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Cos'è il Nobel Disease, la condanna delle menti più illustri della storia

Nessuno è perfetto, nemmeno le menti più illustri della storia. La Nobel Disease è la malattia che colpisce i premi Nobel, e che li condanna a dire stronzate.

L'HIV non causa l'AIDS, la meccanica quantistica spiega i fenomeni telepatici, il riscaldamento globale non sussiste, la mancanza di affetto materno porta all'autismo, l'omeopatia cura le malattie.

Scettici, complottisti e profeti new age non sono gli unici a spararle grosse, dal momento che più di una trentina di Nobel, dopo aver ricevuto il prestigioso premio, hanno sostenuto queste bizzarre teorie. È la guerra di David Gorski, chirurgo, oncologo e professore americano, che da anni si batte contro la disinformazione e ha battezzato il fenomeno Nobel Disease, il morbo del Nobel.

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Prima di tutto: il premio Nobel è un riconoscimento internazionale conferito dal 1901 in poi a chi, in ambito scientifico, si è distinto nel campo della medicina, della fisica e della chimica con scoperte rivoluzionarie, la cui validità è riconosciuta dall'intera comunità scientifica—Ma questo credo che già lo sappiate.

Gli studi in corsa per il Nobel sono ricerche settoriali, riguardanti ambiti ristretti dello scibile, ma il titolo di premio Nobel conferisce al vincitore uno status che va oltre le sue competenze tecniche, soprattutto agli occhi un pubblico non di settore. Sono in molti ad accreditare a priori la tesi di un Nobel nonostante la scienza parli chiaro: fidarsi dei fatti, non delle persone.

Il primo caso di nobelite risale al 1903 e riguarda Pierre e Marie Curie che, parallelamente alle loro ricerche sulla radioattività, erano affascinati dalle capacità medianiche di Eusapia Palladino che durante le sue sedute spiritiche faceva lievitare e smaterializzare oggetti. I celebri coniugi non sono stati gli unici Nobel per la fisica a definire paranormali fenomeni che non riuscivano a spiegare. Dal 1903 al '73 un'altra decina di premi Nobel sono incappati nello stesso errore.

Eusapia Palladino, durante una seduta spiritica. La medium italiana con i suoi trucchetti beffò anche i Nobel Pierre e Marie Curie. Forza Bari!

Le primissime scoperte sulla meccanica quantistica depistarono pure Erwin Schrödinger (1933) che supportava il misticismo quantico, pseudoscienza che relaziona credenze mistiche a interpretazioni scorrette delle teorie quantistiche. Niente di tutto ciò ha la minima validità scientifica.

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Nel '73, gli studi sui modelli comportamentali degli animali di Nikolaas Tinbergen, portano l'etologo a sostenere la tesi della "madre frigorifero" secondo cui la mancanza di affetto materno causa l'autismo nell'uomo. La teoria è stata elaborata nel '67 dallo psicologo Bruno Bettelheim, e per insufficienza di dati sperimentali ha avuto un scarso seguito—ma solo nel 2000 è stata definitivamente smentita.

L'escalation della follia prosegue con Kary Mullis, biochimico statunitense, Nobel per la medicina nel '93. Dopo aver elaborato un metodo per la duplicazione dei filamenti di DNA in laboratorio, si è cimentato nella scrittura di "Ballando nudi nel campo della mente", testo autobiografico in cui si dichiara sostenitore dell'astrologia, racconta di esser stato rapito dagli alieni, nega l'HIV come causa dell'AIDS e rifiuta la teoria del riscaldamento globale. Non male.

Decisamente sospetto è il caso di Louis Ignarro, chimico statunitense e Nobel in medicina. Nel 2003, sei anni dopo aver studiato le funzioni del monossido d'azoto nel sistema cardiovascolare, accetta un incarico per Herbalife, una multinazionale produttrice di integratori alimentari e prodotti cosmetici. Si occupa della promozione di un supplemento a base arginina, amminoacido precursore del monossido d'azoto nell'organismo umano, spacciandolo come miracoloso per la salute del cuore e le prestazioni sportive. A completamento dell'incarico riceve un compenso di 1 milione di dollari ma per l'EFSA—Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare—non vi è relazione dimostrata tra l'assunzione di arginina e i benefici dichiarati.

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Ultimo in ordine cronologico, ma ai primi posti per la gravità delle sue asserzioni, è Luc Montagnier, il virologo che nel 2008 vince il Nobel isolando il virus dell'HIV.

Oltre ad aver dubitato della sicurezza dei vaccini, Montagnier è un sostenitore dell'omeopatia. È convinto che diluendo il DNA di virus e batteri nell'acqua, questa ne conservi delle tracce sotto forma di impulsi elettromagnetici.

Il marchingegno di cui si è servito per rilevare le onde elettromagnetiche del DNA consiste in un computer munito di scheda audio che ha in input il segnale amplificato di un filo di rame, collegato ad una bobina immersa nell'acqua. L'unica cosa che con grande probabilità ha captato sono interferenze ambientali e probabilmente rumore bianco ma lui sostiene di aver inventato un potenziale strumento di diagnosi delle malattie.

Per ora, online, ho trovato solo questo commovente paragone in merito:

L'aggeggioso favoleggio del professor Horatio Hufnagel (The Simpsons) e quello di Luc Montainger (premio Nobel)

Che pure i Nobel sbaglino è un dato di fatto, ma a cosa sono dovuti i loro scivoloni? La mente umana tende a semplificare la complessità e a concatenare tra loro i fatti collegandoli secondo nessi causali. Louis Ignarro, conoscendo le straordinarie proprietà del monossido di azoto, ha affermato che l'assunzione di integratori che ne aumentavano la biodisponibilità portasse dei benefici alla salute. La complessità dell'organismo umano invece non permette di trarre questo tipo di conclusioni senza le dovute verifiche sperimentali.

Tinbergen è caduto in una trappola simile, pretendendo ci fosse un nesso di causalità tra un pattern comportamentale e una malattia misteriosa, come era all'ora l'autismo. Anche fattori culturali e le credenze popolari possono influenzare la percezione degli eventi, i fisici che nella prima metà del '900 spiegavano il paranormale con la magia ne sono la prova.

Oggi siamo rimasti in pochi a credere ai fantasmi ma la minaccia delle pseudoscienze è reale: teorie complottiste come l'anti vaccinismo sono state legittimate dal fatto che Nobel impreparati come Montagnier ancora le sostengono. Verificare una notizia attraverso la legittimazione delle fonti rimane quindi indispensabile al fine di determinarne il suo reale valore scientifico.