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Musica

Ho guardato "Whiplash" senza cuffie su un aereo

E questa è la mia recensione del film senza audio.

Per una serie di motivi, non vado quasi mai al cinema—il motivo principale è che uscire di casa mi porterebbe necessariamente a dover interagire con altri esseri umani. Certo, con le moderne tecnologie sarei in grado di comprare i biglietti online, ritirarli da una macchinetta, eliminando così ogni potenziale contatto con altre persone e creandomi la mia esperienza antisociale all'interno di quella convenzione sociale altrimenti detta "cinema". Ciononostante, ho comunque paura che la cosa non mi riesca. E se andasse tutto bene fino a un certo punto, ma poi mi trovassi fianco a fianco con un individuo che commenta il film a voce alta? Oppure, se uscendo qualcuno desiderasse tirarmi in mezzo a una discussione sul senso di quanto appena visto? Francamente il gioco non vale la candela. Ecco perché i film per me hanno solo due output: Netflix, nella privacy della mia splendida casetta e i film che danno sugli aerei.

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Da poco ho avuto l'opportunità di salire su un volo intercontinentale. Solo che ho commesso un errore fatale. Ho lasciato le cuffie nel mio zaino, che sono stato costretto a mettere nella cappelliera. "E perché non ti sei alzato a prenderle?" vi chiederete. Ottima domanda! Mi sarebbe piaciuto farlo, ma visto che sono un coglione non ho fatto il checkin anticipato, e per questa mia inadempienza sono stato obbligato a sedermi in quello che chiamerò il Posto di Merda. Il Posto di Merda stava esattamente al centro della fila. Alla mia destra, nel posto al finestrino, c'era un uomo con una maglia degli Affliction che, a quanto mi è stato dato di capire, è solito ricoprire il suo forte odore corporeo dalle sfumature di minestrone ortolano con quello che ho stimato essere mezzo litro di profumo AXE. Alla mia sinistra, nel posto che dà sul corridoio, c'era un uomo molto grosso costretto sulla sedia a rotelle. Non so se siete mai stati su un volo con un passeggero diversamente abile seduto sulla poltrona a fianco a voi, ma succede che l'equipaggio lo trasporta fino a lì in una sedia a rotelle speciale, lo tira su e lo lascia sulla poltrona.

Voglio chiarire che questa mia lamentela non ha niente a che vedere con le persone portatrici di handicap. Il mio disagio non è stato assolutamente causato dall'uomo in sedia a rotelle (a meno che la sua condizione non derivi da quella volta che gli hanno sparato mentre tentava di derubare un centro di accoglienza per animaletti, in quel caso che si fotta duro), è che è stato oggettivamente difficile accettare che tra me e la mia libertà di muovermi nell'abitacolo c'era un muro umano irremovibile, per cui sono stato costretto a rimanere immobile nel mio Posto di Merda—che oltretutto odorava di scoreggia—per tutta la durata del viaggio.

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Dopo il decollo, entrambi i miei vicini di posto hanno giocato a quello che ho dedotto essere il loro passatempo preferito, ossia "Chi riesce a espandersi più fastidiosamente?" e subito dopo si sono addormentati come fanciulli innocenti, cadendo in quel profondissimo sonno che porta la tua dolce testolina a inclinarsi in maniera incontrovertibile verso la spalla del tuo vicino di posto (tu guarda, si parla di me!). E questa è la situazione in cui mi sono trovato imprigionato per le sei ore successive, come un novello James Franco incastonato tra una roccia umana e un altro minerale che odora come Vin Diesel dopo tre ore di crossfit. In quel momento di sconforto mi son detto che le opzioni erano due: o approfittare della mia residency nel Posto di Merda per elucubrare teorie violentissime sulla distruzione del mondo e del genere umano intero, oppure guardare un film, chiaramente in modalità muto. Purtroppo per l'umanità, ho scelto l'opzione B.

Di tutti i film a mia disposizione nel catalogo dell'aereo, non so per quale motivo ho scelto Whiplash. Forse perché durava molto di più rispetto agli altri film e ho pensato che più a lungo la mia attenzione fosse stata catturata da una trama, meno tempo i miei pensieri avrebbero avuto per concentrarsi sulla volontà più o meno inconscia che l'aereo andasse a schiantarsi su una montagna procurando la fine delle mie sofferenze.

Per i successivi 107 minuti me ne sono stato completamente immobile (non fosse che il tubo gigante in cui sedevo era diretto ad altissima velocità verso gli Stati Uniti) a guardare un film a tema musicale, acclamato dalla critica, di cui non potevo sentire mezzo suono. Dato che non avevo un cazzo da fare ho cercato di tenere a mente questa esperienza per scrivere la mia personalissima recensione della mia personalissima visione. Per correttezza ci metto un ATTENZIONE: POSSIBILI SPOILER, anche se non credo che rivelerò nulla di essenziale e probabilmente non ho capito un cazzo della trama.

