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Alcune domande obbligatorie sul tizio che si è accoltellato da solo e ha dato la colpa a un antifascista

È successo davvero.

Siamo tutti dei babbei, quando ci facciamo male. Tutte le cicatrici che mi porto addosso erano evitabilissime. Cicatrice numero uno: lungo l'attaccatura dei capelli, la mia forte e gloriosa attaccatura dei capelli, un piccolo affettamento verticale nel punto in cui, a tre anni, sono cascato mentre giocavo in uno spiazzo di cemento, tuffandomi testa in avanti su una bottiglia vuota di limonata. O la cicatrice numero due: quando, in porta durante una partita di 12enni su un campetto di cemento, ho visto il pallone scavalcarmi ed entrare in porta e per qualche motivo poi, solo poi, sono saltato in aria per atterrare su entrambe le ginocchia e aprirmene una, proprio sulla giuntura, dove mettere i punti è inutile, e ho dovuto saltellare su una gamba sola per tutta la lunghezza del campo per chiedere aiuto, in lacrime, con i pantaloni a brandelli, rivoli di sangue che mi scorrevano giù per la gamba.

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Da un certo punto di vista, è inevitabile. Se non hai cicatrici, non puoi dire di aver vissuto davvero. L'unico modo per evitarle è stare chiuso in casa, in una bolla, pisciare con un catetere e strisciare lentamente in un dolce coma, e da lì, abbandonarti alla morte. È impossibile vivere una vita intera senza sbattere il gomito in qualche spigolo.

Comunque, ecco un tizio con una cicatrice.

Foto via Facebook

Ecco come si è fatto la cicatrice, secondo lui (attenzione: sangue):

Ed ecco come si è fatto la cicatrice, secondo la polizia. Da Buzzfeed:

L'uomo che aveva dichiarato di essere stato accoltellato perché scambiato per un neonazi ammette di aver inventato tutto, dopo essersi accoltellato da solo per errore.

Joshua Witt, 26 anni, due settimane fa ha detto alla polizia che stava scendendo dalla sua auto parcheggiata in un fast food a Sheridan, in Colorado, quando un uomo gli si è avvicinato e l'ha aggredito con un coltello.

Lunedì, la polizia di Sheridan ha rilasciato una dichiarazione a Buzzfeed, in cui si dice che Witt ha ammesso di aver inventato la storia, dopo essere stato messo davanti alle prove che l'aggressione non sarebbe mai avvenuta.

Sempre Buzzfeed:

Witt, che ha anche postato la sua versione su Facebook, sosteneva che l'uomo gli aveva chiesto beffardamente se era neonazi, cercando poi di accoltellarlo.

"Stavo scendendo dalla macchina per prendere un frullato quando ho sentito, 'Ecco uno di quei neonazi' e un uomo mi ha vibrato un colpo di coltello alla testa attraverso la portiera aperta," aveva detto Witt a BuzzFeed News al tempo. "Ho alzato le mani, di riflesso, e mi sono tuffato all'indietro, mentre lui scappava."

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Ah sì, certo, la classica sortita accoltellatrice antifascista: chiedere a qualcuno se è un fascio, poi accoltellarlo alla mano. "Ohi, frullatone, sei un fascio? Posso accoltellarti?" Comunque: sempre Buzzfeed:

I sospetti della polizia sono nati dal fatto che i video delle telecamere di sorveglianza non mostrano nessuno correre, come invece Witt sosteneva, e che la persona identificata come l'aggressore, "un nomade che vive nei paraggi", è stata interrogata e rilasciata senza nessuna accusa.

Gli investigatori hanno anche esaminato i video di un negozio di attrezzatura sportiva lì vicino, che mostravano Witt comprare un coltellino, pochi minuti prima della "aggressione".

Hanno anche esaminato. I video. Di un negozio di attrezzatura sportiva lì vicino. Che mostravano Witt. cComprare un coltellino. Pochi minuti. Prima della "aggressione". Buzzfeed:

Giovedì, la polizia ha nuovamente interrogato Witt.

"Quando gli sono state messe davanti tutte le prove di cui sopra, il signor Witt ha ammesso di essersi accoltellato per errore, mentre era nell'auto parcheggiata davanti al negozio di attrezzatura sportiva, e di aver inventato la storia dell'aggressione," ha scritto la polizia di Sheridan.

Ecco, ho qualche domanda:

C'È MAI STATO UN ACCOLTELLAMENTO FALSO INSCENATO IN MODO PIÙ GOFFO NELLA STORIA DELL'UMANITÀ?

