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Roberto "Freak" Antoni: la storia ci darà ragione

Roberto era la vera Avanguardia, quella che nessuno prende sul serio, talmente Avanguardia da diventare Retroguardia; Roberto, per dirla con Enrico Ruggeri, è stato Punk (e Freak) prima di te.

Mio padre, a partire dagli anni Ottanta e per tutti gli anni Novanta, non comprava musica, se la faceva passare sulle musicassette vuote che i suoi amici registravano per lui dai vinili originali. Dopodiché prendeva queste cassette, le etichettava con il dymo, un colore per ogni genere musicale, e le riponeva in uno scaffale ricavato da una cassa di legno.

Avevo sette anni quando, nel reparto blu, ovvero quello della musica rock, trovai la TDK da 90 minuti che recava la scritta “SKIANTOS”  e ovviamente la ascoltai. Trovai quella musica molto divertente, ma non era un divertimento alla Jovanotti e nemmeno alla Francesco Salvi; era un divertimento libero e liberatorio. Ascoltando quel nastro mi sentivo immediatamente giustificato a fare le linguacce, agitarmi tantissimo in maniera disarticolata, canticchiare frasi che altrimenti mi sarebbero state rimproverate, non tanto per la loro volgarità, quanto per la loro stranezza.

Quella cassetta la portavo a scuola e col tempo il fatto che non piacesse a nessun altro mi rese fiero della mia diversità.

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