Immagine: ACLU/SXSW
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In un certo senso, affidare la propria vita ai social network e poi lamentarsi perché le aziende che li gestiscono vendono o passano informazioni a terzi—che siano holding della pubblicità dei sottaceti o l'intelligence—è un po' ipocrita, ma questo non significa che la privacy sia carne da macello. Come ha giustamente fatto notare Snowden, “le aziende private possono spiare le tue informazioni per venderti prodotti, il che potrebbe anche rivelarsi spiacevole,” ma almeno esiste la possibilità di rispondere per vie legali e contestare l'uso fraudolento della licenza per il trattamento dei dati personali. Invece, “i governi possono privarti dei tuoi diritti,” e in questo caso non c'è alcuna via legale che tenga. Ecco perché il mantra “tanto io non ho nulla da nascondere” non ha alcun senso: accettare supinamente l'idea di essere sorvegliati danneggia anche le persone con cui comunichiamo. Se un amico si rifiuta di postare le proprie immagini su Facebook, forse dovremmo rispettare la sua scelta e tenere le foto che ci ritraggono insieme lontane dall'area upload del social network.Lo stesso vale per le comunicazioni via email e cellulare. Se pensiamo veramente che l'NSA e gli altri servizi di intelligence ci intercettino solo per il nostro bene, siamo dei coglioni. È vero, ci sono casi in cui le indagini devono per forza intromettersi nella vita privata delle persone, ma si tratta di eccezioni che non fanno la regola. Senza contare che, come ha fatto notare Snowden, “Come ho detto nella testimonianza al Parlamento europeo, siamo vittime di terribili fallimenti da parte dei servizi segreti per il fatto che monitoriamo internet; sapete, stiamo monitorando le comunicazioni di tutti piuttosto che quelle dei sospettati. La mancanza di un focus ha fatto sì che ci perdessimo delle informazioni che invece avremmo dovuto conoscere bene.” Tanto per dirne una, l'identificazione dei terroristi che hanno fatto esplodere le bombe alla maratona di Boston.“Abbiamo bisogno di un watchdog che controlli il Congresso,” ha proposto Snowden. “Una realtà che possa dirci 'ehi, queste persone non vi hanno detto di avervi appena mentito'. Altrimenti noi come facciamo a saperlo?” È una soluzione politica sensata, ma potrebbero volerci anni prima di vedere i risultati. Senza contare che una legge nazionale potrebbe non essere in grado di proteggere i cittadini dalle tecnologie di spionaggio di un paese meno democratico e più impiccione.Insomma, forse Snowden non ci ha lasciati da soli nella merda. Nella merda ci siamo finiti tutti. Dobbiamo solo fare in modo che la battaglia per la privacy non finisca su binari sbagliati. Più di 16 anni fa, diversi gruppi di attivisti hanno ricordato al mondo che la crittografia non è un'arma. Trattare TOR e tecnologie simili alla stregua di armi e munizioni, e quindi limitarne la diffusione anche nei paesi democratici, sarebbe una sconfitta per tutti. Nessuno escluso.I governi possono privarti dei tuoi diritti, e in questo caso non c'è alcuna via legale che tenga.