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A8N6: Il sesto annuale di narrativa

Il disco commerciale dei Jawbreaker

La storia di uno scrittore che scrive di scrivere.

Illustrazione di Nick Gazin
Traduzione di Eugenia Durante

Ryan guardò attraverso una vetrina il sugo di pomodoro sugli spaghetti in un piatto che conteneva anche tre o quattro ali o cosce di pollo apparentemente grigliate, e pensò, “Cos’è?” e, “Ryan pensò, ‘Cos’è?’ mentre guardava spaghetti e ali di pollo.” Camminò fino alla fine dell’isolato, si girò, oltrepassò un uomo asiatico altissimo, entrò in un negozio Old Navy e si diresse senza una meta verso la fine del negozio. Un commesso sembrava correre verso Ryan, che rallentò un poco, poi si girò in modo da camminare nella stessa direzione del commesso, che oltrepassò Ryan, che si sedette su una panchina accanto a un’anziana donna ispanica. Ryan controllò l’e-mail sul suo iPhone. L’oggetto del desiderio di Erin nella storia si chiamava Bryant, lo stesso nome usato da Ryan per il personaggio che interpretava se stesso nel suo ultimo romanzo autobiografico. Ryan pensò a quando, poche sere prima, Erin gli aveva chiesto perché usasse il nome Bryant nelle sue storie. Si era sentito un po’ confuso sul perché glielo avesse chiesto, e guardò un po’ di volte l’ora mentre leggeva la storia di Erin. Credeva che la storia sarebbe finita presto, poi si ricordò che gli restavano ancora diverse pagine da leggere—che richiedevano molto più tempo di quello che aveva previsto—e si divertì a leggere anticipatamente le ultime parti. Ryan uscì dall’Old Navy alle 13:33, si diresse verso uno Sbarro, si appoggiò con la schiena al muro e, in piedi sul marciapiede,  continuò a leggere la storia di Erin. Una donna piena di vita con i capelli bianchi gli fece una domanda, e lui rispose: “Sì, Baltimora.” Entrò nello Sbarro e fissò una donna con gli occhiali da sole che se ne stava davanti a una porta fuori dal bagno.  Ryan distolse lo sguardo, si diresse verso la sezione delle posate, prese una forchetta, la strinse in pugno e andrò verso l’uscita. Si immaginò di camminare prepotentemente contro la vetrina. Aprì la porta, si fermò sul marciapiede e fissò una donna attraente d’aspetto mediterraneo che gli chiese quale autobus stesse aspettando e, quando stava per rispondere, la donna con i capelli bianchi disse: “Quello per Baltimora.” Ryan sentì un impiegato della BoltBus dire cose come “1:20” e “Solo posti prenotati” mentre guidava la gente attraverso la strada. La gente iniziò a parlare di come la strada fosse bloccata e come tutti gli autobus fossero su una strada diversa.

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Ryan attraversò la strada e chiese: “È questo il bus delle 13:45 per Baltimora?” alla nuca di una donna, e un’altra donna rispose: “A quanto pare questa linea ha diversi orari,” qualcosa sulle “13:15” e altre tre frasi, ognuna contenente le parole “a quanto pare.” Ryan, l’ultima persona della fila, si sedette sul marciapiede e finì di leggere la storia di Cassie. Pensò a come nella storia Cassie sembrava mantenere l’interesse nei confronti di Bryant anche dopo che Bryant aveva perso interesse, o la maggior parte dell’interesse, nei suoi confronti e a come la storia finiva con la descrizione di Cassie seduta in una macchina dopo un incontro con Bryant, forse l’ultimo, immaginando che la macchina fosse un essere vivente e i suoi rumori espressioni di rabbia e frustrazione nei suoi confronti, almeno secondo lei.

Ryan pensò al momento in cui, nella storia, Bryant aveva svegliato Cassie accarezzando con il dito le ossa del suo bacino. Camminò verso una linea diversa e chiese a un giovane con grandi occhiali da sole se la linea fosse quella dell’autobus delle 13:45 per Baltimora; il tizio disse che non lo sapeva e iniziò a parlare d’altro, e Ryan sorrise nervosamente e guardò prima lo schermo del suo iPhone, poi di nuovo il giovane che stava parlando di come avesse “praticamente corso per 30 o più isolati prima di arrivare qui.” Ryan se ne andò, deluso dall’interazione sociale con il giovane. Ryan pensò che avrebbe twittato il ritardo del BoltBus. Chiese a una donna della sua età se sapeva dove si trovava l’autobus delle 13:45 per Baltimora, e lei rispose: “No.” Ryan twittò di aver fatto una domanda a qualcuno che gli aveva risposto: “No.”

