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elezioni usa 2016

Trump è molto forte nei sondaggi nonostante Clinton stia comprando il doppio degli spot

Sono lontani i tempi in cui Trump poteva fare affidamento su pubblicità gratuita sui media: ora sta comprando pubblicità in televisione come qualsiasi altro candidato, ed è in piena corsa.
Hillary Clinton/YouTube

Sono lontani i giorni in cui Donald Trump poteva fare affidamento su pubblicità gratuita sui media americani. Le sue telefonate estemporanee negli studi televisivi potevano bastate ad asfaltare i suoi sfidanti nelle primarie repubblicane, ma per le elezioni generali di novembre Trump sta comprando pubblicità in televisione come qualsiasi altro candidato.

Tuttavia, stando a uno studio del Wesleyan Media Project, nell'ultimo mese Trump ha commissionato solo metà delle pubblicità di Hillary Clinton, spendendo la metà dei soldi.

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Mentre Clinton ha commissionato più di 50.000 spot pubblicitari per una spesa di circa 31,2 milioni di euro, Trump ne ha prodotte circa 27.000, spendendo circa 12,5 milioni di euro.

Guardando più nello specifico, gli spot di Clinton vanno dal 60 per cento di tutte le pubblicità politiche a Toledo, in Ohio, al 73 per cento a Pittsburgh, in Pennsylvania, fino all'80 per cento a Des Moines, in Iowa.

Nonostante il dominio del mercato da parte di Clinton, i sondaggi puntano ancora a un vantaggio di Trump.

Secondo gli ultimi dati raccolti da RealClearPolitics, la distanza tra Hillary Clinton e Donald Trump sarebbe di poco più di un punto percentuale: stando alla media sondaggi su base nazionale, infatti Clinton sarebbe al 45,3 per cento, Donald Trump al 44.

"Nell'ultimo mese gli spot pro-Clinton sono stati due volte più numerosi di quelli pro-Trump. Eppure, per quello stesso periodo, i sondaggi puntano nella direzione opposta," ha spiegato Travis Ridout, co-direttore del Wesleyan Media Project.

"Non significa necessariamente che gli spot quest'anno non stanno funzionando, ma suggerisce che il dibattito di più ampio respiro sui media è stato più importante per lo spostamento dei voti rispetto all'esposizione alle pubblicità," ha scritto Ridout nel rapporto.

Una delle grandi differenze di quest'anno è che gruppi esterni non stanno giocando un ruolo particolarmente significativo nell'aiutare i candidati a pagare per gli spot, soprattutto sul fronte repubblicano.

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Alle scorse elezioni, la campagna di Obama ha commissionato più di 77.000 spot per una spesa di circa 36 milioni di dollari, lo sfidante Mitt Romney ne ha prodotte 22.000, spendendo 11,6 milioni. Sono stati i fondi esterni alle campagne, però, a colmare il divario delle pubblicità: i grandi donatori hanno contribuito tanto da far arrivare gli spot pro-Obama oltre agli 85.000 e quelli pro-Romney intorno ai 67.000.

"Contrariamente a quello che abbiamo visto quest'estate, la principale ragione dietro al calo delle pubblicità sul fronte repubblicano rispetto al mese scorso non è che la campagna di Trump si sia tirata indietro, ma che i gruppi esterni non si sono avanti per aiutarlo come hanno fatto con Romney nel 2012," ha detto Erika Franklin Fowler, co-direttrice del Wesleyan Media Project.

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Se si considerano gli spot del suo partito e di gruppi esterni, il numero totale di pubblicità a favore di Clinton schizza da 50.000 a 61.800 — mentre quelle di Trump passano da 23.000 a sole 27.000.

"È chiaro che Trump ha un vantaggio nei media liberi, e uno svantaggio per Clinton è il fatto che ha così tanti spot che deve passare tempo a raccogliere fondi, invece di fare campagna elettorale," spiega Richard Skinner della Sunlight Foundation, una ONG a favore della trasparenza. "E non è necessariamente il modo peggiore di passare il tempo per Clinton: non è il candidato più carismatico, e ha a disposizione il suo candidato a Vice Presidente, il presidente Obama, la First Lady e ora anche Bernie Sanders."

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"Trump chi ha, Rudolph Giuliani? Chris Christie?" aggiunge.

La candidatura di Trump ha portato i donatori, e lo stesso partito repubblicano, a risparmiane i propri soldi per investirli nelle elezioni minori —e i numeri delle pubblicità testimoniano questa tendenza. Gran parte dei donatori di Romney nel 2012 non hanno ancora finanziato Trump.

Mentre il numero totale di spot non è alto come quello del 2012, i gruppi esterni stanno contribuendo alle campagne elettorali con cifre da record, pagando il 45 per cento di tutti gli spot per il Senato commissionati finora. Gli 'esterni' democratici hanno fornito finora il 40 per cento dei fondi per le pubblicità dei propri candidati, mentre i donatori e i gruppi repubblicani hanno finanziato più di metà della spesa del proprio partito: un aumento rispetto al 49 per cento del 2014 e del 18 per cento nel 2010.

"I grandi donatori repubblicani hanno voluto concentrarsi sul Senato e finanziati i gruppi che sostengono queste campagne," dice Skinner. "Sono molto più interessati a Pat Toomey [senatore della Pennsylvania] o a Rob Portman [senatore dell'Ohio], persone con cui si sentono più a loro agio."


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