciono anche la Modelo, la Estrealla Jalisco e la Montejo.

Immagino che molte persone ti facciano innumerevoli domande sui Minutemen. Come ci si sente a iniziare come punk, venire etichettati come art rock e finire come padrini del post rock?
Credo che oggi nessuno conoscerebbe me e Boon se non fosse stato per il movimento punk. Boon una volta ha detto che "il punk è stato tutto quello che ci pareva", il che vuol dire che non è tanto un genere musicale quanto uno stato mentale. Sono molto fortemente d'accordo. Il fatto che hai usato il termine "etichettati" direi che la dice lunga.

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Molti parlano dei Minutemen cone esponenti di un "punk hardcore ideologico", un progetto molto orientato politicamente, per molti versi. Ma voi eravate anche in sintonia con il surreale, avevate dei testi molto astratti. Captain Beefheart era fonte d'ispirazione per voi per cui…l'ideologia può anche essere qualcosa di "divertente"?
Daje Captain Beefheart! Parli dei testi? D. Boon diceva che le parole nelle nostre canzoni erano "pensieri a voce alta". La cosa più politica della band era nel modo in cui era organizzata: a Boon non piaceva che la chitarra fosse predominante sul basso e la batteria, voleva che evitassimo le gerarchie. Daje Emma Goldman! C'è una strofa di Captain Beefheart che mi piace particolarmente, viene da "Strictly Personal", eccola:  We won't need to talk we won't need to walk on tomorrow rush comes the love shapes to share shapes love love love on tomorrow baby spring son yellow wings red skies showing on lively ivy growing on tomorrow wish your way around hair stingin' to the ground silver streams all our dreams cleansed free of sorrow love love love love love love lush skies above shapes to share shapes peace escapes to play away today tomorrow mothers graze on grasslands grazin' woman stands on today's shiftin sands grazin woman stands and baby springs on golden wings flies free of sorrow (flies free of sorrow) on tomorrow woman grazin on grasslands…..on which it stands we're all brothers on tomorrow yeah we're… Roba seria!

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Ecco, a proposito di roba seria: la storia del gruppo non è stata facile, anzi. E' stata piuttosto pesa. Ma …quail sono I moment di gioia che ricordi di più nel periodo con la band? 
Non mi abituerò mai al fatto che le persone si possono perdere per sempre, è la lezione più dura che ho dovuto imparare. Ogni volta che suonavo con Boon mi giravo a guardarlo, e non sono mai stato tanto spaventato quanto appena prima di guardarlo.

Perché secondo te tanta gente dice che Double Nickel On The Dime è il migliore lavoro dei Minutemen?  Sei d'accordo? Io ad esempio preferisco il primo, Paranoid Time. Qual è il tuo preferito?
Personalmente anche io penso che il migliore su cui abbiamo lavorato sia Double Nickel… Perché? Be'… [in italiano]: "Non si può rispondere a tutto".

Hahaha.. vero.  E invece che mi dici dei Reactionaries?
Boone entrò in quella band solo per me. Non scrisse neanche una canzone, anche se quando suonava ci metteva il cuore. Quando ne uscì io non riuscii più a portarla avanti, per cui finì. La verà band erano i Minutemen. Mi manca un sacco Martin Tamburovich.

Parliamo dei fIREHOSE… Un gruppo per il quale la definizione di genere è davvero difficile. Perché vi siete sciolti proprio quando siete arrivati alla Columbia? Non era il momento giusto per ottenere un po' più di "successo"?  .
Ed fROMOHIO mi aiutò a superare un periodo veramente difficile, dopo avere perso Boon era molto dura. Facemmo venti tour in sette ani e mezzo. Era arrivata l'ora di lasciar perdere. Non c'entrano niente il successo o la Columbia.

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Tornando sul tema del "successo": che ne pensi della tua esperienza nel progetto Ciccone Youth con I Sonic Youth? Credo che sia molto fico il tuo innesto. È stata un'esperienza importante per te?
Il progetto Ciccone Youth è stato davvero importante perché era la prima volta dalla morte di Boon che lavoravo a un progetto che non fosse solo mio. Ad ogni modo, io ho partecipato solo al singlo su New Alliance. L'unico pezzo dell'album in cui ho suonato è stata la versione demo di "Burning Up", in tutto il resto non ci sono.

Hai qualche bassista di riferimento? Da dove viene il tuo stile?
Probabilmente la mia prima grande influenza è stato Jack Bruce. Di bassisti americani direi James Jamerson e Larry Graham… No, aspetta, anche Joe Bouchard e Dennis Dunaway… Oltreoceano: John Entwistle, Trevor Boulder, Andy Fraser, Geezer Butler… Un sacco di gente. Adoro anche Dave Alexander e Ron Asheton quando suonava il basso negli Stooges.

