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Una ‘nave fantasma’ è stata ritrovata nel Po dopo 74 anni

La Regia Nave San Giorgio era stata abbandonata incagliata dal suo equipaggio tedesco nel 1944 e dimenticata.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Immagine: collezione Achille Rastelli

La storia navale dell’Italia è costellata — per qualche ragione — di navi di varia forma e scopo battezzate San Giorgio. Dall’incrociatore corazzato che ha combattuto al largo della Libia per tutta la prima metà del Novecento per poi colare miseramente a picco durante la missione di recupero negli anni Cinquanta, al cacciatorpediniere varato solo negli anni Quaranta e salvato dalla rottamazione anticipata per decreto presidenziale nel 1951, fino all’attuale classe di navi anfibie della Marina Militare.

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Tra questi, però, un piroscafetto a vapore noto nello specifico come Regia Nave San Giorgio e preposto al pattugliamento difensivo dell’alto Adriatico — dalla sua costruzione nel 1914 fin quasi alla fine della Seconda Guerra Mondiale — era considerato ormai perduto per sempre. Una nave fantasma. O, almeno, così è stato finora, prima del recente annuncio del suo ritrovamento.

Subito dopo l’armistizio stipulato dall’Italia con le forze Alleate e annunciato da Badoglio l’8 settembre 1943, la Regia Nave San Giorgio è stata requisita dalla Kriegsmarine — la marina nazista, che possiamo presumere non avesse preso benissimo la notizia della resa italiana — e impiegata al servizio del Reich con le stesse mansioni di vigilanza.

Ma il 12 febbraio del 1944, per colpa una manovra sbagliata durante una tempesta, il San Giorgio è rimasto incagliato nel fiume Po, dove l’equipaggio tedesco — illeso — lo avrebbe abbandonato al suo destino. Il piroscafo si sarebbe poi adagiato lentamente in tutte le sue 363 tonnellate nei pressi di Punta della Maestra, dove, per qualche anno, la sua presenza è stata segnalata a pescatori e predoni dal cannone, unica parte della nave rimasta emersa. Infine si è inabissato completamente, dimenticato da tutti.

Il ritrovamento è stato opera dello storico di Rovigo Luciano Chiereghin, che, stando a quanto riportato dal Corriere del Veneto, aveva riconosciuto sagoma e relativa posizione del relitto su una mappa basandosi su una aerofotogrammetria del 1949. "In questi giorni, poi," spiega sempre il Corriere, "con l’aiuto di alcuni esperti Gps, Magnetometro, Georadar e persino un aquilone dotato di telecamera, ha finalmente identificato con certezza la posizione della nave."

Chiereghin dedica grossa parte del proprio lavoro di ricerca alle antiche fortificazioni lungo il fiume italiano. Solo l’anno scorso, lo storico è riuscito a rintracciare un raro radar tedesco di epoca nazista su suolo italiano, che si trova a Rosolina, sempre nei pressi del Delta.

Per il momento, non si sa ancora cosa sarà della nave fantasma rimasta sepolta da sabbia e acqua per 74 anni, se saranno organizzate operazioni di recupero o meno. Intanto, però, abbiamo scoperto dove era nascosta.