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Whiplash inizia con due persone: J. Jonah Jameson di Spider-Man e un ragazzino mai visto prima in vita mia. Da qui in poi lo chiamerò Il Batterista perché è quello che fa per tutto il film.

Dalla visione dei primi dieci minuti deduco che Whiplash sia un film che parla di un ragazzo che frequenta una scuola speciale per fissati con la musica, in cui far parte della band scolastica per qualche motivo è una roba figa. Da qui ho dedotto che Whiplash è un fantasy.

Jameson è un direttore d'orchestra coi controcoglioni ed è ovviamente un perfezionista, ragioni per cui sono tutti terrorizzati da quest'uomo, anche se si veste come Simon Cowell, l'ideatore di X Factor. Il Batterista è un ragazzino che vuole fare il batterista e la sua faccia sembra una fetta di mortadella. Se russare in maniera rumorosa rappresenta un qualche segnale di assenso, allora il tizio ricoperto di AXE alla mia destra è d'accordo con la mia teoria.

Guardalo. Guarda quel pezzo di mortadella.

L'unico personaggio che mi ricordo, oltre ai due principali, è Paul Reiser. Non sono sicuro di aver compreso a pieno la relazione tra Il Batterista e Paul Reiser, ma a quanto pare i due vanno spesso al cinema. Paul Reiser interpreta se stesso? Sarebbe interessante. Se così fosse, perché Il Batterista esce così spesso con un comico?

Ti ricordi 'Innamorati Pazzi?' Ho recitato in quella sitcom. Ora versa un po' di uvetta su questi popcorn perché mi piace riempirmi di schifezze.

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Quasi subito le cose si fanno serie tra Il Batterista e Jameson. Il Batterista tenta di fare il suo lavoro in modo degno di Jameson, ma Jameson gli tira addosso la batteria, lo riempie di schiaffi e mi viene da chiedere… Che cazzo di metodo per insegnare musica è questo?

Anche se non ho la minima idea di cosa si stanno dicendo, credo che Jameson sia uno stramaledettissimo attore fantastico. Ne sono convinto perché in nessuna scena il suo personaggio mi risulta noioso, nemmeno per gli standard dei film muti. Oltretutto, la sua faccia sembra quella di una tartarughina, quando si arrabbia.

Dio quanto vorrei poter ascoltare questo film.

Mi viene da pensare che Jameson sia sarcastico ai limiti del crudele, e che non mi piacerebbe il suono della voce de Il Batterista, perché quando guardo quella sua faccia da mortadella capisco a pieno la scelta di Jameson di riempirlo di mazzate. Mi piacerebbe tantissimo sentire il suono di quegli schiaffoni. Mi darebbero un sacco di soddisfazione. Credo però che, nonostante i suoi fastidiosissimi tratti somatici, Il Batterista sia davvero un bravo batterista.

La tartarughina è assorta.

Sono anche convinto che Jameson dica un sacco di volte "cazzo". Non sono bravo a leggere il labiale, ma riconosco il terreno in cui di solito viene lanciata la bomba-cazzo. Il che è un peccato, perché non so se questa che passano sull'aereo sia la versione censurata del film in cui mettono paroline tipo "caspita" o "testa di caprone", che mi fanno sicuramente molto più ridere rispetto a una parolaccia, di solito.

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Il Batterista e Paul Reiser continuano a incontrarsi per andare al cinema di pomeriggio. Inizio seriamente a chiedermi se non siano una di quelle coppie strane formatesi su Tinder in cui si esce in amicizia ma poi appena al cinema le luci si spengono ci si fa un seghino a vicenda. Tutta sta faccenda del cinema comunque mi ricorda quanto mi sta sulle palle andare al cinema. Con tutta quella gente che mastica e fa commenti a voce troppo alta quando non è intenta a procurare piacere manuale ad attori da sitcom degli anni Novanta. Mi rendo conto che forse Reiser non è un inciucio de Il Batterista quando mi accorgo che Il Batterista lancia occhiatine selvatiche alla ragazza che lavora al bar del cinema, che io chiamo onestamente Ragazza Popcorn. Ricapitolando, sto guardando un film che non posso sentire che parla di gente che guarda film che comunque non posso sentire.

Dio, quanto mi sta sul cazzo la faccia de Il Batterista. Non mi aiuta il fatto che ogni volta che il regista fa uno zoom sulla sua faccia mentre sta suonando la batteria sembra davvero che Il Batterista si stia masturbando con foga, e mi chiedo cosa direbbero l'uomo AXE e il suo compare seduto alla mia sinistra se improvvisamente si svegliassero e si rendessero conto che il loro vicino di posto sta guardando qualcosa che sembra un porno in cui un ragazzino si masturba furiosamente mentre J. Jonah Jameson lo guarda con intensità. Per fortuna i miei amici continuano a dormire e io morirò sepolto dai loro corpi, spero presto.

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Daje giù duro.

Il Batterista, a quanto pare, è in gara con un altro batterista dalla faccia di culo per il posto di miglior batterista del gruppo. A un saggio, Il Batterista perde lo spartito del suo rivale—non so perché nessuno poteva ristampargliene uno—e diventa il primo e unico batterista. Mangia la merda, batterista di riserva.

