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Tecnologia

Per la prima volta, gli scienziati hanno creato ovociti umani dal sangue

Nell'Università di Kyoto è stato compiuto il primo passo per poter produrre ovociti umane usando i tessuti o il sangue di altre persone — ma i dubbi etici non mancano.
Immagine: Science 

Un gruppo di scienziati in Giappone ha utilizzato sangue umano per creare — con successo — cellule riproduttive (ovociti) immature in laboratorio per la prima volta, stando a una ricerca pubblicata giovedì scorso su Science. Lo studio rappresenta una scoperta importante nel mondo della ricerca sulle cellule staminali e potrebbe permettere, un giorno, di creare bambini in laboratorio dai tessuti fisiologici o dal sangue dei genitori.

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Mitinori Saitou, biologo dell'Università di Kyoto che ha contribuito a questo lavoro pionieristico, è riuscito a produrre ovociti e sperma di topo da cellule staminali nel 2012, e le ha utilizzate per allevare topini in salute. È stata la prima volta che degli ovuli venivano creati da cellule staminali.

Questa immagine mostra la crescita degli ovociti in un ovaio artificiale cresciuto in laboratorio, dal giorno 7 al giorno 77. Immagine: Science.

Quando Saitou e colleghi hanno prodotto le prime cellule riproduttive di topo artificiali, le hanno portate fino alla maturazione dentro a un ovaio di topo simulato, costruito dal tessuto di topi fetali. Poiché questo tipo di tessuto sarebbe pressoché impossibile da ottenere dagli esseri umani, i ricercatori hanno dovuto inventare un modo diverso per ottenere un ovaio artificiale.

Per produrre uova umane immature, Saitou e colleghi hanno usato cellule del sangue umane per creare cellule staminali pluripotenti indotte, che si distinguono per la loro capacità di trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula. Queste cellule sono poi iniettate in piccole ovaie artificiali, sviluppate in laboratorio usando cellule embrionali prese dai topi.

Gli ovociti prodotti da Saitou e colleghi sono decisamente troppo immaturi per essere fecondati, figuriamoci diventare un essere umano. Ugualmente, rappresentano un passo avanti importante verso un futuro di bambini creati dal materiale genetico dei propri familiari, vivi o morti. Potrebbero inoltre fornire nuove possibilità alle persone sterili o alle coppie dello stesso sesso che vogliano produrre un bambino fatto del loro stesso DNA.

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Il passo successivo, stando ai ricercatori, è applicare un processo simile alla produzione di sperma umano e alla creazione di ovociti che siano abbastanza maturi da essere fecondati. Tutto questo non solo richiederà molta più ricerca — ma sarà anche un processo a dir poco controverso eticamente.

Per esempio, potrebbe portare alla clonazione di persone che non hanno espresso il proprio consenso. Come ha sottolineato Ronald Green con NPR, bioetico alla Darmouth, "una donna potrebbe volere un bambino con George Clooney e il parrucchiere della star potrebbe mettersi a vendere i suoi follicoli online. Potremmo quindi vedere — all'improvviso — una sterminata progenie di George Clooney, a cui lui non ha mai acconsentito."

Inoltre, molti scienziati sono preoccupati che il processo di riproduzione umana non sia ancora del tutto decifrato e che gli ovociti cresciuti in laboratorio possano portare a bambini con gravi malattie genetiche.

La ricerca sulle cellule staminali negli Stati Uniti e in altri paesi sono in stallo da alcuni decenni, proprio per via di remore etiche sul loro impiego — problemi come quelli a cui ha alluso Green non potranno essere ignorati nella discussione che riguarda questa tecnologia, man mano che diventa più sofisticata.

Questo articolo è apparso originariamente su Motherboard US.