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Dopo un paio di minuti, vide la stessa donna camminare verso di lui e dirgli: “Stanno dicendo che è quello dietro di lei.” Continuò a camminare verso l’autobus, mentre Ryan mormorava: “Davvero?” Si girò e seguì la donna che, continuando ad avvicinarsi all’autobus, stava dicendo a diversi gruppi di persone quello che aveva detto a Ryan. Vide Ryan e gli disse: “Mi hanno detto che è questo,” e Ryan disse: “Davvero?” e la donna disse: “Mi hanno detto di aspettare vicino all’831, ma dove sono tutti?” e Ryan rispose: “Dall’altra parte della strada,” e la donna se ne andò. Ryan si sedette sul marciapiede e twittò qualcosa su come la gente sembrava più felice a causa del ritardo, che forse aveva ispirato un sentimento di cameratismo. Sentì qualcuno dire: “C’è una donna cieca,” mentre qualcosa colpì la sua fronte—un bastone da passeggio, proprietà di una donna anziana che sembrava cieca.

“Scusi,” disse Ryan.

“Mi scusi lei,” disse la donna cieca, sorridendo. Ryan twittò l’accaduto e iniziò a sudare perché era sotto il sole da un po’ di tempo. Iniziò a sentirsi bene come non si sentiva da mesi, a eccezione di quando era fatto. Cominciarono ad arrivare persone dall’altra parte della strada. Formarono una piccola fila di fronte all’autobus, l’831. Ryan si mise in fila e fu invitato a entrare da una donna, che probabilmente aveva già prenotato il posto. Mostrò il suo biglietto a un addetto della BoltBus e salì sull’autobus.

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Un uomo asiatico che assomigliava in tutto e per tutto a Jackie Chan stava camminando lentamente dalla fine all’inizio del bus, guardando con un’espressione disgustata, perplessa ma in qualche modo amichevole ogni persona seduta. Ryan si sedette e mandò una mail a Cassie, dicendole che era sul bus e stava controllando se internet funzionava. Le scrisse dal suo telefono che internet non funzionava e che aveva letto la sua storia aspettando l’autobus e gli era “piaciuta tutta l’attenzione che era riuscita a destare costantemente in lui” e che avrebbe cercato di scrivere subito e che le avrebbe comunicato se ci fossero stati ulteriori ritardi.

Aprì Microsoft Word e si chiese da che punto cominciare. Pensò di iniziare dal momento in cui aveva avuto problemi a dormire la notte precedente e quel mattino. Pensò di iniziare con quella calma placida e di continuare descrivendo come si sentiva fisicamente a disagio sulla strada per l’autobus, poi iniziò per qualche ragione (forse solamente per il fatto di essere stato sotto il sole per 20 o 30 minuti, seduto sul marciapiede) a provare una sensazione di benessere che non provava da mesi. Pensò di iniziare dal momento in cui, quel mattino, aveva deciso di dormire ancora due ore invece di fare il bucato. Pensò di iniziare dal momento in cui aveva visto un piatto di spaghetti attraverso la vetrina dello Sbarro e di continuare raccontando di essere entrato nell’Old Navy e di aver letto la storia di Cassie. Avrebbe potuto includere una descrizione estremamente dettagliata della storia di Cassie, addirittura più lunga e più dettagliata della stessa storia, la sua storia. Iniziò a spiegare il motivo per cui si trovava fuori dallo Sbarro. Pensò che non ci fosse bisogno di spiegarlo e cancellò la spiegazione e scrisse una descrizione di tutto quello che c’era sul tavolo che aveva fissato per quelli che gli erano sembrati almeno 30 secondi– quattro o cinque piatti, quattro o cinque tazze, pile di tovaglioli usati, bustine intatte di sale e pepe. Andò nel bagno sul retro del bus. Immaginò di percorrere col dito l’osso del bacino di una Cassie addormentata e di smetterla 30 o 40 minuti dopo, mentre lei ancora dormiva. Si immaginò di seguire col dito l’osso del suo bacino per qualche minuto, poi di esercitare sempre più pressione fino a svegliarla, per poi tornare immediatamente di nuovo a un movimento delicato e quasi impercettibile. Tornò al suo sedile.