La parte della storia che preferisco—la parte che mi ha fatto spaccare—è il puro caos narrativo dell'accoltellamento falso; se un bambino avesse dovuto fingere di essere accoltellato da un antifascista—o un cane forse—sia il cane sia il bambino sarebbero stati in grado di farlo meglio, nonostante le loro menti semplici e animali. Per esempio: esistono delle riprese a circuito chiuso del mio uomo che compra un coltello un minuto prima di denunciare l'aggressione. Un minuto! Non ha nemmeno cambiato posto per accoltellarsi!

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Allora, dai, ti aiuto io: Manuale su Come Fingere Accoltellamenti: non usare un coltello che la polizia può tracciare a un negozio a pochi secondi dalla scena del crimine, di cui avrai ancora la ricevuta attaccata alla suola; non comprare il coltello con cui ti accoltellerai in piena luce e a favore di telecamera per accoltellartici immediatamente dopo; non cercare di sviare le indagini descrivendo l'aggressore alla polizia come "antifascista" e "vagamente senzatetto, direi." Presente in Batman, che Joker fa cose che la gente nemmeno riesce a credere che abbia fatto e poi l'abbia passata liscia? Fa saltare in aria un ospedale. Con walkie-talkie, bombe e barche. Piace a tutti però. Si strappano i capelli, "Wow, questo tizio. È… un genio del crimine! Un super genio, ma del crimine!" Hai presente quella scena? Quella scena che si ripete in tutti i fumetti e i film di Batman? Il mio uomo, Joshua Witt, è l'esatto opposto. È una specie di zuccone idiota del crimine.

I DETTAGLI DELL'ACCOLTELLAMENTO

Qui bisogna immaginarsi due scenari.

Quello in cui Joshua Witt si accoltella per errore

100 percento che si è fatto male togliendo il coltello dalla confezione. 100 percento. I coltelli li vendono in confezioni sigillate. Molto difficili da aprire con un gesto elegante. Pure con la confezione in sé puoi farti male, quella roba di plastica dura con il cartone in mezzo. Puoi infilarci appena la mano per estrarre il coltello, ma poi come fai a togliere la mano? 100 percento che Joshua Witt si è tagliato con il coltello mentre lo toglieva dalla confezione e, per mettere la ciliegina su quella torta di stupidità che aveva appena deposto, ha deciso di dare la colpa agli antifascisti.

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Quello in cui Joshua Witt si accoltella nel corso di una messinscena voluta ed elaborata

La mente umana segue percorsi assurdi e misteriosi, e spesso si fa prendere da momenti di caotico impulso e comincia a correre a occhi chiusi in diagonale per la strada a otto corsie della logica per farsi investire e maciullare in pezzi insensati, e questo—se Joshua Witt si è accoltellato volontariamente—questo è quello che è successo qui. Ha visto l'ennesimo post su Facebook in cui i collettivi rovinano i campus universitari con quella rottura di palle delle richieste di reciproco rispetto, e ha perso la testa. Oppure: ha visto un altro video sull'immigrazione con un tizio che parla e delle infografiche senza fonte ed è andato a comprare un coltello. Sedile davanti, respiri profondi, affonda il coltello nella mano, sanguina un po' nei jeans, Snapchat, Facebook, entra un po' nel panico quando il post va più virale di quanto pensava e la polizia lo contatta. Nessuno che si sia accoltellato e abbia dato la colpa a un antifascista potrebbe mai architettare questo piano.

DA CHE PARTE STA?

Sto ancora cercando di capirlo. Nel suo post originale su Facebook (cazzata), Witt dice che è stato aggredito perché "allooooooora pare che io somigli a un neonazi e mi hanno accoltellato per questo…" e la colpa sarebbe del taglio di capelli con la sfumatura molto alta e stretta e destrorsa. Da cui discende: non è un neonazi perché lo fa arrabbiare sembrare un neonazi ed essere accoltellato per questo.

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D'altra parte, quello è un taglio un po' fascista. Eccoci in un empasse.

Altre prove. Prendiamo questa foto. Un gilet su una camicia blu, primo bottone slacciato, nodo della cravatta all'ombelico. È lo stile di uno che si ispira per le questioni di vestiario al subreddit r/Gentleman, o pare solo a me? Dai, sicuro questo tizio si descrive "elegante" nella bio di Tinder. Molto tuo cugino a cui piacevano i giochi di ruolo e ora gli piacciono le conferenze dei pick-up artist, ma non fascista: ben distante dall'uniforme alt-right polo e chinos stringipacco e torcia in mano e permesso del municipio di fare una manifestazione per una statua. Voglio sbilanciarmi: non fascista.

