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Caos a Kiev

In Ucraina migliaia di persone stanno manifestando per opporsi alle politiche filo-russe del presidente Yanukovych, deciso ad entrare nell'Unione Doganale di Putin e snobbare gli accordi economici con l'UE.

Stufi dell'ingerenza russa nei loro affari politici, gli ucraini sono tornati in piazza. Da diversi giorni ormai, i manifestanti affollano il centro di Kiev. Secondo varie fonti alla prima manifestazione si sono presentate 10.000 persone, in una delle più grandi dimostrazioni di dissenso pubblico dopo la Rivoluzione Arancione del 2004.

Queste proteste coincidono esattamente con l'ottavo anniversario della Rivoluzione Arancione, quando gli ucraini accampati sul Maidan ––un altro nome di Piazza Indipendenza–– protestarono contro i brogli elettorali. L'anno scorso, il 22 novembre, una piccola folla riunita sul Maidan ha celebrato il settimo anniversario della Rivoluzione Arancione. Una donna teneva in mano un'arancia. Quando arrivò il freddo, si diressero a casa, sconsolati. Sembrava che lo spirito rivoluzionario del 2004 fosse svanito per sempre.

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Ma ora gli inni della Rivoluzione Arancione, come "Get up" o "Together There Are Many of Us" risuonano nell'aria ancora una volta. Sono state montate delle tende, proprio come nel 2004. Le proteste si sono concentrate in due piazze di Kiev: Maidan e la vicina European Square, alla fine della Khreshchatyk, il viale principale della città. L’affluenza è stata abbastanza impressionante, tanto che è stata paragonata a quella della stessa Rivoluzione Arancione––a ragione o meno.

Le manifestazioni sono scaturite in opposizione alla decisione delle autorità ucraine di sospendere la firma di un importante accordo che avrebbe portato il paese più vicino alla piena adesione all'UE. Se i recenti sondaggi fossero esatti, più della metà della popolazione ucraina è a favore della firma della trattativa––da qui il grande spettacolo di amore filo-europeo per le strade di Kiev.

Le relazioni tra Bruxelles e Kiev non sono state idilliache negli ultimi tempi. Si inasprirono inizialmente sulla detenzione di Yulia Tymoshenko, ex primo ministro dell'Ucraina che sta scontando una pena di sette anni con l'accusa di abuso di potere. Molti osservatori vedono la sua condanna come una ritorsione politica, ovvero ritiengono che l'attuale presidente dell'Ucraina, Viktor Yanukovich, abbia voluto farla fuori in quanto sua principale rivale politica. L’Unione Europea ha comunicato che avrebbe dato il suo consenso alla firma dell’accordo solo se alla cinquantaduenne Tymoshenko fosse stato dato il permesso di andare in Germania per ricevere delle cure mediche necessarie. Eppure due settimane fa il parlamento ucraino ha respinto delle proposte di legge che avrebbero consentito il suo rilascio.

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La decisione delle autorità ucraine di abbandonare l'accordo UE è anche una consequenza della pressione russa sull'Ucraina. La settimana scorsa, il presidente russo Vladimir Putin ha definito la trattativa UE-Ucraina come una "grande minaccia" per l'economia russa e ha esortato i funzionari dell'UE a tenere il naso fuori dalle decisioni di Kiev. Infatti, Mosca vuole che l’Ucraina aderisca all'Unione Doganale, una sorta di alternativa russa all'UE che andrebbe ad aggregare l'Ucraina con due altri stati post-sovietici, la Bielorussia e il Kazakistan. Non esattamente degli stati democratici.

Alle marce di Kiev, un giovane portava un cartello: "Putin, se ci ami––lasciaci andare". Uno slogan che in sostanza riassume il complicato rapporto secolare tra Russia e Ucraina. Invece di unirsi nell'orbita della Russia, molti cittadini ucraini vogliono che il paese abbia il futuro nelle proprie mani. Un certo numero di giovani genitori si è presentato alle proteste con la prole, chiedendo un futuro migliore che pensano possa essere raggiunto solo attraverso l'integrazione europea.

Molti vedono le manifestazioni di Maidan come una possibilità di esprimere le proprie opinioni come cittadini. "Questo è maidan, non una protesta," ha dichiarato Kostyantyn Strilets, un giovane fotografo che ha progettato il logo di UkraineEUkraine. "Questo è maidan, piena di sognatori che si stanno mettendo in gioco”.

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"Voglio solo vivere una vita normale”, mi ha detto una giovane donna che aveva preso parte alla Rivoluzione Arancione nove anni fa. “Voglio camminare per strada e avere la sicurezza che tutto sia noioso come a Bruxelles. Sapere che non accadrà nulla di male. Senza preoccuparmi di quello che accadrà domani”.

Lo scrittore Andriy Bondar ha detto: “Sono venuto al Maidan perché voglio un'Europa noiosa, senza conflitti, democratica". Per il fotografo Oleksandr Zakletskyi “L’UE non è l'area Schengen (quella in cui si viaggia senza controlli alle frontiere) né l’euro. È soprattutto il rispetto per le persone, il rispetto verso di te, il rispetto verso gli altri, il rispetto per la legge”.

