FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Le recensioni della settimana

Quali dischi ci hanno fatto esprimere delle opinioni questa settimana: Roger Waters, Ernia, Snoop Dogg e altri.

Noisey è cresciuto e non usa più le faccine col vomito, ma le recensioni restano sempre scritte da persone piene di problemi che non vogliono necessariamente essere prese sul serio.

ROGER WATERS
Is This The Life We Really Want?
(Columbia)

roger waters is this the life we really want recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Erano 25 anni che il grande vecchio non si faceva sentire con un disco inedito, ed è diciamo – per chi come me ne è fan- emozionante sentire ancora la sua voce, che con la vecchiaia si è fatta più increspata, cruda, in un certo senso anche più commovente. I testi rimangono sempre la cosa più bella di Waters, riuscendo ad essere politici e intimisti allo stesso tempo, senza alcun pelo sulla lingua sia lessicale che emotivo. Dal punto di vista musicale invece il nostro è come se fosse indeciso se prendere il suo passato e gettarlo alle ortiche o fare lunghi passi avanti, verso uno stile più elegiaco: è chiaro che se citi in maniera letterale brani che furono (in questo caso "Pigs on the Wing", o la onnicitata "Welcome to the Machine", o la pluricoverata "Have a Cigar" per dirne qualcuna) lo fai per liberartene, soprattutto se poi ci infili dei momenti che sembrano presi di peso dalle demo di the wall, con sintetizzatori doloranti, malvagi, che sprizzano malessere da tutti i pori ( vedi il singolo "Smell the roses"): però quando Waters decide veramente di pensare a se stesso e non ad i suoi ex bandmate escono delle perle come "the last refugee", per non parlare del fatto che la produzione di Godrich, anche se claudicante, riesce a dare un sapore contemporaneo anche a questa roba, come già fu con McCartney. Siamo d'accordo, gente come i Master Musicians of Bukkake hanno saccheggiato Waters e i Floyd di Welcome… in maniera spudorata, ancora oggi il vecchio repertorio a livello di ispirazione fa mangiare molti act contemporanei, quindi che problema c'è se il padrino di tutto ciò vuole rimettere i puntini sulle i? Il problema semmai è che di gente come Waters abbiamo comunque bisogno, anche se dovesse fare un disco solo con una nota. Come dite, l'ha già fatto? E vabbè allora tenetevi i Radiohead.
ARIEL PINKFLOYD (DB)

Pubblicità

ERNIA
Come Uccidere un Usignolo
(Thaurus)

ernia come uccidere un usignolo recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Mi piace molto il fatto che Ernia sia arrivato ad abbracciare quasi letteralmente il titolo di To Kill a Mockingbird in qualcosa di suo ma senza farlo a gamba tesa, come a dire "AH GUARDA STA CITAZIONE CHE TI SPARO". Lo usa invece per intavolare, nel pezzo che dà il nome al disco, un racconto auto-analitico che torna ai tempi dei Troupe D'Elite, alla "ferocia con cui ci davano contro", e si esplicita in un racconto di facile lettura metaforica—lui usignolo contro gli hater volpi, "sotto a radunarsi in gruppo". È un raro caso di argomento-standard del rap raccontato in modo un po' naif e diverso dal solito, da una persona che effettivamente è passata per un'odio esagerato. Mi suona quindi super sincero, Ernia, e il fatto che la sua scrittura tiri fuori con uguale facilità aneddoti di quelli che ti fanno dire, "hey, wow, figo, interessante, costruiamo una narrazione personale" ("Ti ricordi Mario? L'inverno del 2006 appena dodicenni / Pensarti son passati dieci inverni / Lo stesso che comprammo una pistola da quel tipo dietro Trenno") e momenti di cazzutaggine ben riusciti (tutte "QT" e "Madonna") rende questo EP (Album? Mini-album?) una conferma della crescita del suo autore.
IL TUO AMICO UGO (EA)

