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Tecnologia

Tette per la Scienza è il blog che ti fa imparare meglio le cose

Abbiamo fatto due chiacchiere con l'ideatrice del Tumblr a proposito del valore didattico dell'iniziativa.

Si potrebbero scrivere decine di paragrafi su quanto sessista, sbagliata e retrograda sia questa iniziativa; ma semplicemente non ha senso farlo, perché non lo è. I riflettori, questa settimana, saranno tutti puntati sul primo Tumblr italiano dedicato al binomio tette e scienza, ovvero Tette per la scienza.

Penso che il nome del blog sia abbastanza eloquente, per questo eviterei di pontificare sulla natura delle tette rappresentate—argomento sul quale potrei sbizzarrirmi dicendovi che questo aspetto si ramifica nelle categorie: con reggiseno, senza reggiseno, con culo—e sulle modalità di esposizione dei concetti scientifici—qui invece purtroppo siamo in un vicolo cieco: una manciata di parole su un cartello in primo piano.

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Potremmo invece parlare di un fatto ben più sconcertante. Questo perché tetteperlascienza, nella sua apparente ingenuità, sta portando avanti un'iniziativa interessante e non solamente perché le tette sono quasi sempre interessanti, ma soprattutto perché la scelta di accompagnare dei seni in vista a dei concetti scientifici è una pratica dal potenziale didattico scientificamente provato.

È del team guidato da Jari Hietanen lo studio datato Novembre 2011 e pubblicato su PLOS One che descrive come, per farla breve, il componente N170 dell'area occipitale del nostro cervello sia più reattivo quando viene sottoposto a immagini di nudo completo, sia dell'altro che dello stesso sesso. Il componente era già "celebre" per la sua sensibilità alla visione dei volti umani, ma gli esperimenti effettuati dal team di Hietanen hanno monitorato la sua attività quando si viene piazzati davanti a un'immagine di controllo e a una serie di nudi graduali—rispettivamente la foto di una macchina per avere un benchmark di controllo e poi un corpo completamente vestito, uno con indosso un costume da bagno ed infine uno completamente nudo. Se poi il volto di questi corpi sia visibile o meno ad N170 non importa: lo studio dimostra che minore è la quantità di vestiti indossati, maggiore è l'attività cerebrale.

Le immagini utilizzate nello studio. Immagine via: PLOS One

Ciò significa che sfogliare Playboy ci rende più intelligenti? Non esattamente. Le conclusioni tratte da Hietanen ci parlano di una maggior efficacia nella ricerca di un partner sessuale, non di un aumento di comprensione dei concetti scientifici; il fenomeno si pensa sia dovuto al fatto che, considerato il range temporale dell'evoluzione umana, l'invenzione dei vestiti è piuttosto nuova e quindi forse non ancora geneticamente assimilata. Nonostante ciò, se vogliamo prendere la questione molto alla larga, possiamo dire che sì, un aumento dell'attività cerebrale potrebbe corrispondere a una maggiore capacità di apprendimento. Tette per la scienza è dunque scientificamente provato e blindato. Fantastico.

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buona parte dei feedback fa intendere che il messaggio sta passando in maniera corretta

Un dubbio che mi è sorto, pensando ad altri casi in cui si è scelto di usare la nudità per mettere in risalto determinati argomenti, è che Tette per la Scienza, più che trasmettere effettivamente dei concetti, possa solamente sensibilizzarli. Per esempio, della foto con il cartello sulla celiachia mi è rimasta in mente la parola "celiachia", non il concetto che era espressamente scritto. "So che moltissime persone si sono fermate a leggere gli articoli nella loro interezza, consultando anche le fonti e discutendone" mi ha detto Lara Tait, ideatrice del Tumblr. "Una buona parte dei feedback fa comunque intendere che il messaggio sta passando in maniera corretta. L'idea era quella di utilizzare un mezzo esteticamente gradevole per veicolare efficacemente dei messaggi, senza stare troppo a pensarci."

Inoltre, di fronte a una missione divulgativa del genere, sono quasi certo che sorgeranno al più presto almeno due problemi.

Il primo riguarderà la scientificità di determinati cartelli: a volte i concetti scientifici esposti nelle immagini del blog possono risultare più opinabili che oggettivi e, conoscendo le tendenze del web, prima o poi qualcuno si farà sentire in relazione alla veridicità di certe affermazioni. "C'è questo rischio e paradossalmente ne sono contenta," continua Lara, "chiunque mi faccia notare errori, godrà della mia completa attenzione. Siamo disponibili a correggere e anche a rimuovere dei post, se necessario. Comunque noi informiamo, controlliamo tutto scrupolosamente e solo dopo pubblichiamo."

Il secondo dubbio riguarda i feedback delle persone a cui non piacciono le tette, o a cui non piace associare la nudità femminile alla scienza, o che ritengono che l'iniziativa sia sessista. "Sì, sono arrivati dei commenti negativi, ma sono una frazione minima. Spesso buona parte di queste critiche mi sembra legata più che altro a una valutazione frettolosa del progetto." dice Lara. "Il mio non è un tentativo di sostituirmi al lavoro dei professionisti della divulgazione, è semplicemente un tentativo di attirare l'attenzione sulle problematiche dettate dalla crescita di quella parte di popolazione che non viene raggiunta dall'informazione scientifica, tra cui il 47% di analfabeti funzionali italiani."

A proposito della questione sul sessismo, invece, c'è da dire che i contributi sono totalmente volontari, ci racconta infatti Lara che "le ragazze che scelgono di mettere il proprio corpo al servizio della divulgazione lo fanno perché credono in questo mezzo comunicativo. Le ragazze che ci contattano su Facebook e Tumblr sono spesso animate da una spinta personale per la tanta ignoranza e i tanti danni generati dall'informazione anti-scientifica. Queste ragazze usano i loro corpi come arma e, secondo me, sono liberissime di farlo. Inoltre stiamo lavorando per integrare anche corpi maschili. Siamo già in contatto con dei ragazzi e a breve arriverà anche questo tipo di contenuti."

Tette per la Scienza, in definitiva, anche se rischia di essere solo un'altra delle tante meteore del web, è retto da una serie di "politiche aziendali" piuttosto articolate e che non fanno pensare ad una iniziativa campata per aria. Nonostante ciò, il blog ha appena aperto, e sappiamo tutti come molte delle "idee geniali" di internet possano crollare non appena vengono investite dallo spettro critico dei lettori. Vedremo se le tette e la scienza sopravvivrano alla prova del tempo.