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No, Daenerys Targaryen non è l'eroina di 'Game of Thrones'

Nonostante ce l'abbiano fatto credere per sette stagioni, l'ultima puntata ha fatto intendere che la Madre dei Draghi non governerà gli occidentali.

Per sette stagioni, Deanerys Targaryen è stata il personaggio più amato dai fan di Game of Thrones. La abbiamo vista superare la morte, i deserti, la guerra, lo stupro e le siamo stati accanto nella sua struggente missione per sradicare pratiche opprimenti come la schiavitù, l'appropriazione indebita e la violenza. (Anche se nella sua evoluzione è stata accusata di cadere nel "modello del salvatore" presente in Avatar, Pocahontas, eccetera, e la sua affermazione di appropriarsi dei Sette Regni è radicata nel concetto di monarchia ereditaria). Dany è stata la star delle nostre vite, ed è spesso il personaggio a cui gli appassionati fanno riferimento a dimostrazione del fatto che Game of Thrones è una serie che parla di donne forti che "distruggono il patriarcato." Alla fine, l'episodio della scorsa domenica ha fatto rapina di questa bella speranza e svelato che non sarà lei a governare l'Occidente.

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Fino ad adesso, c'erano degli indizi a sostegno della visione per cui Game of Thrones sarebbe la storia di Daenery, e che il suo destino sia quello di salvare il mondo non solo dalla cattiveria degli uomini ma anche dalle forze soprannaturali. Ma per capire come il suo ruolo sta cambiando—o come è stato frainteso fin dall'inizio—dobbiamo capire come la Madre dei Draghi si posizioni in un universo che è più grande di quanto si aspettasse.

Si può cominciare dalla relazione di Dany con la leggenda di Azor Ahai, una prominente figura della mitologia del Signore della Luce. Migliaia di anni fa, Azor Ahai ha forgiato la Spada Rossa degli Eroi, che secondo la sacerdotessa rossa Melisandre è l'unica arma in grado di sconfiggere il Dio dell'Oscurità (il dio del freddo e del male che è la nemesi del Dio Rosso, e una possibile descrizione dell'Esercito dei Morti guidato dagli Estranei.) Ma Azor Ahai ha pagato un grande prezzo per liberare i veri poteri della spada, infilzando la lama nel cuore di sua moglie, Nissa, come sacrificio. La profezia di Melisandre narra che Azor Ahai risorgerà tra il sale e il fumo nelle vesti del "principe prescelto", brandendo una lama infiammata per uccidere di nuovo i nemici.

Precedentemente nel corso della stagione era stato affermato esplicitamente che la profezia di Azor Ahai probabilmente era stata tradotta male, per quanto riguarda il genere del salvatore. "Solo il prescelto può portare la una nuova alba," dice Melisandre a Dany, la quale risponde, "Temo di non essere il principe." Nel libro, Maester Aemon dice a Samy Tarly che "nessuno ha mai parlato di una donna…era un principe a essere il prescelto, non una principessa" e che "la svista deriva da un errore nella traduzione. I draghi non sono maschi né femmine…ma possono essere l'uno e l'altro, mutabili come una fiamma."

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E mentre i fan che hanno letto i libri da tempo sospettavano che la profezia di Azor Ahai riguardasse Jon e non Dany, l'ultimo episodio lo ha assolutamente confermato. Non solo il primo scontro con gli Estranei ha annientato le sue risorse (ha già perso un drago), ma ha fatto convergere la sua storia in quella di Jon. E nonostante lo stato sempre più regale di Jon, adesso, se si considerano non solo le perdite del suo esercito ma anche il maldestro "assassinio" del suo personaggio nell'ultimo episodio, sembra estremamente improbabile che Dany governerà sull'Occidente.

In un improbabile confronto tra Dany e Tyrion, la Madre dei Draghi parla a sproposito degli "eroi", che accusa di fare "le cose più stupide, più coraggiose"—proprio gli stessi atti che lei ha commesso solo due episodi prima, quando ha ignorato i consigli e si è buttata in una battaglia per sconfiggere l'armata dei Lannister, o quando ha sfidato lo stregone di Qarth, per fare alcuni esempi. In seguito, si rifiuta di ammettere di aver mai perso la calma—cosa di cui si è vantata nella seconda stagione, quando lo rivendica dopo che Xara Xhoan Daxos dice, "Lei è la Madre dei Draghi, ti aspetti davvero che guardi il suo popolo morire di fame senza scatenare l'inferno?"

E forse la cosa peggiore è che Dany rispedisce al mittente tutte le perplessità di Tyrion sui suoi programmi per "rompere la ruota", dicendogli ripetutamente, "Parleremo della successione dopo che indosserò la corona." Si tratta del più grave tradimento al suo personaggio, e sembra poco plausibile che non abbiano mai affrontato il tema di cosa fare dopo aver conquistato il continente con un'orda di Dothraki. Perché Dany, dopo tutte quelle battaglie vinte per una società più giusta in Oriente, si rifiuta di parlare di come distruggere l'attuale classe dominante dell'Occidente con uno dei loro leader più rispettati?

È una cosa che in GoT abbiamo già visto: i producer hanno deciso di aggiungere in fretta e furia una carrellata di difetti in Daenerys, in modo che gli spettatori si sentissero meno in colpa quando veniva fatto intendere che Jon è il vero (ovvero maschio) erede al trono, nonostante Dany sia la Targaryen più grande e abbia anche riportato in vita i draghi dopo centinaia di anni che erano estinti. Anche se Emilia Clarke è molto brava nella parte, è piuttosto strano che dica a Jon che perdere un drago, uno dei suoi figli, è stato un sacrificio necessario per avere la certezza che lui aveva ragione. Quando Jon la chiama "mia Regina", lei risponde, "Spero di meritarmi il titolo"—e anche se sicuramente è un momento in cui la mano viene un po' calcata sull'emotività per prepararci al fatto che i due stiano per fare sesso, sembra un po' l'opposto del suo carattere. Lei, per come è fatta, dovrebbe rispondere con la promessa di un futuro migliore, o più oscuro, a un tale proclama di fedeltà. Invece qui dimostra una specie di incuria, o rassegnazione, alla propria condizione.

I due eroi principali stanno qui sancendo un "patto" per lavorare insieme: Jon accetta che Dany governi su tutti i re dell'Occidente, incluso se stesso, e Dany promette di aiutare a sconfiggere l'Esercito dei Morti. Ma anche se è Jon quello che si inginocchia, è Dany quella che scende a compromessi che riguardano non solo la sua guerra, ma anche la sua vicenda personale.