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Tecnologia

'Star Wars Battlefront II' è tutto ciò che un videogioco AAA non deve essere

Una brutta copia di 'Candy Crush', versione 'Star Wars'.

Star Wars Battlefront II è probabilmente il più grosso prodotto di intrattenimento che vedremo quest’anno. È uno dei videogiochi più grossi pubblicati dal più grosso publisher del settore, Electronic Arts. È basato sul più grosso franchise cinematografico al mondo, Star Wars, che è prodotto da una delle più grosse media company al mondo, Disney.

Con tutta l’attenzione e i soldi che lo accompagnano, è triste ma non del tutto anomalo che Battlefront II sia abbastanza un disastro. Tecnicamente parlando, è a posto. La casa sviluppatrice svedese DICE realizza alcuni dei giochi più soddisfacenti a livello di grafica e suono sul mercato e Battlefront II non fa eccezione. Per ora, i server del gioco hanno retto l’afflusso di giocatori con accesso alla beta.

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Ma è un gioco che sembra cercare con tutte le sue forze di non fare errori colossali anziché mettere alla prova nuove idee. È un perfetto esempio di tutto ciò che non funziona nei giochi tripla A oggi: Battlefront II è rassicurante, noioso e sembra esistere solo per giustificare tutti i soldi che è costato produrlo. La cosa è lampante tanto nel pessimo modo in cui racconta una storia che tenta di collegare la trilogia originale con quella nuova, quanto nel sistema di monetizzazione tramite loot box, che gli ha già fatto guadagnare il commento con più downvote della storia di Reddit.

Cominciamo con la campagna in modalità single player. Battlefront II, che è ambientato nell’intervallo di tempo tra il Ritorno dello Jedi e Il Risveglio della Forza, racconta la storia di Inferno Squad — un’unità operativa speciale dell’Impero — guidata dal genio del male Iden Versio. Nel preludio alla storia, Versio e la sua squadra stanno tenendo a bada un gruppo di ribelli su Endor, quando la Morte Nera esplode all’improvviso nel cielo.

È una premessa interessante, seguita da una delusione totale. Quel momento — guardare la distruzione di un’arma letale con tutti i cattivi che si porta dentro — è il momento più alto delle cinque ore complessive di campagna. Il resto della storia non sembra sviluppata a dovere né coerente — come fosse una sorta di aggiunta dell’ultimo minuto per accontentare i fan che si erano lamentati perché l’ultimo Battlefront era solo multiplayer.

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La maggior parte delle mappe della campagna sono riciclate dalla modalità multiplayer e legate insieme con segmenti in cui il giocatore assume il controllo di personaggi come Luke Skywalker o Lando Calrissian. Bello, stupido e breve.

La delusione è tanta perché gli scrittori di Battlefront II avevano in mano un momento storico davvero succoso con cui giocare. Il gioco cerca di risolvere un po’ dei buchi tra la trilogia originale che finisce con Il Ritorno dello Jedi e la nuova trilogia che comincia con Il Risveglio della Forza. Dovrebbe essere una figata, considerata tutta l’importanza che Disney e Lucasfilm hanno dato al fatto di aver buttato un mucchio di informazioni collaterali sull’universo di Star Wars, accumulate in decenni e decenni di libri, fumetti e videogiochi. A voler essere onesti, un bel po’ di quel lore faceva davvero schifo (lo sapevate che gli uomini-cavallo di Thakwaash facevano parte del canone una volta?), per cui aveva senso fare una sorta di tabula rasa con la nuova trilogia.

Certo, se EA riceve le chiavi dell’universo di Star Wars, ci dovrebbe fare qualcosa di non totalmente stupido, no?

Passiamo al livello di Battlefront II in cui Luke Skywalker si trova sul pianeta-barriera corallina Pillio, intento a flagellare ragni alieni mentre aiuta qualche personaggio secondario a entrare in una cripta segreta piena della roba dell’ei fu Imperatore Palpatine. È una scena imbranata e stupida, più adatta a un film fatto male per la TV che per un prodotto ufficiale di Star Wars.

