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Tecnologia

Un enorme buco nero si è appena risvegliato

Dopo un pisolino di 26 anni, il buco nero che fa parte del sistema binario V404 Cygni si è svegliato con uno sbadiglio di proporzioni titaniche.
Giulia Trincardi
Milan, IT
Immagine via: ESA

Dopo un pisolino di 26 anni, il buco nero che fa parte—insieme a una stella gigante arancione—del sistema binario V404 Cygni si è svegliato. Ha fatto uno sbadiglio di proporzioni titaniche, bruciando rapidamente una dose extra di materiale proveniente dalla sua compagna ed emettendo di conseguenza una grande quantità di energia.

Il 15 giugno, Il Burst Alert Telescope posizionato sul satellite Swift della NASA ha notato "un'improvvisa esplosione di raggi gamma," spiega il sito dell'ESA, che è stata immediatamente confermata dal MAXI—il Monitor of All-sky X-ray Image della International Space Station—e messa sotto osservazione anche dall'osservatorio spettrografico Integral dell'ESA stessa.

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Si può pensare a un sistema binario come a due persone con pesi diversi che si afferrano per le mani e corrono in tondo

Si tratta appunto del sistema binario compreso nel Cigno—una costellazione che fa parte della via Lattea e che è nota all'uomo da talmente tanto tempo (da Tolomeo, per intenderci) che è entrata persino nella cultura pop. Sapete a cosa mi riferisco.

Si può pensare a un sistema binario un po' come a due persone con pesi diversi che si afferrano per le mani e iniziano a correre in tondo, e che si influenzano a vicenda facendo perno su uno stesso punto. In termini astronomici, si parla di due stelle di masse diverse che formano un sistema perché orbitano su uno stesso baricentro, detto centro di massa. Il dettaglio importante nel caso di V404 Cygni è che si tratta di un rapporto particolare: una delle due persone impegnate in questa giostra sta portando via all'altra tutto quello che ha addosso.

In questo caso, a 7800 anni luce da qui, ci sono una stella grande un po' meno del Sole e un buco nero che ha una massa pari a 12 volte quella della nostra stella, intenti a viaggiare insieme. Gli scienziati sono arrivati a capirlo nel 1989, in seguito a un'altra esplosione—colta dal satellite Ginga e dalla stazione Mir—proveniente da questo punto del cielo. Proprio grazie all'esplosione e al periodo di quiete successivo, gli astronomi hanno potuto concludere che solo un buco nero poteva essere in grado di produrre un'attività tanto intensa da oscurare l'oggetto gemello e presentare un moto relativo come quello osservato.

La vera domanda, ora, per gli astronomi in tutto il mondo è: cosa causa questi sbadigli mostruosi? Il buco nero di V404 Cygni si comporta un po' come tutti i buchi neri, e passa il suo tempo a risucchiare materiale spaziale, nel suo caso specifico quello dalla stella compagna.

L'ipotesi è che—di tanto in tanto, circa ogni 20-30 anni terrestri—l'accumulo di materiale sul disco di accrescimento (tutto ciò che forma una spirale intorno al buco nero aspettando pazientemente il proprio turno per finirci dentro) sia tale da causare un collasso temporaneo del normale ritmo di digestione di questa cosiddetta stella compatta, che sfoga improvvisamente l'eccesso raggiungendo temperature impossibili ed emettendo giganteschi singhiozzi di raggi X e gamma come se non ci fosse un domani. Per questo motivo è diventato ben visibile—più visibile di qualsiasi altra cosa, a dirla tutta—a tutta la strumentazione che legge il cielo in raggi X e gamma da alcune settimane; la comunità astronomica è in totale fermento, e sta unendo le forze per riuscire a raccogliere uno spettro di dati su questo fenomeno il più ampio possibile.

Per rispondere a questa domanda, le analisi si concentreranno soprattutto sui brevi getti di particelle registrati sul disco di accrescimento del buco nero, che sfiorano letteralmente la velocità della luce, e sui meccanismi che li generano, conclude l'articolo dell'ESA, per ottenere nuove informazioni su cosa provochi queste esplosioni e su come funzionino queste enormi spirali di materia, prima dell'incontro con l'inesorabile (e misterioso) destino che le attende.