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Circa un’ora dopo, alle 15:45, dopo aver digitato circa 710 parole (la maggior parte riguardanti la musica che stava ascoltando con le cuffie su iTunes: Everclear, Jets to Brazil, Jawbreaker), incluso:

Bryant si ricordò di aver ascoltato gli Everclear su un bus durante una gita scolastica al liceo, seduto vicino a Peter, guardando le mucche fuori dal finestrino. Pensò al disco commerciale dei Jawbreaker, in particolare alle sue canzoni più lunghe, Jet Black, Accident Prone e Basilica, e a come gli sembrava che i Jawbreaker avessero lavorato sodo su quell’album. Si ricordò di aver pensato che i Jawbraker avessero cercato di scrivere una sorta di canzone generazionale con il primo pezzo dell’album, Save Your Generation, che inizia così:

I have a present: It is the present.

You have to learn to find it within you.

If you can learn to love it,

You just might like it. 

C’era anche qualcosa sul salvare la propria generazione “dormendo fino a tardi.”  Bryant cercò invano di ricordarsi la seconda traccia dell’album. Pensò alla canzone di quell’album che durava circa due minuti e parlava di vivere come un’ostrica. Pensò a quando aveva mangiato della roba chiamata “cozze verdi” con i suoi genitori in un ristorante giapponese in Florida. Non riusciva a ricordarsi il nome del ristorante. Dopo aver pensato a “Sushi House” e “Sushi Home” e “Sushi Zone,” capì di essere lontano dall’essere in grado di ricordarsi il vero nome, almeno rispetto a quando aveva cercato di ricordarsi Cassie addormentata, dieci o 20 secondi prima.

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Rilesse tutto quello che aveva scritto e aggiunse: “Andò al bagno sul retro del bus. Si immaginò di percorrere con un dito l’osso del bacino di Cassie mentre dormiva e di fermarsi, dopo 30 o 40 minuti, mentre lei dormiva ancora.” Cancellò circa la metà di quanto aveva scritto, incluse la descrizione della luce del sole riflessa sul marciapiede e della spalla nuda della donna attraente d’aspetto mediterraneo.

Quando scrive questa frase sono le 16:24 e si sente come se ci fosse una certa discrepanza tra l’esperienza e tra le espressioni basate sul puro linguaggio che vuole utilizzare o descrivere o, magari, cercare di trascendere o di comprendere nella loro essenza, continuando a raccontare sul momento la sua esperienza sul BoltBus. Pensa di ridurre a icona Microsoft Word per andare su internet, che adesso funziona (ha controllato prima di rileggere quello che aveva scritto) e pensa di aver pensato di ridurre a icona Word e, dopo aver controllato internet, ingrandirlo di nuovo a schermo intero, cosa che avrebbe voluto ricordare ma che si sarebbe probabilmente dimenticato. Si sente un po’ confuso mentre cerca di capire cosa ne pensa della frase che ha appena scritto: “Pensa di ridurre a icona Microsoft Word per andare su internet, che adesso funziona (ha controllato prima di rileggere quello che aveva scritto) e pensa di aver pensato di ridurre a icona Word e, dopo aver controllato internet, ingrandirlo di nuovo a schermo intero, cosa che avrebbe voluto ricordare ma che si sarebbe probabilmente dimenticato.” Pensa di ritornare sulla frase per inserire qualcosa sulla seconda volta che era andato al bagno, che adesso manca, ma non è sicuro sul punto in cui inserirla, o se vuole veramente inserirla. Pensa vagamente a come inserire i suoi pensieri sull’indecisione se inserire o no la seconda visita al bagno nella narrazione—e anche quello che sta pensando in questo momento. Pensa al teorema che parla di qualcosa che si divide ripetutamente a metà senza mai sparire. Pensa a quando aveva pensato, la seconda volta che era andato al bagno, al volto della donna che lo aveva introdotto nel bus e a come, ogni volta che vedeva un bel viso, si sente come se la persona non raggiunga a pieno il suo potenziale, qualora il suo corpo non sia attraente come il suo viso .

Si immagina di vedere il volto di Cassie come un estraneo e pensa che probabilmente ne sarebbe colpito. “’L’autobus sta attraversando un ponte’, pensa mentre guarda fuori dal finestrino il fiume, che sembra spumeggiante e rumoroso,” pensa mentre guarda distrattamente fuori dal finestrino il fiume e campi o colline verdeggianti e una porzione di cielo priva di nuvole.

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