La Serbia di oggi, dopo la guerra

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La Serbia di oggi, dopo la guerra

Fra tombe profanate e disperazione, nei Balcani il sangue non è del tutto scomparso.

Un luna park nel centro di Pristina, in Kosovo. Giugno 2008.

Matt Lutton è un fotografo di Seattle, membro di Boreal Collective.

Questo progetto è nato dopo aver vissuto e lavorato per sei anni nei Balcani, ed è la mia personale risposta all'atmosfera di oscurità e confusione che circonda la regione. Mi sono trasferito a Belgrado nel febbraio 2009 e sono rimasto lì fino a quest'anno.

Nel periodo che ho passato da quelle parti, ho fotografato alcuni dettagli della società serba, che sottolineano e confutano allo stesso tempo i miti popolari sulla nascita della Serbia. Le radici di molti di questi problemi possono essere rintracciati nel motto "Solo l'unità può salvare i serbi," che è stato una parte importante della narrazione con cui la classe politica ha cercato di manipolare la popolazione durante la disgregazione della Iugoslavia e le guerre che ne sono seguite. La Serbia sta ancora facendo i conti con le conseguenze drammatiche di quegli anni, e ciò l'ha portata a sviluppare una certa confusione riguardo alla sua identità nazionale e alla strada da percorrere in futuro.

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Mi sono concentrato su diversi soggetti, parti della società serba che non compaiono mai nei discorsi dei politici. Giovani uomini e donne cresciuti in un'atmosfera di incertezza e divisioni, che ho cercato di catturare per riflettere su come crescere nei Balcani del dopoguerra ha plasmato un'intera generazione. Infatti è impossibile analizzare o capire le cose che accadono qui se non le si mette in relazione con il passato. Mi interessa cercare di comprendere la società balcanica di oggi e quello che le prossime generazioni leggeranno sui loro libri di storia. Quello che sta accadendo ora per le strade e nei palazzi della politica avrà un impatto molto profondo sulla stabilità della regione in futuro.

Ci sono molti elementi che contribuiscono a creare l'atmosfera di ostilità e disperazione che caratterizza la Serbia di oggi. Ma nelle mie foto ci sono anche immagini che mostrano un cambiamento e che lasciano intuire la possibilità di un futuro diverso. Le sofferenze e la fatica di questo paese si meritano che qualcuno continui a documentarle, perché gli avvenimenti degli anni Novanta sono ben lungi dall'appartenere al passato. Ho notato con preoccupazione che molti giovani dei Balcani sono del tutto apatici e privi di compassione, e spero di potermi confrontare con loro e mostrare loro un'immagine diversa del loro paese e della sua storia.

Per vedere altre foto di Matt, visita il suo sito o seguilo su Instagram.

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Uccelli in volo su Mitrovica, in Kosovo, nella notte del primo anniversario dell'indipendenza del paese dalla Serbia. Febbraio 2009

Un ragazzo viene arrestato dalla polizia in un parco nel centro di Belgrado dopo una manifestazione poco dopo la cattura del criminale di guerra Ratko Mladic. Maggio 2011.

Alcuni ragazzi su un tram a Belgrado. Dicembre 2010.

Le famiglie delle vittime del massacro di Srebrenica si riuniscono per ricordare i loro cari e cremarne i resti. Luglio 2009.

Ragazzi kosovari festeggiano il primo anniversario dell'indipendenza dal paese nel centro di Pristina. Febbraio 2009.

Il villaggio di Trudelj, nella campagna serba. Novembre 2011.

Un cimitero serbo ortodosso allagato a Samac, in Bosnia ed Erzegovina. Maggio 2014.

Un soldato serbo ubriaco durante i festeggiamenti per il capodanno a Belgrado. Gennaio 2011.

Un ragazzo del campo rom di Stara Gazela, a Belgrado, mentre aspetta lo sgombero dell'insediamento dove vive. Agosto 2009.

Un'icona di Gesù appesa all'interno di una casa nel campo rom di Stara Gazela, a Belgrade. Agosto 2009.

Una donna piange durante lo sgombero del campo rom di Belville a Nuova Belgrado. Aprile 2012.

Un uomo si accende una sigaretta dalle braci di un falò natalizio a Velika Hoca, in Kosovo. Gennaio 2011.

Una tomba profanata in un cimitero serbo ortodosso nella zona di Mitrovica, in Kosovo. Marzo 2011.

Un capanno da pesca a Belgrado alla confluenza dei fiumi Sava e Danubio. Febbraio 2010.