Emad Burnat fissa immobile una fila di telecamere appoggiate su un tavolo di lamiera, nella sua abitazione. Due sono state sfondate, altre due crivellate di colpi, e l’ultima resa inservibile da un bagno nei gas nocivi delle granate israeliane. Emad aveva deciso di usare queste telecamere per filmare la nascita del suo quarto figlio, ma durante gli ultimi sei anni le ha trasformate in uno strumento per documentare il moltiplicarsi dei coloni israeliani e l'occupazione definitiva del suo paese della Cisgiordania. Il documentario di Emad, dall’azzeccatissimo titolo 5 Broken Cameras, è frutto dell’assemblaggio del materiale ottenuto dopo oltre 500 ore di girato. Ha appena partecipato al festival New Directors/New Films, in corso in questi giorni.
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