SNOOP DOGG
Neva Left
(Empire)

snoop dogg neva left recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Snoop Dogg nel 2017 è innanzitutto un personaggio mediatico, prima ancora che un musicista. Dico la stessa cosa anche di Kanye West ma quello mi frega: per quel motivo non ho ascoltato The Life of Pablo per un sacco di tempo ,per poi scoprire invece che era un capolavoro, uno dei tre migliori dischi mainstream usciti in questo decennio (gli altri due sono Take Care di Drake e l'omonimo di Beyoncé). Snoop, tanto simpatico, ma ormai come musicista diciamo che il meglio lo ha già dato… e anche lui ci frega con un disco che non cambierà le sorti della musica ma, sorpresa!, è un gran bel disco rap abbastanza old school (si apre con un brano che usa come base lo stesso campione di "C.R.E.A.M." dei Wu Tang), abbastanza west, e fatto come si deve. Se il suo contributo alla storia della musica lo ha già dato con Doggystyle e qualche bomba sparsa qua e là (tipo quella "Drop it like it's hot" - il cui merito va molto ai Neptunes, ok - che è ancora anni luce avanti adesso, ed è uno dei pezzi chiave della black music post 2000), non saprei dire da quanto Snoop non buttava fuori quello che si può definire un gran bel disco rap, e ok che se ti chiami Snoop Dogg non farai troppa fatica a circondarti di produttori e featuring di livello assoluto, e il flow ce l'hai, però bisogna pure avere la voglia. Bravo Snoop.
DOGGO THA DOGG (FS)

Pubblicità

ALT-J
Relaxer
(Infectious)

alt-j relaxer recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Gli Alt-J sono stati—forse—l'ultimo fenomeno indie britannico. Per fortuna? Boh, chi lo sa? Sta di fatto che, nel 2007 con An Awesome Wave, avevano tutti gli ingredienti giusti al momento giusto per diventare quello che sono diventati. C'era del postmoderno, riferimenti all'internet, synth compressati, loop, coretti melodici, fascino nerd e tutto questo mentre la vaporwave e la meme culture stavano per conquistare il mondo. Non a caso, pochi mesi dopo il loro debutto stavano girando il mondo tra festival per figli di papà e clubbettini "in". E tutto questo non sarebbe stato un problema se nel frattempo avessero pensato a reinventarsi, crescere o finire l'università. This Is All Yours—il loro secondo disco—è stato, infatti, una brutta copia del primo. E indovinate un po'? No, Relaxer non è un'ulteriore brutta copia: è solo un disco che rimane in superficie, fatto di pezzi che se li senti al contrario suonano uguale—o forse meglio, tranne che per "Deadcrush" e "Last Year": unici due tentativi interessanti in cui i nostri provano a uscire dalla loro confort zone. Comunque sia, sono abbastanza convinto che anche quest'anno beccherete gli Alt-J in giro, qualche amico ve li metterà su Spotify mentre state fumando sul suo divano e che venderanno un discreto numero di copie. Io continuo a non capire perché ma forse non lo sanno neppure loro.
PAUL EMICHETTA (LB)

Pubblicità

SIEVEHEAD
Worthless Soul
(Static Shock)

sievehead worthless soul recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

I Sievehead da Sheffield avevano già dimostrato una capacità autoriale sorprendente con il loro primo album Into the Blue e il seguente 7" su Static Shock Buried Beneath. Tanto per cominciare, per presentare questo Worthless Soul i tre si sono sparati un tour europeo con una furgonata di amici con cui hanno messo a ferro e fuoco tutto il continente, compresa la cantina di Casa Occupata Gorizia a Milano due settimane fa, un concerto che i presenti non dimenticheranno facilmente. Ora, con le immagini di quel concerto negli occhi, il disco è a dir poco emozionante: i tre si muovono senza sforzi tra UK DIY, punk intimista alla Wipers e stomp rock'n'roll, con la voce di David che passa dall'ululato drammatico al recitato con quel timbro profondo e quell'accento del Nord in grado di dipingere scenari estremamente evocativi. È un disco maturo, profondo, malinconico come la sua copertina ma esaltante nella sua narrazione, in cui ogni pezzo ha il potenziale di essere cantato a squarciagola agitando i pugni in aria. Per una volta ci troviamo davanti a un gruppo punk importante, e non vediamo già l'ora di un nuovo album, anche perché potrebbe significare un altro spettacolare concerto.
NO HOPE FOR THE KIDS FOR THE KIDS (GS)

BUDDY & KAYTRANADA
Ocean & Montana
(Autoprodotto)

buddy and kaytranada ocean and montana recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Metti insieme uno dei migliori mc che stanno venendo fuori al momento con un superproduttore tra i migliori su piazza e cosa ottieni? Cinque canzoni per un quarto d'ora di gran rap con produzioni contemporanee (senza essere trap) e un lavoro che può piacere potenzialmente a tutti, sia a chi è in cerca di gente che sappia rappare come si deve, sia a chi non è troppo preso bene per le ultime derive del genere ma anche a chi non vuole roba eccessivamente old school. Non è chiaro se questa collaborazione resterà un unicum o se i due abbiano in mente di espandere il progetto (quello che è sicuro è che Pharrell ha intenzione di fare roba con entrambi) ma ci auguriamo che lo facciano, perché potrebbe uscirne un disco davvero notevole. Altrimenti ci terremo stretti questo EP molto riuscito e molto estivo, e saremo contenti così.
MCLOVIN (FS)

