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street art

Queste insegne finte dicono ciò che tutti pensano

I cartelli di Michael Pederson sono illegali, divertenti e inaspettatamente lenitivi.
Immagini per gentile concessione dell'artista

Se potessimo afferrare i pensieri casuali che ci passano per la mente mentre camminiamo per la strada e lasciarli sul marciapiede perché qualcun altro possa leggerli, avrebbero probabilmente l’aspetto delle piccole insegne che l’artista australiano Michael Pederson crea. Attaccate illegalmente, fotografate e poi lasciate alle intemperie, le opere effimere di Pederson incorporano lo spirito dei graffiti in un’estetica a prova di consiglio comunale.

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I suoi pezzi risuonano spesso con il tipo di dialogo interiore che le persone hanno intrapreso l’8 Novembre scorso: panico e desiderio di urlare in pubblico. The Vicarious Yelling Station offre una sorta di filtro aggraziato per quel genere di emozione. “L’idea di delegare la propria rabbia ha qualcosa di divertente. Pur con la consapevolezza che si tratta di un’ovvia finzione, speravo davvero che le parole potessero avere un effetto catartico,” ha spiegato Pederson a The Creators Project.

Pederson ha realizzato The Vicarious Yelling Station più di un anno fa, ma ha pensato fosse appropriato condividerlo adesso. “Ho pubblicato le immagini di nuovo all’indomani di una certa elezione, e alla luce della rabbia genuina che tante persone (me stesso incluso) non sanno come gestire. Ridere alle volte aiuta.”

Le altre opere terapeutiche includono un orologio che ricalibra un respiro rilassato, una serie di bottoni da premere in svariati stati di emergenza, e un cubo morbido da prendere a calci quando immaginare qualcun altro che urla non è abbastanza.

Oltre a lenire le menti intrappolate negli spazi pubblici, il lavoro di Pederson offre anche punti di vista e interventi intelligenti sugli aspetti meno indagati della vita pubblica. Un cordone di velluto che protegge un fiore fa riflettere sul potere che ha quell’oggetto di condizionare il comportamento di chiunque, e, allo stesso tempo, sottolinea la bellezza di una pianta in genere ignorata. Piccoli coni posizionati intorno all’immondizia per strada seguono un ragionamento simile, mentre i cartelli che inquadrano momenti banali in un posto ci ricordano di tutte le storie che si sviluppano intorno a noi costantemente.

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“Alcuni dei pezzi mi vengono in mente quando mi imbatto in un posto o in un oggetto mentre sono in giro. Altre volte ho già il pezzo in mente e cerco il posto giusto in cui realizzarlo,” ha spiegato Pederson. A differenza degli artisti di strada, non si preoccupa della legge. Usa materiali piccoli e facilmente removibili. Il suo approccio è diverso da quello di artisti come Steve Powers di Brooklyn, le cui surreali ICY SIGNS a New York sembrano vere e proprie insegne di metallo, o dell’artista di New York Ryan McGinness, la cui serie Signs (di cui siamo andati a vedere una versione a Monatuk) ricorda degli skateboard montati su dei pali, o di Richard Ankrom, la cui scritta finta fatta a Los Angeles era talmente realistica da essere passata inosservata per otto anni. The Vicarious Yelling Sign di Pederson è durata quattro giorni prima di venire rimossa.

Pederson si è laureato in pittura, ma non ha intrapreso una carriera artistica. Ora vive a Sydney, dove lavora nel campo della salute mentale, aiutando le persone a ristabilirsi all’interno di comunità. “Ho fatto una mostra fotografica ad Above Second a Hong Kong quest’anno, ma non sono sicuro di quanto mi interessi un programma del genere,” ha detto. “Penso che le opere funzionino meglio all’estero, e se dovessi entrare nel mondo delle gallerie in futuro, lo farei con tutt’altro approccio, probabilmente.”

Nel suo prossimo lavoro, Pederson ha detto che gli piacerebbe “esplorare maggiormente una componente interattiva,” che “includa elementi calmanti.”

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Scoprite di più sulle opere di Michael Pederson visitando il suo sito.