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Musica

Recensione: Neneh Cherry - Broken Politics

Con 'Broken Politics', Neneh Cherry ha realizzato un altro album di pop raffinato e contemporaneo dal forte messaggio politico.
neneh cherry broken politicscover artwork

Neneh Cherry è una signora di 54 anni con un curriculum lungo così.

Innanzitutto è figlia (acquisita) di Don Cherry, uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi (e pure sorella di Eagle-Eye Cherry, ma di questo ci interessa meno), sin da ragazza ha gravitato intorno al mondo della musica, facendo i cori nelle Slits (tra i gruppi più importanti della storia del punk) all’inizio degli anni Ottanta e facendo poi parte dei grandissimi Rip Rig + Panic. Con Ari Up delle Slits ha pure fatto parte dei New Age Steppers di casa On-U Sound. E per me tutto questo già basterebbe a renderla una figura di culto.

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In realtà il bello comincia con la sua carriera solista, che fa subito il botto grazie al singolone “Buffalo Stance" che nel 1988 vende sfracelli di copie. Per quel pezzo e per il suo primo album collabora con Cameron McVey, che in seguito diventa suo marito. Uno qualsiasi? È uno dei produttori di Blue Lines dei Massive Attack, per dirne una.

Dopo altri due album, dal ’96 al 2006 Neneh smette di fare musica e si dedica alla famiglia. Il ritorno discografico è per l’appunto all’insegna della famiglia: i CirKus, la band con cui pubblica due dischi nel 2006 e nel 2009 sono composti da lei, il marito, la figlia Tyson e il di lei fidanzato.

Ma è nel 2012 che le cose si fanno davvero interessanti: esce su Smalltown Supersound un disco bellissimo, The Cherry Thing, in cui la voce di Neneh poggia sulle musiche dei The Thing di Mats Gustafsson, trio impro-free jazz potentissimo e da sempre devoto al patriarca Don. Tra le altre cose contiene una cover di “Dream Baby Dream” dei Suicide che vi invitiamo ad ascoltare immediatamente.

È dopo questo lavoro che probabilmente scatta qualcosa, e Neneh torna in studio per il suo primo vero e proprio album solista dopo diciotto anni. Nel 2014 esce Blank Project, interamente prodotto da Four Tet con i RocketNumberNine a fare da band. È un disco essenziale: voce, sintetizzatori e batteria. È anche uno dei migliori dischi pop degli ultimi anni, se pop lo vogliamo chiamare. In fondo è un disco di canzoni. Belle, profonde, canzoni.

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Ora giunge il momento di un nuovo album, Broken Politics, disco politico sin dal titolo. Ed è un altro centro pieno.

A produrre tutto il disco è ancora una volta Four Tet, a scrivere i pezzi sono lui, la Cherry e il marito, e fanno capolino ospiti di un certo peso: Robert Del Naja dei Massive Attack produce “Kong”, Karl Berger suona il vibrafono su “Synchronized Devotion”, ci sono dei campioni di Ornette Coleman e tutto il progetto grafico della copertina è curato da Wolfgang Tillmans.

Il disco è politico e personale insieme, raffinato, intenso, ricorda da vicino gli anni Novanta ed è meno alieno del precedente, sembra fatto per essere ascoltato di mattina, in una mattina buia in cui si cerca di rimettere insieme i pezzi dopo una festa. Di questo sembra parlare: di riprendere noi stessi, di svegliarci dopo aver pensato per troppo tempo di vivere in un’eterna festa.

È un disco più cantautorale del precedente, in cui la voce è predominante e i testi sono importantissimi. Un disco forse meno libero e stimolante dal punto di vista musicale ma non meno interessante. Un disco estremamente contemporaneo, che ci parli di oggi, e che sarebbe bello rappresentasse il pop in questo momento storico.

Come ha dichiarato la Cherry in un paio di interviste: “È difficile. Sono tempi bui. È difficile non farsi influenzare da quello che succede, ma in mezzo alla rabbia, al dolore e alla tristezza sento il dovere di trovare qualche tipo di positività. È importante reagire. […] Forse la politica comincia dalla propria stanza, o dalla propria casa - una qualche forma di attivismo, una responsabilità. L’album parla di queste cose: sentirsi a pezzi, delusi e tristi, ma perseverare. È una lotta contro l’estinzione del pensiero e dello spirito”.

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Broken Politics è uscito il 19 ottobre per Smalltown Supersound.

Ascolta Broken Politics su Spotify:

TRACKLIST:
1. Fallen Leaves
2. Kong
3. Poem Daddy
4. Synchronised Devotion
5. Deep Vein Thrombosis
6. Faster Than The Truth
7. Natural Skin Deep
8. Shot Gun Shack
9. Black Monday
10. Cheap Breakfast Special
11. Slow Release
12. Soldier

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