Pubblicità

MARIKA HACKMAN
I'm Not Your Man
(Sub Pop)

marika hackman i'm not your man recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

La prima volta che ho ascoltato I'm Not Your Man di Marika Hackman stavo mangiando un gelato al cioccolato e nocciola ma sono sicuro che non c'entra col fatto che lo abbia ritenuto un buon disco. Marika Hackman, infatti, non è la solita artista folk mediocre: tutto il disco è un buon punto d'incontro tra il britpop e il fare slacker/lo-fi alternative americano. Ecco immaginatevi tipo Damon Albarn che suona Kurt Vile. Oddio no, è un'immagine bruttissima. Vabbè, insomma, avete capito. Oltre a questo,—a partire dal titolo del disco—c'è una costante ironia nei testi, del femminismo e una sorta di nevrosi claustrofobica che rende il tutto ancora più autentico. Forse, mi sono innamorato e sto spendendo delle belle parole dopo aver guardato sette volte il video di "Boyfriend". Vabbè, nel dubbio Marika scrivimi per mail che ne parliamo: leon.benz@vice.com.
IL TUO UOMO (LB)

PAPA ROACH
Crooked Teeth
(Eleven Seven)

papa roach crooked teeth recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Non tutti lo sanno, ma i Papa Roach non hanno mai smesso di cacciare dischi con disarmante regolarità. Io non lo sapevo, per esempio. Pensavo fossero morti di selfhate adolescenziale dopo Getting Away With Murder, e invece no, sono ancora qui. Anzi, a parte un batterista, sono addirittura gli stessi Papa Roach che debuttarono esattamente vent'anni fa con quel manifesto di americanesimo disagiato di Old Friends From Young Years, disco inascoltabile registrato in cantina dai pischelli di quartiere se ce n'è uno. Forse proprio per questo, pur con vent'anni in più sul groppo, i Papa Roach continuano a fare esattamente le stesse cose che facevano magari non proprio nel 1997, ma sicuramente nel 2000. Crooked Teeth non avrà mai la sua "Last Resort" o "Time And Time Again", sicuramente il peso dei decenni incide sul quantitativo di zucchero della seconda metà dell'album, ma per essere dei quarantaequalcosenni Shaddix e soci entrano ancora bene nei loro jeans strappati da diciottenni quando riffano su quei ritornelli sfigatissimi da scuole superiori. Nel senso che i Papa Roach nel 2017 fanno ancora esattamente lo stesso schifo che facevano nel loro periodo d'oro, a inizio millennio. Ciò non gli impedisce di voler essere amati.
STORYOFA BROKENSOUL (AB)

Pubblicità

OMAR SOULEYMAN
To Syria, With Love
(Mad Decent)

omar souleyman to syria with love recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

C'è da dire che uno come Souleyman oggi come oggi è importante. Primo, perché in una situazione politica disastrata come quella siriana, l'amore struggente cantato da Omar è il modo migliore per esorcizzare metaforicamente tutta questa situazione di merda e tornare alla cosa più sacra della vita, cioè l'amore che è evidentemente l'unica cosa che ci può salvare tutti. Questo a dispetto del fatto che il nostro sia stato sdoganato a cazzo, decontestualizzato, divenuto da maestro di cerimonia dei matrimoni a fenomeno di costume, in un certo qual modo anche vampirizzato da un neocolonialismo musicale di ritorno per cui sticazzi di quello che dice, andiamo a vedere Souleyman che fa i balletti. Il disco nuovo è nello stesso tempo classico e innovativo, anzi supera il problema facendo un disco fiero: se non altro perché quello che gli interessa è parlare alla sua terra, non a noi occidentali col culo caldo in fissa con avanguardie de sta minchia (anche se poi i sintetizzatori che spara a martello sono sempre superiori alla media mondiale). Se ne fotte dell'avanguardia e degli hipster, perché ha cose più importanti da cantare. Quali? Beh cercatevi i testi, traducete, datevi una smossa, non fate i soliti affezionati al dark tourism musicale. Qui c'è il futuro della pace, che lo crediate o no.
PICCOLO EROE SIRIANO (DB)

DUA LIPA
S/T
(Warner)

