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Tecnologia

Questa rete neurale inventa nomi di creature di Dungeons & Dragons

In fondo, un Fraithwarp Gigante non suona meno credibile di un Raggamoffyr o di un Mind Flayer.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Immagine: Shutterstock

Quando inizi a giocare a Dungeons & Dragons — il gioco di ruolo fantasy nato negli anni Settanta e guardato con terrore e smarrimento tanto da gruppi religiosi quanto da agenzie governative per decenni — un paio di cose diventano chiare in fretta: ti pentirai di qualsiasi cosa scritta a penna sul tuo foglio, ci sarà sempre qualcuno confuso su che dado tirare e non smetterai mai di chiederti chi cavolo si sia inventato i nomi delle creature del gioco.

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Se non fossero una tecnologia diventata di uso comune solo di recente, le principali sospettate sarebbero state, a mio avviso, le reti neurali. Negli ultimi anni, questi algoritmi speciali sono stati infatti impiegati per le più assurde finalità — dall’inventare nomi per i bambini del futuro, al creare porno-fake, passando per mappe satellitari, capitoli di Game of Thrones e canzoni.

Ora, a riprova del fatto che inventarsi liste semi-infinite di parole improbabili è un lavoro degno di una macchina che ricava bizzarre equivalenze da cumuli di informazioni, la ricercatrice in ingegneria elettrica Janelle Shane ha allenato una rete neurale proprio con lo scopo di generare altre specie (animali…?) fantastiche per il mondo di Dungeons & Dragons.

Partendo da un database composto dai 2.205 mostri elencati nella seconda edizione del manuale di gioco specializzato, la rete neurale artificiale di Shane è riuscita a produrre una lista di creature ex novo — con ovvi, esilaranti effetti collaterali. Alcune di queste sono parole completamente inventate ma convincenti (tipo “Walfablang” o “Marraganralleraith”), altre, invece, strani costrutti quasi corretti da un punto di vista lessicale, ma paradossali per senso — come Sun of Fish, Wolfworm, Greater Mommy e Spectral Slug.

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Non è la prima volta che Shane sfrutta le liste morbosamente lunghe di D&D per allenare reti neurali: nel suo blog Letting Neural Network Be Weird — in cui coltiva l’inaspettato senso dell’umorismo delle reti neurali — la ricercatrice aveva già compiuto e documentato due esperimenti simili, dedicati però alla creazione di incantesimi anziché di creature. Tra i risultati, gli anatemi “Shield of Farts” (Scudo di Scoregge) e “Barking Sphere” (Sfera che Abbaia) restano probabilmente i più suggestivi.

Ad ogni modo, se per decenni i giocatori di ruolo hanno fronteggiato Terithran, Beholder, Coautl, Raggamoffyr, Fihyr e Mind Flayer senza battere ciglio, trovarsi improvvisamente davanti un Fraithwarp Gigante, un Jabberwont o un Drago dalle Zanne Viola non suonerebbe poi così strano.

Giusto il mostro Will O’Dragon potrebbe essere troppo improbabile anche per i giocatori più ferventi. Forse.

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