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La cripta segreta di Palpatine fa parte dello Star Wars Holiday Special di Battlefront II. Somiglia al Luke che conosciamo e amiamo, ma tutto a un tratto si mette a rimbalzare sui muri come un Beyblade impazzito e a parlare con personaggi inutili di cui non abbiamo mai sentito parlare. Tenetelo a mente quando guarderete Luke sullo schermo questo Natale con L’ultimo Jedi: a un certo punto della sua vita, ha passato venti minuti sani a tirare randellate scoordinate a un mucchio di ragni in una caverna, solo per poter rubare una bussola che non sapeva neanche di volere. Fa tutto parte del canone, ora.

Ci piacerebbe dirvi perché Luke si trovasse proprio là, ma non possiamo perché Battlefront II non lo fa capire. Lo stesso vale per praticamente qualsiasi altro momento pregnante nella storia, che si sviluppa nel corso di anni, su svariati pianeti e con vari personaggi, senza mai spiegare cosa stia combinando ognuno di loro e quali siano le sue motivazioni. Userete Lando mentre corre via dalla lava e Han Solo mentre sosta in un bar aspettando un tizio con la barba (è esaltante esattamente quanto sembra), ma non saprete mai perché. Vi ricordate tutti quei caccia stellari schiantati sulla superficie di Jakku nella scena iniziale di Il Risveglio della Forza? Battlefront II vi fa prendere parte a quella battaglia, ma dandovi zero contesto delle ragioni dello scontro.

Chiaramente, Battlefront II fa affidamento sul fatto che i giocatori dispongano di informazioni che sono contenute nel prossimo film, o magari nelle sue versioni romanzo, ma come storia a sé stante, è incoerente al punto da diventare assurda e, per ora, rappresenta il capitolo più imbarazzante della macchina di Star Wars risorta sotto Disney.

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Immagine: EA

Ovviamente, come tutto in Battlefront II, la storia esiste solo per depennare voci da una lista. Più importante, insegna al giocatore come usare le classi eroe nel multiplayer ma non gli spiega che non può davvero usarle per giocare subito. A meno che un giocatore non sia veramente fortunato o spenda soldi veri nelle loot box del gioco, ci vuole parecchio tempo per sbloccare Luke o Vader. In ogni scontro, il giocatore può usare gli eroi solo dopo aver guadagnato un certo numero di punti, completando certi obiettivi e uccidendo i nemici.

Rey, per esempio, si sblocca solo quando il giocatore arriva a 8.000 punti, Luke a 6.000. Una volta che il giocatore arriva al punteggio giusto, può spendere i propri punti per giocare con questi personaggi. Sono ovviamente tanto potenti da cambiare le sorti di una battaglia e sono uno spasso da giocare, ma buona fortuna ad arrivare a quei numeri senza qualche upgrade.

Il che ci porta al problema principale di Battlefront II: la sua economia.

DICE è brava a sviluppare grossi sparatutto multiplayer e, in fondo, Battlefront II è proprio questo. Non è al livello di Battlefield perché cerca di attrarre un pubblico più ampio semplificandone la formula: per questo, perde gran parte dell'aspetto caotico che rende unico il gioco. E questo nonostante Battlefront II abbia delle solide fondamenta. Clicchi il mouse e il laser fa "pew pew," questo è ottimo. Ancora, quando un gruppo di Storm Trooper si muove in massa, l'effetto è soddisfacente.

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Ma qualsiasi elemento positivo viene messo in ombra dal sistema di progressione guidato dalle loot box. È implacabile. Non appena iniziate a giocare, vi invita ad aprire alcune loot box con una notifica nel menu principale.

Ecco come funziona. Quando i giocatori uccidono i loro amici su Hoth, sbloccano le card che li rendono più potenti. La maggior parte di queste card escono da una serie di loot box casuali e il modo migliore per ottenerle è comprarle con una delle due valute del gioco. La prima è costituita dai crediti guadagnati completando le sfide e giocando in multiplayer. La seconda sono i cristalli, che si comprano con dei soldi veri. La cosa vi confonde? Non è finita qui.

