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Tecnologia

Il cloud è molto, molto più vecchio di quanto pensiate

Nel 1940, prima che i computer digitali come li conosciamo prendessero forma, alcuni matematici scaricavano operazioni sul cloud.

Il cloud computing ha preso piede in fretta. Suona ovvio, certo, perché tutto ciò che riguarda l'informatica si diffonde in fretta, specialmente se pensiamo alle innovazioni del decennio scorso. Il cloud non solo ha conquistato il mondo rapidamente, ma è anche diventato un elemento di sottofondo onnipresente, almeno dal punto di vista dei consumatori. Nel 2016, fare outsourcing a un cloud service di Amazon, Microsoft o Google è cosa ovvia—quasi scontata.

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Come concetto, però, il cloud è molto più vecchio di quanto immaginiamo—proprio in questi giorni si è festeggiato infatti il suo 76esimo compleanno. Avete letto bene: la prima dimostrazione di cloud computing ha avuto luogo nel 1940, un evento in anticipo di svariati anni rispetto ai computer digitali che avrebbero poi plasmato la nostra stessa idea di cosa sia un computer. Quel giorno, all'American Mathematical Association Meeting a Dartmouth, New Hampshire, un operatore ha inserito in una telescrivente una serie di numeri, che rappresentavano i calcoli fatti dagli increduli partecipanti all'incontro, e li ha poi inviati via linea telefonica a New York, dove sono stati ricevuti dal Complex Number Calculator di George Stibitz.

George Stibitz è stata a dir poco una figura chiave nello sviluppo dei primi computer digitali. Nel 1942, ha suggerito che il termine "impulso"—utilizzato in genere per descrivere il calcolo basato su informazioni a codifica binaria (on/off, 1/0)—dovesse essere sostituito con la parola "digitale." Negli anni Trenta, Stibitz ha costruito un computer basato su relè elettromeccanici noto come Model K, che eseguiva operazioni di addizione binaria. Era basato su componenti recuperate dagli scarti hardware dei Laboratori Bell, dove lavorava come ricercatore matematico.

Nel 1939, Stibitz ha completato il Complex Number Calculator che, come avrete intuito, era progettato per fare calcoli coi numeri complessi. Conteneva circuiti paralleli per gestire sia le componenti reali che quelle immaginarie.

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Mainframe del Complex Number Calculator

"George Stibitz ha capito che un calcolatore a relè poteva eseguire una sequenza di calcoli, con circuiti a relè che dirigessero l'ordine e i risultati dell'interim di memorizzazione come necessario," spiega un approfondimento su History of Computers. "Nello specifico, poteva eseguire la sequenza operativa necessaria per moltiplicare e dividere numeri complessi: due operazioni matematiche che i ricercatori ai Laboratori Bell spesso completavano connessi a filtri e amplificatori per circuiti a lunga distanza. Ai Laboratori Bell, negli anni Trenta, una stanza piena di 'computer' umani calcolava i quozienti e i prodotti di numeri complessi usando calcolatori meccanici commerciali."

Qui, tutte quelle operazioni gestite da calcolatori umani sono state sostituite dai circuiti di una sola macchina. Le moltiplicazioni complesse richiedevano circa sei calcoli individuali, mentre le divisioni complesse ne richiedevano circa 12. Per metterle insieme, le macchine avevano bisogno solo di implementare una piccola quantità di memoria intermedia. Il Complex Number Calculator faceva bene il suo lavoro, ma non era programmabile.

In un articolo del 1967 per Datamation, Stibitz stesso descriveva quella prima connessione cloud, che si estendeva per centinaia di km, da Dartmouth a New York. "Con il mio innato talento nel rendere la vita più difficile a me stesso e agli altri," scriveva, "Ho proposto un'operazione telefonica diretta." I pannelli di input sono stati installati all'auditorium e hanno organizzato un circuito telefonico dedicato tra i due punti che fosse protetto dalle interruzioni.

La folla dei matematici rimase colpita alla vista di una telescrivente che restituiva risultati difficili provenienti da una macchina digitale a chissà che distanza in pochi minuti, ma il Complex Number Machine era inconcepibilmente costoso. Dal design alla sua costruzione, fino alla fase di debugging, era costato 20.000 dollari—"una cifra astronomica a quei tempi," ha detto Stibitz. I laboratori Bell decisero così di tagliare i fondi all'impresa.

Considerati i computer dell'epoca—e di svariate decadi successive—il cloud computing sembrerebbe avere assolutamente senso. Le macchine erano goffe e impossibili da muovere, eppure, un intero paese era appena stato introdotto alle comunicazioni elettroniche. In un certo senso, il cloud di adesso sembra da un lato una rivoluzione tecnologica d'avanguardia, dall'altro un riconoscimento di qualcosa che era già qui da tempo.