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Musica

A quanto pare ormai compriamo più dischi noi che gli americani

Purtroppo il 2016 per ora è l'anno peggiore di sempre per le vendite di dischi in America, ma in prospettiva ci pensiamo noi a dare fiducia alle major e a Gino Paoli.

E via, nella spazzatura!

25 anni fa, nel 1991, qualcuno in America decise di fondare un sistema universale di tracciamento delle vendite dei dischi: fu la nascita di SoundScan, che oggi si chiama Nielsen Music. Bé, senza troppi indugi: dal loro ultimo report annuale viene fuori che l'anno di nostro signore 2016 è il peggiore dalla loro fondazione, e quindi praticamente dell'era moderna, per quanto riguarda le vendite di copie fisiche di album. Negli Stati Uniti si sono venduti poco più di 100 milioni di dischi, un calo del 13.6% rispetto all'anno scorso. Nonostante questo, i ricavi dell'industria sono aumentati dell'8.9%: ed è solo merito dello streaming. Mentre 25 di Adele e Lemonade di zia Bey hanno venduto più di un milione di copie, VIEWS di Drizzy Drake, nonostante sia stato un po' una loffiata di album, è stato l'album più consumato in generale. Oltre ad avere venduto pure lui altrettanti CD, ne ha tirati su l'equivalente di un milione e trecentomila in più tra tracce vendute singolarmente e ascoltate in streaming. Morale: stiamo ascoltando tutti più musica che mai. Ma non come prima.

In tutto questo vorremmo comunque rassicurare Gino Paoli, benemerito presidente della SIAE, dato che in Italia siamo sempre molto bravi a perpetuare le cose vecchie un po' di più rispetto al resto del mondo. A quanto riporta l'ultima indagine disponibile sul nostro mercato, eseguita da Deloitte per FIMI e riportata qua dal Sole 24 Ore, pure da noi l'industria è in crescita: siamo cresciuti del 21 (VENTUNO) per cento. All'interno dei 148 milioni di euro di fatturato, però, lo streaming è solo al 41%, mentre in America è al 58.7%. Morale: in prospettiva, compriamo molti più album noi rispetto agli americani. Date quindi una pacca sulla spalla a vostra zia che quando ha saputo che ascoltavate rap vi ha comprato l'edizione limitata dell'ultimo di Rocco Hunt (con featuring di Annalisa e Lucio Dalla!) e a vostro padre, che non vuole fare l'autoradio con la chiavetta e continua a prendere le compile con il meglio degli anni 70 all'Autogrill. È grazie a loro se possiamo, oggi, dire di essere oggettivamente migliori degli americani nel supportare economicamente gli artisti che seguiamo. Pfffffffffffffft.

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