Immagine: EA

Le card di alto livello modificano talmente tanto l'esperienza che giocare contro di loro rende difficile accumulare le kill necessarie per aumentare di livello, guadagnare crate e un migliore equipaggiamento. Quando ho giocato in modalità Conquest Galactic, sono stato sopraffatto in continuazione da giocatori con equipaggiamenti superiori al mio. So che erano messi meglio di me perché il gioco ti mostra le armi del tuo assassino quando vieni fatto fuori. Potete facilmente immaginare quanto sia divertente morire ogni volta per mano dello stesso giocatore con la stessa granata termica.

Detto questo, le card dei livelli più alti non si trovano nelle loot box, ma i pezzi per realizzarle sì. Volete beccarle? Basta scaricare qualche cristallo in più spendendo un po' di veri euro e sperare di ottenere le card giuste o i componenti che vi servono dalle loot box.

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Mentre scrivevamo questa recensione, l'EA ha contattato Motherboard per dire che sta modificando i suoi sistemi di progressione per renderli più equi ed equilibrati. Per cominciare, ha ridotto del 75% la quantità di crediti necessari per sbloccare personaggi come Luke e Darth Vader. (Nota: ci riferiamo solo alla possibilità di giocarci. I giocatori devono comunque guadagnare ancora abbastanza punti per partita in modo da selezionarli, come descritto sopra.) Ha anche promesso di tenere conto delle lamentele dei giocatori e apportare ulteriori modifiche dopo il lancio del gioco.

Ma è difficile immaginare che DICE e EA riusciranno sempre a soddisfare la loro fan base di giocatori. Battlefront II è un gioco progettato per farvi comprare le loot box. Non c'è modo di uscirne perché è una caratteristica inscritta nel suo DNA.

Chiariamoci, non siamo per nulla contrari ai videogiochi tripla A. Anzi, in passato, abbiamo spiegato in modo approfondito come solo le aziende che si impegnano in grandi produzioni possano fare il tipo di investimenti che fanno avanzare tanto i videogiochi come medium quanto l'informatica stessa.

Immagine: EA

Ma per essere completamente onesti, bisogna ammettere che l'EA e DICE sono arrivati a questa triste versione stile Candy Crush di un gioco di Star Wars con l'aiuto del loro pubblico.

Abbiamo una modalità-storia molto banale perché i giocatori non erano contenti che l'ultimo gioco non ne avesse una. C'è una sovrabbondanza di elementi da sbloccare perché i giocatori si lamentavano che il gioco precedente non ne aveva abbastanza. La quantità di elementi in più presenti in Battlefront II rispetto a Battlefront è una tale fonte di orgoglio per l'EA che l'ha addirittura mostrata in un grafico usato come materiale promozionale.

Bisogna tenere presente che, nonostante tutta l'insofferenza nei confronti del sistema di loot box, i giocatori non hanno rifiutato del tutto il metodo di progressione di Battlefront II. Hanno solo detto che ci vuole troppo tempo per ottenere degli oggetti specifici, non che non li desiderano o che non vogliono affrontare un qualche tipo di difficoltà per sbloccarli.

Essenzialmente, al momento, l'EA e i suoi fan stanno contrattando su come modificare le caratteristiche del gioco in modo che il nostro cervello rilasci dopamina quando viene sbloccata una virtual create e l'EA si sta dimostrando attenta e pronta a seguire i consigli. Di sicuro, alla fine, troverà la soluzione più adatta.

Tuttavia, continueremo a discuterci sopra e ad acquistare le loot box per almeno altri dieci anni, a meno che i videogiochi tripla A e i suoi giocatori non apportino dei cambiamenti più seri. I giocatori dovrebbero smettere di acquistare questi giochi. I publisher dovranno trovare un modo diverso di finanziare i loro progetti più grandi. Fino ad allora, le grandi produzioni come Star Wars continueranno ad avere tutte queste caratteristiche.

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