Pubblicità
dua lipa recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Chi è Dua Lipa e perché ha fatto un disco da 17 tracce? Apposta per attaccarmi al computer per tutto questo tempo? Se la cerco su Google mi appare un articolo di Papermag che sentenzia "Dua Lipa is your new favorite pop star", che mi sembra un titolo abbastanza impegnativo. La storia ci racconta che è diventata famosa facendo cover su YouTube e poi diventando a sua volta quella che viene coverizzata dalle ragazzine. A parte che mi sembra la decima di cui leggiamo 'sta cosa, e che pure noi c'abbiamo Asia Ghergo che adesso uscirà con roba inedita, data la voce uguale a altre cento mi sorprende che non sia uscita da X Factor. Lei ha anche un featuring del buon Miguel nel disco (non esattamente un pezzo indimenticabile), però faccio fatica a capire cosa avrebbe di diverso e di migliore rispetto a centomila altre pop star che hanno avuto un paio di singoli in rotazione nelle radio negli ultimi quindici anni, certo non canzoni memorabili o produzioni particolari. Ovviamente giusto per smentirmi diventerà più famosa di Beyoncé e questa recensione mi verrà rinfacciata nei secoli dei secoli. Forza Dua.
TUA NONNA (FS)

AL-NAMROOD
Enkar
(Shaytan)

al namrood enkar recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Gli Al-Namrood non possono essere valutati secondo i criteri comuni della musica occidentale, ma nemmeno secondo i non-criteri della world music, qualunque cosa sia. Qui stiamo parlando di tre tizi che suonano black metal, si chiamano Non-Credenti e si professano atei. In Arabia Saudita. Tradotto, significa che suonano clandestinamente e se mai dovessero essere scoperti sarebbero soggetti alla Sharia, che in questi casi prevede la pena capitale: l'esecuzione. Questi hanno bisogno di criteri appositi, perché giocano un campionato diverso, anzi un altro sport direttamente. E gli Al-Namrood via via che gli anni passano alzano l'asticella: non si limitano più a parlare di storia, del retaggio culturale arabo e della spiritualità medio-orientale. Enkar li porta ad un livello completamente nuovo: la A di Anarchia svetta nell'illustrazione, sul logo, nel libretto, e le poche righe sul retro di copertina se la prendono apertamente ed espressamente con il regime dittatoriale ed oppressivo attualmente in vigore all'interno del Paese. A livello di suoni siamo dalle parti del punk militante, più che del black metal, sempre infarcito di cose arabe, ma il genere musicale è un aspetto poco più che irrilevante (oltre che pesantemente penalizzato dalle condizioni di clandestinità in cui il trio è perennemente costretto a suonare). Qui stiamo parlando, una volta tanto, di ribellione artistica vera. Punk, metal, rock, quello che vi pare, il punto è che questa gente per suonare rischia la vita. Altro che gli Scandinavi che nel 2017 dicono che Dio fa schifo dall'alto del loro welfare pluralista o gli Americani che fanno gli intellettuali nei boschi e poi i Sauditi li armano.
DIO FALAFEL (AB)

DAN AUERBACH
Waiting On A Song
(Easy Eye / Nonesuch)

dan auerbach waiting on a song recensione review copertina cover album streaming mp3 2017

Il problema di fare musica retrò nel 2017 è che c'è internet, per cui io ascoltando questo album di Dan Auerbach, prodotto a Nashville ed esplicito tributo al "suono della città", sono bombardato da tentazioni di andare ad ascoltare la ROBA VERA, quella a cui Coso Lì Dei Black Keys si è ispirato per questo suo lavoro. Devo dire che la prima cosa che mi è venuta in mente ascoltandolo non sono esattamente i classici, ma più quella produzione dei dinosauri post-fine della loro epoca, in primis i mitici Traveling Wilburys, ma anche la patina pop di Jeff Lynne. Il disco è stato arrangiato con John Prine, Duane Eddy compare in un pezzo, in un altro compare quella gran faccia di cazzo di Mark Knopfler, insomma è un disco che scintilla di una patina di declino all'americana, da copertina di American Stars 'n Bars, un disco dal sapore plasticoso e un po' kitsch ma con un innegabile potere di orecchiabilità pop. Probabilmente dimenticabilissimo, probabilmente una pallida imitazione, ma valido per farsi venire la voglia di tornare ad ascoltare un po' di classic rock di quella zona di confine, al tramonto, prima che il giubbotto con le frange di David Crosby diventasse definitivamente ridicolo, nell'aria l'odore di polvere da sparo dell'assassinio Lennon. Bell'album malgrado se stesso.
COWBOY IN STIENTA (GS)

Segui Noisey su Twitter e Facebook.