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Come sgamare gli psicopatici su Twitter

Non stiamo parlando dei vostri amici che twittano ogni mezzo secondo.

È facile trarre conclusioni sulla personalità di qualcuno in base a come si comporta su Twitter. Tutti sanno chi sono gli utenti che fanno autopromozione, quelli che vogliono che leggiate i loro articoli o che sosteniate le loro campagne su Kickstarter. Allo stesso modo ci sono gli utenti meditabondi che condividono link più o meno a caso, oppure quelli che buttano al cesso ore e ore cercando di scrivere frasi a cui poi attaccare hashtag "divertenti". Poi ci sono i pazzi. Chiunque ne conosce uno o due.

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A quanto pare, alcuni ricercatori sarebbero ora in grado di individuare gli psicopatici iscritti a Twitter in base alle modalità di espressione da questi adottate. Un team della Florida Atlantic University—in collaborazione con la Online Privacy Foundation e Kaggle, una piattaforma riservata alle previsioni di dati—ha analizzato oltre tre milioni di tweet da 2,927 utenti di 80 Paesi. Ognuno dei partecipanti ha acconsentito a far monitorare i propri dati Twitter, dai tweet inviati a quelli ritwittati passando per menzioni e punteggi su Klout, e gli scienziati hanno confrontato il materiale raccolto in base ai risultati di uno studio realizzato nel 2011 dalla Cornell University.

A interessare gli studiosi era in particolare la “Triade Oscura” delle personalità: psicopatia, machiavellismo e narcisismo. Lo studio della Cornell ci dice che gli psicopatici fanno un uso più frequente rispetto al normale (circa il doppio) di parole collegate ai loro bisogni fisici come il cibo, il sesso o i soldi. Usano inoltre più congiunzioni come “perché”, “siccome” o “quindi” e registrano un impiego maggiore del tempo passato. Armato di questi e altri parametri, Kaggle ha passato i dati dei tweet a più di 113 team che hanno gareggiato per trovare il modello statistico più adatto ad analizzare le informazioni.

Randell Wald della Florida Atlantic University ha dichiarato che i risultati mostrano “un numero statisticamente significativo di correlazioni tra i tratti più oscuri della personalità di un individuo e la sua attività su Twitter.” Dei circa 2,900 partecipanti, 41 erano veri psicopatici, dato coerente con la statistica generalmente accettata che vuole una persona psicopatica ogni cento. Il resto del campione analizzato rientra in uno spettro che va da normale a psicopatico.

I ricercatori hanno comunque precisato che i risultati non devono essere presi troppo alla lettera. In secondo luogo, per ovvie ragioni di privacy bisognerebbe evitare di utilizzare questo genere di informazioni per selezionare possibili criminali. “L'FBI potrebbe usare lo studio per individuare potenziali malviventi, ma credo si tratti di dati particolarmente interessanti soprattuttoper gli psicologi, che potrebbero impiegarli per comprendere le grandi comunità di persone,” ha dichiarato a Forbes Charles Sumner della Online Privacy Foundation. “La semplice adozione di determinati comportamenti a livello espressivo non comporta l'avere una mente criminale. Ma in generale è interessante. Lo si può usare per esaminare campioni significativi e chiedersi, ‘Stiamo diventando più antisociali?’”

A mio giudizio, sarebbe ancora più interessante registrare periodicamente e monitorare questi dati per scoprire quanto l’uso dei social media influisca sulla nostra personalità. È già stato mostrato che un aumento dell’uso di questi strumenti da parte di adolescenti può portare a disordini psicologici e allo sviluppo del narcisismo. E ancora, altre ricerche segnalano che i social media rendono gli adolescenti più empatici, più attenti ai bisogni degli altri. Infine, come suggerisce quest'ultimo studio, forse i social media sono semplicemente un riflesso del mondo reale, pieno di psicopatici e narcisisti. Twitter rende semplicemente più facile essere folli in pubblico.