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Tecnologia

La nuova console COLECO è fatta di cartoncino e circuiti fake

La console, finanziata su IndieGoGo prima e su Kickstarter poi, sembra essere fatta apposta per truffare gli appassionati di retrogaming.

Il 2016 è cominciato da appena tre mesi ed è già un pessimo anno in quanto a nuovi e presuntuosi progetti di console. Prima è arrivata la Dreamcast 2 hullaballoo, che si è rivelata tutto fumo. Ora c'è la Coleco Chameleon—nome ironico, considerato che i creatori della console sono stati accusati di avere qualcosa da nascondere.

Ma torniamo indietro un attimo, a settembre dell'anno scorso. Mike Kennedy, titolare di diverse imprese a tema videogiochi, come Retro magazine e GameGavel.com, ha lanciato una campagna su IndieGoGo per una cosa chiamata Retro VGS. L'idea dietro questa console era relativamente semplice: una console a cartucce su cui giocare giochi in stile retrò. Doveva rappresentare un ritorno alle vecchie console che non avevano bisogno di aggiornamenti firmware e software, e funzionare (in teoria) perfettamente così come si presentava. Più avanti avrebbero venduto tutta una serie di adattatori opzionali per far girare su VGS anche i giochi fatti per altre piattaforme. Hanno persino usato il telaio della vecchia console Atari Jaguar per garantire il massimo del fascino retrò possibile. Tutto ciò per il prezzo base davvero, davvero competitivo di 300 dollari.

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Aspetta un attimo, eh? Dovrei pagare lo stesso prezzo di una console di ultima generazione per qualcosa che grida "retro" già nel nome? Il team dietro la console ha insistito dicendo che ci sarebbe stata una quantità incredibile di fronzoli extra a giustificare quel prezzo, ma i collezionisti di giochi vintage—una categoria di compratori non esattamente noti per la loro frugalità—hanno gridato al fallo in fretta. Altra cosa strana, il team chiedeva due milioni di dollari per il progetto, ma non aveva un prototipo funzionante quando ha lanciato la campagna su IndieGoGo. Le specifiche hardware sono cambiate improvvisamente, passando da un Field Programmable Gate Array (FPGA)—un chip versatile che può essere riconfigurato per adattarsi a necessità diverse hardware e software, e che può imitare la CPU di altre console—ad un non meglio definito processore ARM, cosa che ha lasciato i potenziali backer a chiedersi che cosa avrebbero ricevuto in cambio dei loro soldi. Per peggiorare solo le cose, quello che hanno mostrato non stava in piedi. Letteralmente.

Imperterriti, gli sviluppatori di Retro VGS ha deciso di ricominciare da capo tutto: brand, design e lancio del progetto. A quel punto John Carlsen, che si occupava del design hardware di Retro VGS, se ne è andato, e Mike Kennedy ha scaricato su di lui la colpa del design fallimentare. Il nuovo team ha contattato i detentori dei diritti del marchio Coleco per avere il permesso di utilizzarlo per la loro console. La Coleco è la casa di produzione della console Colecovision, una piattaforma popolare tra i collezionisti di giochi vintage. Hanno annunciato il nuovo piano a gennaio: nome nuovo, design migliore e più economico, e una campagna Kickstarter organizzata meglio, con il lancio previsto per la fine di febbraio. Hanno presentato in anteprima un modello funzionante alla New York Toy Fair a gennaio.

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Qui sono sorti nuovi problemi. Coleco Chameleon si è presentata effettivamente come aveva promesso alla Toy Fair, ma i più scettici hanno notato immediatamente qualcosa di strano nelle foto e nei video: perché la cartuccia del gioco e il retro della console erano coperti di nastro isolante nero? E perché usavano i controller del Super Nintendo Entertainment System per una demo?

Si è diffusa in fretta una teoria, nel mondo del retro-gaming: quelle erano le interiora di uno SNES e una cartuccia flash anziché un vero prototipo. Man mano che venivano fuori altre foto—e foto di confronto, con gente che incastrava l'interno del proprio SNES model 2 nel telaio della jaguar—le prove sembravano sempre più schiaccianti.

