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Musica

Le assurde musiche sperimentali dagli archivi dell'Istituto Luce

Su YouTube ci sono decine di video che mostrano le pazzie musicali di un tempo che fu, prese per il culo da una voce narrante impietosa.

Rieccoci con un nuovo episodio di "Video musicali matti indicizzati male dagli archivi dell'Istituto Luce", l'unica rubrica di Noisey che vi permette di rendervi conto di quanto il mondo facesse ridere nel ventesimo secolo. Dopo aver introdotto il tutto con un video di musicisti subacquei, aver analizzato il rock and roll come cancro della società e il twist come minaccia al buon costume, eccoci oggi ad affrontare un tema più leggero: la musica sperimentale.

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Nell'archivio YouTube dell'Istituto ci sono decine e decine di video assurdi in cui uomini dimenticati dalla storia suonano strumenti improponibili, orchestre e musicisti vengono dipinti come scherzi della natura, suggestioni visionarie vengono perculate come fossero deliri di un matto. Qua sotto i miei quattro preferiti.

CANZONETTE PER MARTE

Lo spazio è una di quelle cose da cui i musicisti si sono sempre fatti ispirare. Negli anni Settanta non potevi sparare un po' di riverbero sulle chitarre e abbassare i BPM che tutto d'un tratto facevi space rock, e quindici anni dopo ecco gli Spacemen 3 e gli Spiritualized e i Flying Saucer Attack e un botto di altri nomi che usavano le cose del cosmo nei nomi e nei suoni. Ma oggi voglio proporvi una storia alternativa: una per cui i veri pionieri della materia oscura sonora sono i "The Spotnicks", quella che lo speaker definisce "un'orchestra spaziale" e sembra odiare con tutto il cuore:

Probabilmente quando andremo sulla Luna o su Marte troveremo canzonette di questo genere, ed è una vera sciagura.

I pover Spotnicks fanno in realtà, a quanto sento, del semplicissimo surf rock alla Dick Dale—ma hanno la gimmick dello spazio, e quindi via di caschi e tute e finte navicelle. La voce narrante però smaschera subito il loro trucchetto: dopo averli paragonati ai "sombrero", ai "violini tzigani" e ai "Pasqualino Esposito che aspirano al successo", definendoli quindi solo una moda passeggera, ecco il giudizio finale.

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La sola obiezione da fare è che la musica spaziale è veramente brutta. Bisognerebbe dirlo a questi giovanotti: se non trovano niente di meglio, appena arriveranno su Marte i marziani li arresteranno.

NON SPARATE SUL PIANISTA

Dopo una breve ricerca scopro che i fratelli Baschet, protagonisti di questo breve video, sono due ragazzi francesi che hanno passato una vita a costruire giochi scultorei attorno all'idea di suono. Il loro progetto più famoso è il Cristal Baschet, un coso che produce suoni incredibilmente rilassanti facendo oscillare cilindri di vetro e suona tipo così.

Data la sensibilità che, come avrete ormai intuito, contraddistingueva l'Istituto INCOM, ovviamente l'operato dai Baschet è dipinto come una macchietta. La voce narrante si sostituisce quella dei fratelli: "Sveglia ragazzi, dicono i due compositori: è ora di rimboccarsi le maniche e far fuori la vecchia, anacronistica, inascoltabile musica sinfonica!" Il che sembra un endorsement, e per un attimo fa quasi sperare che le figate visionarie dei Baschet—applicate anche alla danza, nota il video—non siano ridotte a…

A noi le polemiche sulla composizione non interessano. Il balletto avrà certo successo, perché il pubblico non bada alla musica. Bada alle ragazze.

:(

BIDONI

Innanzitutto, sono molto stupito dal fatto che il narratore non usi la parola "bidoni" per riferirsi alla qualità dei musicisti ritratti in questo breve video, girato in Inghilterra. "Paese che vai, orchestra che trovi", comincia, presentando questi amici che suonano una bossanova molto simile a "Quando quando quando" di Tony Renis su dei fusti di benzina. Dopo qualche secondo di esibizione, però, ecco arrivare l'inesorabile mannaia descrittiva in cui l'orgoglio per la furberia italiana e lo sdegno nei confronti dell'anormale creano una gloriosa esplosione di giudizi sommari:

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La musica dei bidoni, affermano gli intenditori, è la musica dell'avvenire. Se lo dicono loro è così senz'altro! Ma in Italia questi giovanotti non avrebbero molto successo. Noi non ci lasciamo bidonare molto facilmente.

DALLA GERMANIA UN NUOVO STRUMENTO MUSICALE

In mezzo all'arroganza cieca nei confronti del nuovo e dello sperimentale, però, ci sono momenti di pura bellezza—come questo video, risalente al 1950, il cui protagonista è il Trautonium. È uno strumento inventato in Germania nel 1929 che elimina la tastiera tradizionale e la sostituisce con un filo sospeso sopra a dei transistor. Premendo il filo, si creano dei circuiti che producono suoni. La voce narrante, qua, è davvero evocativa:

La partitura, scritta a parole, pare una poesia futurista. Dormiveglia di quadrimotore. Rinoceronti in panciolle. Giorno di bora. L'elettricità si sublima in melodia: ruba alla natura e alla vita il segreto delle loro voci.

Il video si conclude con un accoppiamento visivo-sonoro commovente: i suoni del Trautonium, assurdi e artificali per l'epoca in cui vennero al mondo, vengono usati per sonorizzare una tempesta, un ballo tradizionale asiatico, lo schianto di un'automobile. Come a sottolineare la grandezza delle macchine, capaci di fare il verso la realtà che le aveva create.

Ci vediamo alla prossima puntata per continuare il nostro viaggio nelle pazzie musical-visive del secolo scorso.

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