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Tecnologia

La stampante 3D più grande del mondo

Una tra giorni a Massa Lombarda per festeggiare Big Delta, la stampante 3D più grande del mondo che vuole rivoluzionare il mercato immobiliare.
Immagine via WASP Project

L'azienda ravennate WASP—acronimo di World's Advanced Saving Project, nome che rende chiara la sua vocazione—ha festeggiato questo fine settimana il raggiungimento di un obiettivo a cui lavorava da circa tre anni: la realizzazione di BigDelta, la stampante 3D più grande del mondo.

Con i suoi 12 metri di altezza, BigDelta è destinata alla costruzione di abitazioni ecosostenibili, stampate in 3D con i materiali reperibili sul territorio, praticamente case a km zero.

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"È uno strumento particolarmente adatto per i luoghi privi di una rete produttiva preesistente, come per esempio i paesi in via di sviluppo" ci ha detto al telefono il fondatore di WASP, Massimo Moretti. "Le case stampate con BigDelta sono a basso costo, perché i materiali utilizzati sono di facile lavorazione, pur avendo un alto contenuto tecnologico: la continua ricerca sui materiali fatta qui da noi viene portata poi sul territorio sotto forma di file, ed è tutto pronto per la stampa."

BigDelta vista dall'alto. Immagine via WASP Project

La mission del WASP Project è tanto lineare quanto complessa: creare prodotti vendibili e utili allo sviluppo di un'economia dal basso, partendo dalla ricerca e dalla conoscenza condivisa. Il processo che ha portato alla costruzione di BigDelta, infatti, è a sua volta una storia di continui investimenti nella ricerca: con i fondi ricavati dalla vendita delle stampanti più piccole, che hanno bacino di acquirenti di "makers e hobbisti", Moretti si è lanciato nella coraggiosa costruzione di una stampante con cui rivoluzionare l'economia, ma che di fatto non ha ancora un mercato vero e proprio.

"Il nostro intento è quello di incentivare lo sviluppo sostenibile e l'autoproduzione. Per noi la Maker Economy ha un profondo significato politico, che ha a che fare con le pari opportunità e la meritocrazia," continua Moretti. "Quando tutti hanno la possibilità di costruirsi una casa non esistono né assistenzialismo né privilegi. Si tratta di una lotta contro il monopolio della produzione, ma anche di una più semplice valorizzazione del merito: iniziare a produrre da sé significa poter fare a meno di cercare lavoro, di dipendere dalle grosse catene produttive."

La speranza è che quella che il WASP Project chiama "realtà del sogno" si realizzi presto nel concreto e che la crescente necessità di abitazioni a basso costo, nei paesi in via di sviluppo e non, venga davvero colmata con la stampa di case ecosostenibili e a km 0.