Non tutti i manifestanti però danno pieno sostegno dell'UE. "Non sono sicuro che l’accordo con l'Unione Europea sia la decisione giusta in questa fase, ma sono assolutamente sicuro che non lo sia nemmeno l'Unione Doganale", ha dichiarato Maksim Yakover, il fondatore di Chasopys, un locale alla moda di Kiev.

Le manifestazioni pro-europee si sono diffuse in tutta l'Ucraina e oltre (l'Euromaidan questa settimana è arrivata anche a Londra, dove si sono tenute manifestazioni a sostegno di Kiev). A Lviv, una città al confine occidentale del paese, le folle si sono raccolte nei pressi della statua di Taras Shevchenko, l'equivalente ucraino di Shakespeare. Ma ci sono state anche proteste nella parte orientale dell'Ucraina, in cui si parla principalmente russo. Anche se non tutti gli ucraini sostengono l'accordo con l’UE, la questione è un nuovo punto di incontro per tutti gli oppositori di Yanukovych e dei suoi compari.

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L'atmosfera rivoluzionaria si è diffusa anche su internet. Sui social media, gli hashtag #євромайдан e #евромайдан (oltre che #euromaidan in inglese) sono entrati nei trending topic, e le riprese video delle proteste sono state trasmesse in tempo reale su una serie di siti, tra i quali hromadske.tv, un canale civile curato da giornalisti ucraini. Le proteste si sono rivelate un ottimo nuovo modo per prendere in giro il presidente, con meme che lo ritraggono in una quantità di posizioni sconvenienti: in equilibrio tra l'Europa e la Russia (come nella pubblicità della Volvo con Van Damme), mentre tenta un crowd surfing tra i protestanti e persino mentre scava la propria stessa fossa.

Le manifestazioni di Kiev hanno attirato anche delle figure non proprio benvenute, come ad esempio la polizia antisommossa Berkut, chiamata per tenere la situazione sotto controllo (non a caso, Berkut è un tipo di aquila). Le contestazioni vicino i palazzi governativi sono state contenute con il lancio di gas lacrimogeno contro i manifestanti. In generale la situazione è rimasta pacifica nei primi giorni, per poi farsi parecchio violenta dopo la mancata firma del presidente all'accordo del 28 novembre con l'Unione Europea.

I manifestanti sono saliti a 350.000, e la reazione delle forze governative si è fatta decisamente più aspra: una carica di sfollamento alle quattro del mattino ha ferito decine di civili, inclusi parecchi giornalisti che sono stati picchiati ripetutamente alla testa. Domenica scorsa i manifestanti sono però tornati in piazza armati di bombe carta e manganelli, e qualcuno è persino riuscito a dirottare un bulldozer contro le file della polizia. Non è ben chiaro chi abbia iniziato le violenze. Sono in molti a pensare che questo clima così caldo faccia gioco al governo, e che per questo siano stati inviati degli agitatori a fomentare gli scontri con la polizia. Al momento si contano 150 feriti tra le file della polizia e 165 tra i manifestanti.

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I politici dell'opposizione hanno supportato le proteste. In una scena da film di James Bond, è stato impedito a Vitaly Klitshko, campione di pesi massimi di pugilato e leader del partito di opposizione UDAR, di atterrare in entrambi gli aeroporti di Kiev. L'aereo è poi atterrato a Krivyi Rih, una città dell'Ucraina centrale. Da lì, Klitshko ha percorso in macchina i restanti 450km per arrivare a Kiev, arrivando nella capitale quando era già buio. Klitshko, che ha passato molti anni della sua vita in Germania, è il maggior sostenitore degli "standard di vita europei" in Ucraina.

Nel frattempo, il giorno successivo Yulia Tymoshenko ha iniziato uno "sciopero della fame a tempo indeterminato" in solidarietà con i manifestanti, per domandare al presidente Yanukovych di firmare l'accordo. Si cominciano anche a notare le prime defezioni nella maggioranza: alcuni parlamentari del partito del presidente si sono dimessi, e l'opposizione spera che il numero cresca nei prossimi giorni.

Alcuni temono che le proteste possano essere usate come scusa per una regolazione di conti interna alla politica ucraina, e che i partiti di opposizione si alleino per cavalcare l'onda delle proteste e guadagnare più consensi, quando invece le proteste dovrebbero essere una mera iniziativa civile, senza alcuna bandiera o logo politico.

Lo stesso Yanukovych è rimasto in disparte per tutto il weekend, per poi riemergere lunedì e rassicurare la popolazione del fatto che l'Ucraina è ancora nel tracciato europeo. Il giorno successivo, si è persino spinto a congratularsi con i manifestanti : "Ammiro quanti sono andati al Maidan per supportare l'integrazione europea", ha dichiarato in un'intervista, dispiacendosi anche per i tanti feriti. Vista però la sua decisione di sospendere gli accordi, la retorica pro-europea è ovviamente da prendere con le pinze.

Il leader dell'opposizione Arseniy Yatsenkiuk ha intimato al presidente di dimettersi entro il 3 dicembre, mentre in una foto apparsa sul sito di Kommersant, una rivista di attualità ucraina, un manifestante mostrava una lavagna con su scritto “Per un Natale senza Yanukovych”.
Nonostante gli ucraini festeggino il Natale il 7 gennaio, questa prospettiva è al momento molto improbabile.

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