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Macro

Cosa ti aspetta se vuoi fare il fotografo in Italia

Chiunque può improvvisarsi fotografo, perché la fotografia è vista più come un hobby che come un lavoro vero. Tra foto di oggetti pagate a cottimo, servizi fotografici ai matrimoni e lavori alle sfilate, ecco cosa vi aspetta se scegliete questa strada.
Mattia Costioli
Milan, IT

Il fotografo Hans Blohm che si guadagna lo stipendio in una valle dello Yukon

Questo post fa parte di Macro, la nostra serie su economia, lavoro e finanza personale in collaborazione con Hello bank!

Nel 2015 non è così facile vendere una propria fotografia a persone che, nel migliore dei casi, sono iscritte ad almeno tre social network che li incoraggiano a condividere foto di tramonti, piatti gourmet e autoscatti generici. In generale, tutti i lavori che necessitano di una buona percentuale di creatività sono visti più come una specie di hobby che come una mansione da retribuire. Ma la fotografia è il settore che ha sofferto maggiormente la concorrenza spietata del tempo libero della classe media.

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Chiunque, in qualsiasi momento, può aprire la sua pagina Facebook "Mario Rossi Photographer." E non importa se il suo unico scopo è fotografare le sue amiche e le amiche delle sue amiche: da quel momento in poi, nel subconscio di tutti i potenziali clienti di fotografia, si innesterà l'idea che Mario Rossi è un fotografo, nonostante nella vita di tutti i giorni abbia un ottimo posto in banca.

Ho parlato con Marta, una mia amica che ha fatto una scuola di fotografia e ora fa la fotografa professionista, per capire a cosa va incontro chi decide di fare questo lavoro.

Serve andare a scuola per diventare un fotografo?

Foto di Henry Gorse.

Se un giorno voleste fingervi un ingegnere vi basterebbero una valigetta e il 30 percento del senso estetico di una persona normale. Fare il fotografo freelance, invece, non solo è poco redditizio, ma è anche molto costoso.

"Per iniziare servono come minimo una macchina fotografica da mille euro e tutta una serie di accessori. Frequentare una scuola di fotografia non è obbligatorio, ma aiuta. Anche se, una volta usciti da lì, ci vogliono diversi anni per rientrare del costo della retta."

Bisogna anche considerare che, tranne che per lavori estremamente specializzati, potete fidarvi di quello che dice Matt Damon in Will Hunting - Genio Ribelle: tutta l'istruzione che vi serve potete procurarvela in biblioteca, gratis.

"L'unica cosa per cui può valere la pena di pagare la retta a una scuola di fotografia sono i contatti. Costa un sacco, ma i contatti che ti fai sono fondamentali per iniziare a lavorare."

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Il primo approccio con il mondo del lavoro

Dopo aver sperperato cifre folli in tasse universitarie, si entra nel mondo del lavoro—che per un fotografo forse non è terribile quanto il praticantato per un avvocato, ma di sicuro è altrettanto frustrante.

Tanto per cominciare, mettetevi l'anima in pace su una cosa: a meno di un improbabile successo improvviso, la vostra strumentazione rimarrà sempre la stessa dai tempi dell'accademia. "Non ha senso comprare obiettivi nuovi, con quello che costano, per poi rischiare di non usarli mai. Anche perché se ti serve qualcosa di particolare, è il cliente che lo noleggia."

Inoltre, almeno all'inizio, la vostra creatività verrà il più possibile limitata per far sì che il vostro lavoro sia il più possibile identico a quello dello studio per cui state lavorando.

"Ho passato ore e ore su Photoshop, oppure a fotografare borse, magliette e altri oggetti destinati alla vendita al dettaglio su internet. Di solito questi lavori di catalogazione fotografica vengono pagati a cottimo—io prendevo circa cinque centesimi a foto," mi ha raccontato Marta.

Insomma, non ci metterete molto a capire dove stia il confine tra un lavoro dignitoso, un lavoro fatto di merda e la vostra sanità mentale. E a un certo punto, per disperazione, vi troverete a fare i fotografi ai matrimoni—constatando che vi fa guadagnare molto di più.

I matrimoni

Un'opera di un fotografo professionista. Foto

via Flickr

A quel punto, capirete perché tutti i vostri ex compagni di corso sono tornati nei loro paesini in provincia subito dopo il diploma—perché a Milano la gente non si sposa, o se lo fa di solito invita solo i parenti e gli amici più stretti.

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Nel sud Italia, invece, ci sono intere aziende specializzate in servizi fotografici per matrimoni, che non si limitano solo a fotografare la cerimonia ma puntano a costruire un ricordo patinato di quella giornata, con tariffe nell'ordine di grandezza delle migliaia di euro al giorno.

"Non è un lavoro stimolante, ma paga molto bene. La cerimonia in sé poi è la parte meno difficile del lavoro, perché nessuno ti rivolge la parola. La parte faticosa è quella dopo, in cui ti tocca stare diverse altre ore ad assecondare le richieste di tutti gli invitati."

La concorrenza

Un gruppo di fotografi amatoriali. Foto di Luca Massaro.

Un po' come in tutti i settori del terziario, anche nella fotografia verrete trattati come dei bambini di otto anni fino a che non ne avrete quaranta, e dovrete cercare di sopravvivere a una concorrenza davvero spietata.

"Per fare un esempio: uno dei pochissimi campi in cui c'è la possibilità di fare qualche soldo è la moda. Ma per lavorare nella moda bisogna essere pronti a tirarsi i capelli con gli altri fotografi per i posti migliori nel backstage delle sfilate—e questa non è una specie di metafora: succede davvero."

Ma rischiare di prenderle non sarà la cosa peggiore che possa capitarvi se vi troverete a lavorare per un aziende del settore della moda. A questo proposito, riguardare Il Diavolo Veste Prada come se fosse un documentario di National Geographic potrebbe essere più utile di qualsiasi altra spiegazione.

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Sopravvivere a 60 giorni e rapportarsi col cliente

La maggior parte dei clienti, oltre a vedervi come un nipotino a cui stanno dando la mancia per il bel lavoretto che ha fatto, vi pagheranno a 60 giorni—e questo avrà delle grosse conseguenze, soprattutto quando si tratterà di fare la spesa.

"Finché non riesci a costruirti un buon portafoglio clienti guadagni molto poco, e ti tocca mettere da parte qualsiasi velleità artistica perché non te la puoi permettere. Anche trovare un mecenate disposto a finanziare i tuoi progetti è difficilissimo, per cui l'unico modo per fare cose un minimo interessanti è mettere da parte i soldi e finanziartele da te."

Nel mondo della pubblicità c'è una teoria, secondo cui per ogni brutta pubblicità che viene approvata all'azienda ci sono almeno altre cinque proposte oggettivamente migliori. Nel mondo della fotografia è ancora peggio: ogni cliente con cui avrete a che fare sarà intimamente convinto di poter fare un lavoro migliore del vostro—se solo avesse voglia di vivere in un monolocale di venti metri quadrati.

Ecco, quel cliente è la persona che vi pagherà la pensione, e voi dovrete assumere una faccia convinta mentre gli confermate che sì, un bel bianco e nero saturato è un'ottima idea.

Segui Mattia su Twitter: @mattia__C