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Tecnologia

L'atlante psichedelico della luna

Il Lunar and Planetary Institute ha messo a disposizione un atlante geografico della luna che viene direttamente dagli anni Settanta
Screengrab del West Side della Luna. via

Abituati come siamo alla visione del nostro unico satellite naturale, viene la tentazione di reputarlo quasi come scontato e banale, in particolare al confronto con gli spettacoli che potrebbero presentarsi di notte sugli altri pianeti del sistema solare: la Luna è spopolata—e fin qui poco male, in fondo si trova in buona compagnia—non ha nessuna sorella con cui spartirsi il nostro cielo ma soprattutto ha una colorazione poco interessante. Volete mettere con i 67 corpi celesti che gravitano attorno a Giove oppure con gli anelli di Saturno, Urano e Nettuno?

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Per fortuna, questo Atlante Geologico della Luna messo a disposizione dal Lunar and Planetary Institute giunge in nostro aiuto direttamente dagli anni Settanta così da farci rivalutare la compagna della Terra. Si tratta di una serie di mappe che si avvalgono di una vasta gamma di colori per presentare in maniera intuitiva i dati ottenuti attraverso osservazioni telescopiche, sonde orbitali e analisi condotte sui campioni minerali lunari prelevati durante le missioni Apollo.

Toni che spaziano dall'indaco al magenta per differenziare in maniera intuitiva e—involontariamente?—psichedelica le caratteristiche geologiche delle tre principali categorie di formazioni topografiche del nostro satellite: crateri, altopiani e maria—grandi pianure basaltiche formatesi in seguito a eruzioni vulcaniche. L'età di queste strutture viene misurata in base alla scala dei tempi geologici lunari istituita dallo studioso di geologia planetaria Gene Shoemaker classificando i principali eventi di impatto che ne hanno modificato la superficie in cinque era geologiche: Copernicana, Eratosteniana, Imbriana superiore ed inferiore, Nettariana e pre-Nettariana ognuna rappresentata dal proprio colore di riferimento.

Guardando queste mappe si ha quasi l'impressione di ritrovarsi di fronte a una combinazione tra le evoluzioni casuali di una lava lamp, forse il gadget psichedelico per eccellenza e una esplosione di energia cosmica rappresentata da Jack Kirby all'interno delle tavole dei New Gods. A volerla dire tutta, chi potrebbe escludere che l'intuizione di colorare in questo modo le mappe lunari non sia sopraggiunta ai suoi creatori proprio in virtù di un qualche "aiutino" di natura chimica?