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Tecnologia

Come guadagnare 22.000$ promuovendo un videogioco su YouTube

Un altro caso di "corruzione" su YouTube è l'ennesimo segnale di una necessità sempre più impellente: quella di regolamentare il mercato pubblicitario della piattaforma.

Doveva arrivare prima o poi, era solamente una questione di tempo: parlo del jet set degli YouTuber, mondo che giusto ieri un ufficio stampa di una casa di sviluppo di videogiochi dice di aver conosciuto da vicino.

Ben Tester, PR di Wales Interactive, si è trovato di fronte a una richiesta da 22.000 dollari da parte di uno youtuber a cui era stato richiesto di mostrare il gioco, Soul Axiom, sul suo canale. Lo youtuber, assicura l'uomo, è uno di quelli grossi con milioni di iscritti, e questa figura misteriosa ha presentato un vero e proprio listino prezzi: 17000 dollari e spicci per parlare del gioco, 22000 per indirizzare i suoi utenti verso un link.

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Poco tempo fa si discuteva a proposito del problema abbastanza palese che YouTube ha con il product placement, ricordate? Facendola breve: non esiste alcuna legge che obblighi gli youtubers a palesare il messaggio promozionale contenuto in alcuni dei loro video. La cosa aveva attirato la mia attenzione in seguito a un piccolo scandalo italiano venuto fuori dopo la promozione del nuovo gioco di Gameloft, Siegefall. Improvvisamente su Youtube Italia non si parlava d'altro che di questo titolo.

via Nintendo Life

Il problema però andava ben oltre: infatti, anche se il video non conteneva un messaggio promozionale in senso stretto ma si risolveva per esempio in una recensione molto spiccia, per correttezza sarebbe dovuto essere esplicito il fatto di essere stati pagati per veicolare l'informazione e per offrire visibilità a un prodotto. L'ultima volta avevo concluso spiegando quanto gli youtuber siano restii ad esplicitare questi sponsor anche e soprattutto perché il pubblico non riesce ancora a riconoscere il loro come un lavoro e nella community è forte l'idea che chiunque guadagni soldi con Youtube sia una specie di demonio corrotto dal dio denaro.

Questa visione delle cose porta spesso a incomprensioni e a episodi di tensione tra il proprietario del canale e la sua audience, che reagisce con violenza quando pizzica l'inghippo. La parola d'ordine qui dovrebbe essere una sola: trasparenza. Come suggerisce Simone Tagliaferri su Multiplayer.it, la notizia da il là a considerazioni che a posteriori ti fanno rivalutare molte delle situazioni che regolano la piattaforma di Google.

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Per esempio: esiste un meccanismo del genere per tutti gli youtuber famosi? È una sorta di regola non scritta del mercato? Ma soprattutto: com'è possibile che un sistema che muove queste cifre—se si volesse paragonare questo tipo di informazione al giornalismo: parliamo di numeri che non sono minimamente paragonabili allo stipendio di un giornalista di settore che potrebbe, per esempio, recensire il gioco—non sia regolamentato da una legge che richieda la trasparenza assoluta?

La mancanza di chiarezza sulla natura del video è una mancanza di rispetto (e una truffa, a dirla tutta) ai danni di un pubblico che subisce pubblicità occulta.

Voglio dire, non stiamo parlando dei soldi che PewDiePie—com'è notizia di pochi giorni fa, il primo youtuber a superare i dieci miliardi di visualizzazioni—realizza con la pubblicità inserita prima dei suoi video, ma di accordi con clienti che inseriscono pubblicità proprio all'interno degli stessi video. È importante considerare il fatto che Ben Tester abbia dichiarato che la cifra richiesta non comprendeva una recensione positiva del gioco, ma semplicemente la visibilità offerta dal canale. A tal proposito, mettendo da parte i dubbi etici—come: è davvero possibile parlare in modo critico di qualcuno che ti dà una cifra del genere?—è fondamentale domandarsi se esista anche un tariffario per parlar bene del prodotto.

Non dimentichiamo che il noto portale Machinima, solo qualche settimana fa, è stato condannato per aver sponsorizzato su Youtube una serie di video, finanziati da Microsoft, che parlassero in maniera positiva di Xbox One senza esplicitare la natura promozionale del messaggio. Un paio di mesi fa mi auguravo che ci si desse una mossa a normatizzare il tutto, per evitare che la bolla scoppiasse compromettendo una volta per tutte la credibilità di Youtube in quanto mezzo di comunicazione. La comunicazione pubblicitaria vive di regole, suggestioni e strumenti completamente diverse rispetto a quella genuina—o presunta tale—che gli youtuber vorrebbero perseguire.

La mancanza di chiarezza sulla natura del video, che sia stato acquistato come semplice vetrina o che sia stato pagato con l'esplicito scopo di promuovere un prodotto, è una mancanza di rispetto (e una truffa, a dirla tutta) ai danni di un pubblico che subisce pubblicità occulta.

Il problema non è il tariffario, non sono i diciassette mila euro o l'idea di realizzare un video "suggerito". Il problema è l'idea che sia un bene mantenere questa situazione ambigua: continuare a compiacere il pubblico, che vivendo nell'ignoranza della natura promozionale del video è convinto di ascoltare un parere disinteressato, e al contempo soddisfare gli interessi di clienti che nell'ambiguità di questo messaggio trovano motivo di grande interesse. Ecco, questo è un comportamento da condannare tanto moralmente quanto—si spera—legalmente.

Segui Fabio su Twitter: @drizzt1186