Lo YouTuber e podcaster del retrogaming Pat the NES Punk discute la presentazione della Toy Fair, e le accuse secondo cui avrebbero utilizzato una scheda SNES per presentare la demo, in dettaglio.

Le cose sono solo peggiorate quando il Kickstarter è stato posticipato. Le teorie cospirazioniste si sono moltiplicate—dato che Kickstarter richiede un prototipo funzionante per accettare un progetto, c'è chi ha pensato che la cosa fosse un'ulteriore prova del fatto che la presentazione alla Toy Fair era stata davvero una beffa. Per smentire queste voci, il team della Coleco Chameleon ha rilasciato una serie di foto dell'hardware di sistema dentro un case trasparente sulla propria pagina Facebook, per dimostrare alle persone che avevano davvero un prototipo autentico.

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Sfortunatamente, si è scoperto che quel prototipo autentico poteva essere, in realtà, una vecchia card PCI usata per fare video sul PC.

Credit: Playswithwolves su AtariAge

Playswithwolves, sul forum AtariAge, ha trovato e messo a confronto il layout di una HICAP50B CCTV DVR Capture Card con la foto in questione, dimostrandone la somiglianza inequivocabile. (La foto è stata poi rimossa dalla pagina Facebook della Coleco Chameleon.) Morale della favola: se hai gli occhi di tutti puntati addosso, non cercare di fottere la gente, perché farà di tutto per scoprire se hai detto la verità o no.

Mercoledì scorso, le cose si sono fatte ancora più serie: La Coleco ha dichiarato che, se un ingegnere indipendente scelto da loro non potrà esaminare un prototipo funzionante entro una settimana, revocherà il permesso di utilizzo del nome, rischiando di mettere così a repentaglio l'intero progetto, di nuovo.

La Coleco Chameleon è una truffa? Da quel che abbiamo visto finora, di sicuro non sembra niente di buono. Se va bene, è un gruppo di tizi che vuole disperatamente dar vita a qualcosa e che cerca i fondi e il sostegno ovunque può, ma che non capisce che, a questo punto, deve essere per forza completamente onesto sul progetto. Se anche le intenzioni del team di sviluppo non fossero completamente cattive, anche se fossero soltanto un branco di disperati che cerca di realizzare un sogno impossibile, resta il fatto che la Retro VGS/Coleco Chameleon è una pessima idea.

Gli sviluppatori della console vogliono convincere quelli che fanno giochi in stile retrò a mettere i loro titoli su cartuccia. Secondo loro, le cartucce perdono meno valore e i compratori le preferiscono a un download economico, ma le vendite su Steam raccontano una storia sui guadagni completamente diversa. Vendere cartucce a un pubblico potenziale di qualche migliaio di collezionisti per 50 dollari l'una con margini di profitto bassi, o vendere un gioco in download ad un pubblico molto più ampio per 10 dollari la copia ed essere in grado di aggiornare il gioco all'occorrenza? Non è difficile capire quale sia la scelta migliore.

Ai collezionisti interesserebbe poi qualcosa? Il mercato del collezionismo può assolutamente essere un mercato prospero—basta pensare al ritorno del vinile tra i cultori di musica, per esempio. Ma i collezionisti e gli appassionati di retro-gaming che conosco sono già concentrati sul crearsi una collezione basata su un sistema preferito in particolare—non sono interessati a qualcosa di nuovo. I progetti amatoriali—in cui programmatori appassionati creano nuovi giochi per vecchie console come NES, SNES e Genesis—sono vivi e in salute, e hanno già una base solida di proprietari di vecchie console a cui vendere i loro prodotti.

A questo punto, la Chameleon è una brutta battuta. La sua reputazione è compromessa e sembra proprio che non ci sia adattamento, re-branding o dimostrazione concreta del fatto che funzioni che possa salvare il prodotto. È meglio lasciare che questa creatura si perda nella nebbia, piuttosto che continuare a rovinare reputazioni in giro.