E poi, ed è un elemento cruciale, Witt ha detto al New York Post che sta pensando di tagliare i capelli perché questo taglio è troppo nazi, un po' il motivo per cui nessuno più porta baffetti neri a spazzolino. Oh, e poi, il comandante della polizia locale ha detto che non ci sono prove di connessioni tra Witt e suprematisti della razza bianca o neonazi. Non è nemmeno legato a organizzazioni che promuovano il non pugnalarsi da soli alle mani, ma insomma, questo è quanto. Conclusioni: non saprei.

LA DECISIONE DI MENTIRE E IL CONSEGUENTE PANICO PER AVER MENTITO

Alle elementari ero davvero un bravo bambino. Un vero—e sentite, non ne vado orgoglioso—un vero paraculo. Piacevo a tutti i maestri. Prendevo sempre il massimo dei voti. Talento artistico. Il migliore in tutto, tranne a ginnastica. Sempre educato. Un piccolo stronzetto ruffiano. Alle medie è andato tutto a puttane, ma i primi cinque anni di scuola sono stati una sagra dei baci al culo.

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Perciò l'unica volta che sono finito nei guai alla scuola elementare è stato alla fine della quinta, quando c'era un cespuglio di rododendri o dio sa cosa in cortile che è fiorito e io e altri due bambini—che si chiamavano entrambi Tom, buffo—abbiamo passato tutto l'intervallo a staccare i fiori e lanciarceli addosso come coriandoli, ammazzandoci dal ridere, giulivi e giocondi in mezzo ai boccioli.

L'ho riletto ed è il modo più delicato al mondo di finire nei guai, mio dio

Comunque, subito dopo pranzo tutta la scuola è stata convocata a un'assemblea d'emergenza per una ramanzina di massa perché il pluripremiato cespuglio di rododendro del bidello era stato razziato da mani ignote, e nessuno sarebbe uscito da lì se non dopo la conclusione della storia, che significava che il preside, il signor Oates, ha tenuto un discorso sulla responsabilità e poi è rimasto a fissarci in silenzio a braccia conserte nel tentativo di farci scoppiare, cosa che infatti è successa, dopo 15 secondi circa i due Tom si sono alzati e hanno ammesso la loro parte di crimine, dicendo che sì era colpa loro ma non avrebbero spifferato il nome del terzo, per la grande legge dell'omertà.

I minuti scorrevano e io, come un fazzoletto di carta in una tempesta, ho cominciato a disintegrarmi. A questo punto dovete pensare alle due forze che si agitavano in me:

  • Ero un Bravo Bambino e non ero mai finito nei guai;
  • Ero nel guaio peggiore della mia vita e il guaio peggiorava ogni secondo che fingevo di non essere nei guai.

Il mio piccolo corpicino di bravo bambino era sconquassato dai singhiozzi. Tremavo e avevo la faccia che colava. Facevo piccoli rumori mostruosi, inumani— hblrugh, wuh-hurr—e: sentite, a ripensarci, anche il più tordo avrebbe capito che gli insegnanti avrebbero potuto subito individuare, in mezzo a una folla di bambini che non piangevano per niente, quale Bravo Bambino in particolare aveva commesso il crimine. E poi, alla fine, mi sono alzato, singhiozzando talmente tanto che il corpo mi sobbalzava, e ho ammesso quello che avevo fatto. Mi sono preso una ramanzina medio-leggera e ho dovuto pulire i fiori, ma non l'hanno detto ai miei genitori.

Perciò: perciò so com'è vivere con il senso di colpa di una bugia, e non mi sono mai accoltellato da solo per poi dire alla polizia che era stato un antifascista. Com'è stata la vita di Joshua Witt in queste ultime due settimane? Ogni volta che avrà guardato la ferita che gli si chiudeva sulla mano avrà pensato: la bugia che ho detto. Ogni volta che un poliziotto l'avrà contattato per verificare un particolare della storia: la bugia che ho detto. La notte, sveglio, solo nel blu freddo delle prime ore del mattino, ripensando a tutto, come un mantra: la bugia che ho detto.

A CHE PUNTO È LA SITUAZIONE MEDIATICA

Cioè siamo alle Fake News, ora, o al Post Fake News? O nel Post Post Fake News? O Fake Fake News? Difficile dirlo, eh. Quando ero piccolo, pensavo che la storia di Pierino e il Lupo volesse insegnare a non mentire, ma ecco, ora so che era un'allegoria dello stato delle news nel 2017. Non mi sono mai accoltellato alla mano, per nessun motivo, e non ho mai mentito alla polizia. Non ho mai inventato storie assurde contro gli antifascist, storie che includessero me che sanguinavo per tutta la macchina e finivo sui giornali. Non lo so! Non lo so. Non so più cosa è reale e cosa no. A parte il tizio che è stato accoltellato da un antifascista perché sembrava un neonazi. Quello è sicuramente Non Reale.

Segui Joel su Twitter: @joelgolby