Qual è la tua idea di "free music improvvisata"? Perché io penso che tu cambi stile da progetto a progetto.. Per esempio nel supergruppo Unknow Instructors qualche volta sembra che ci sia qualcosa di scritto ma…
Il prossimo album degli Unknown Instructors, che sarà il quarto, contiene dieci tracce tutte scritte da me al basso. Poi George Hurley ci ha messo delle drums e J Mascis ci ha jammato sopra. L'ultimo a inserirsi è poi Dan McGuire, il poeta. I primi tre album erano improvvisati, e Joe baiza editava le jam. Il mio improvvisatore preferito è John Coltrane. Mi piace molto anche Damo Suzuki.

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Nel disco dei Dos Justamente Tres posso sentire molto di piu' il tuo modo di suonare. È veramente "un basso che viene dal cuore". Forse un Mike Watt intimista come non mai. Cosa è successo alla band? Era una roba davvero poetica.
Dos è stata una band di cui ho fatto parte per quasi trent'anni, ed è stata davvero importante per me, fondamentale per lo sviluppo del mio modo di suonare il basso e per capire la mia direzione. Kira mi ha insegnato moltissimo. È basso che viene dal cuore. Molti pezzi dei Dos sono diventati canzoni dei fIREHOSE.

Sei iperattivo…hai suonato per chiunque, non ti sei mai risparmiato nell'imbracciare lo strumento o nel fondare progetti. Per esempio hai anche suonato nell'ultima emanazione degli Stooges: com'è stato fare parte di una leggenda?
>Agli Stooges devo il mio periodo musicale migliore. Ho adorato tutti e centoventicinque i mesi in cui ho suonato con loro e ho davvero imparato tanto. Sono stati anche molto gentili con me, ero il loro fratellino minore. Senza Stooges non avremmo mai avuto il punk, è stato incredibile.

Parliamo del tuo nuovo progetto, Il Sogno Del Marinaio. Penso sia molto "no wave oriented", una versione math rock di un gruppo jazz….Riesci a descrivere che cosa avevi in mente quando hai iniziato questa nuova avventura? 
A dire il vero, non è un mio progetto ma una vera collaborazione. Compongo solo un terzo del materiale. Sono stato scelto dagli altri ragazzi per suonare con loro. Sono io lo studente nella band, non è come per i  Missingmen o i Secondmen che sono band tutte mie. È più come Cuz, il progetto a cui ho lavorato con Sam Dook. Mi piace tantissimo suonare con i miei fratelli in Il Sogno Del Marinaio. Qui c'è scritto come è iniziato tutto (scorrete in basso).

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Sei felice di partecipare all'"OffsetFest "? Che cosa ne pensi della scena italiana? Hai qualche gruppo italiano o qualcosa del genere di cui sei fan? 
Sono molto onorato di fare parte di questo festival, davvero. In Italia c'è Manlio dei Neo è un chitarrista incredibile che ammiro da matti. Il jazzcore italiano di dieci anni fa era pazzesca, mentre oggi mi piacciono i Chronics di Ravenna e gli Spacepony​. Ovviamente i 3/4HadBeenEliminatedsono una grande band, poi penso che gli Zu spacchino tutto, grande rispetto per loro. Anche gli Tsigoti e i Dagger Moth. Molte delle uscite Leper Productions sono fighe.

Fra tutti I bassi che usi qual'è il tuo preferito? Qual è il basso che hai sempre sognato e non hai mai potuto suonare? Pensi che lo strumento sia una parte importante del tuo stile o sei più dentro all'andazzo punk tipo "suona qualsiasi cosa e statti zitto?"       
Mi piace molto il mio Fender Precision del 1956 con pickup Thunderbird pickups. Mi piace il mio Larry Graham Moon del 1996. Mi piace il Dan Bass (Gibson EB-0) del 1965, l'Andy Bass (Gibson EB-3 del 1969) e il mio Gibson EB-2 del 1959. Mi piace il mio Gibson Thunderbird del 1967 non rovesciato. Mi piace anche un basso della Reverend Guitars chiamato Wattplower che uscirà nel 2017 a cui stiamo lavorando da sette anni. Non credo di avere un basso preferito, mi dispiace. Mi piace l'Hofner Beatles fatto in cina che ho usato in tour con Tav Falco. Sono un punk del basso, nel senso che provo a considerarlo come uno skateboard. Mi piace molto il ruolo "politico" del basso: fare bella figura facendo fare bella figura agli altri.

Ti senti più autore, bassista, cantante o tutte queste cose assieme? Qual è il tuo metodo di comporre (se ne hai uno)?
Parto quasi sempre dal titolo di un pezzo. Mi piace comporre quasi sempre a partire dal basso, ma nel caso dei missingmen compongo con una delle telecaster di Boon.

Quali sono I tuoi progetti per il futuro? Ci saranno sorprese per i tuoi fan?
Sto lavorando ai nuovi album sia di Missingmen che Secondmen e ora che entrambe hanno fatto il loro lavoro li metterò assieme per quella che sarà l'opera terza dei Missingmen e l'opera seconda dei Secondmen. Questi album sono per lororo e non per un'opera. Se lo meritano! Invece Il Sogno Del Marinaio sta lavorando a un pezzo di nove minuti intitolato "Lo Sguardo Focalizzato" che vorrei far uscire per il prossimo tour (autunno 2017).

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