Ora Il Batterista sta cenando con Paul Reiser e quella che credo sia la sua famiglia. Suppongo che forse Paul Reiser a questo punto sia sempre stato suo padre. Ohhhh, ok ok, adesso che me ne rendo conto tutto acquista un altro senso.

Dio, questa cosa è frustrante. Dicono che quando uno è sordo, gli altri sensi sono potenziati. Penso che le persone sorde debbano essere davvero favolose per non essere incazzatissime e frustrate tutto il tempo, come lo sono io ora. Penso che se una persona sorda sentisse questo acutissimo, doloroso, odore di AXE, probabilmente gli verrebbe voglia di violenza. In questo momento sono improvvisamente solidale con la comunità dei non udenti e credo che lo Stato dovrebbe fare molto di più per aiutarli.

Dopo un breve periodo in cui pare che tutto andasse bene per Il Batterista, Jameson all'improvviso porta in scena un nuovo sorridente e bello rivale per il ruolo di Primo Batterista, e Il Batterista si piglia male perché il nuovo rivale ha una faccia che non assomiglia a quella di un insaccato.

Che motivo hai di sorridere, bro?

Il Batterista a quanto pare è talmente preso male dal nuovo batterista in competizione che decide di mollare la Ragazza Popcorn in malo modo. Be', che dire, è stato carino conoscerla per mezza scena.

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All'improvviso il capitano annuncia che stiamo andando incontro a turbolenze. Eccola qui. La dolce, tanto attesa, morte. Però sono abbastanza curioso di come andrà a finire. Il film, intendo, non la vita.

Tornando al film, Jameson adesso ha tre batteristi a disposizione, e li usa a turno. Questo per dire che ci sono tipo altre venti persone nella band che stanno nell'ombra tutto il tempo e a nessuno interessa sapere chi siano. Jameson si concentra soltanto sui batteristi e li tiene in studio fino a tarda notte finché non sono tutti sudati e insanguinati e fanno la loro faccia da seghino tutto il tempo, ed è qui che mi rendo conto che ci sono un sacco di sottintesi omoerotici in questo film.

La band ha un importante concerto fuori porta, o almeno credo, e Il Batterista è in ritardo perché il suo bus si è rotto. Non ho la più pallida idea del perché non siano andati al concerto tutti insieme. Insomma, Il Batterista affitta una macchina e DIO SANTISSIMO UN ENORME TIR GLI VA ADDOSSO E LO RIBALTA! Dall'inizio del film questa è probabilmente l'unica roba figa che è successa. Sessanta minuti ininterrotti di un tipo che fa una faccia da seghino mentre suona la batteria e poi finalmente un cazzo di incidentone. Il Batterista è tutto pesto e insanguinato ma corre comunque a suonare la batteria perché, e che cazzo, è passato un intero minuto in questo film senza che nessuno suonasse la batteria. Il Batterista mi pare che abbia un po' scazzato la performance, d'altronde come si può biasimarlo dato che gli mancava la metà del corpo.

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Plot twist: il tizio alla mia sinistra deve andare al bagno. Già che ci siamo, la hostess mi dice che se voglio alzarmi, è meglio che lo faccia ora. Adesso posso finalmente andare a prendere le mie cuffiette. E invece, sai cosa? Fanculo. Ce l'ho fatta fino ad ora a guardare questo film senza capire una beneamata mazza di cosa stesse succedendo, non posso cedere ora. Devo dire che sono molto soddisfatto di me stesso, dato che credo sia la volta in cui ho tenuto fede a un impegno più a lungo nella mia vita.

E insomma, adesso a quanto pare Il Batterista ha rinunciato al suo sogno di suonare la batteria per avere più tempo per guardare film con suo padre, Paul Reiser. Qualche mese più tardi e una notte, dopo aver passato una bella serata-film con Paul Reiser, Il Batterista passa vicino a un locale che fa jazz, e vede scritto sulla lavagnetta fuori dal locale "Terence Fletcher", e guarda un po' dentro c'è Jameson che suona il pianoforte. Quello era il nome di Jameson per tutto il film? Fletcher? Chi è mai stato intimidito, nel mondo, da qualcuno che si chiama Fletcher? A questo punto potrei buttare tutta la trama fuori dal finestrino dell'aereo, che è un po' dove vorrei stare anch'io, al momento. Comunque i due passano un'intera scena a parlare, il che per me è inutile dato che non capisco assolutamente nulla di quello che si dicono e non ho mai pensato che l'avrei detto, ma mi piacerebbe vedere ancora un po' di azione sulla batteria.

La scena finale è un grosso concerto in un grosso teatro, ma c'è qualcosa che non va. Il Batterista ha lo spartito sbagliato. Oh no credo che Jameson (non lo chiamerò Fletcher) l'abbia proprio fregato per qualche motivo che non capisco. Il Batterista sbrocca alla grande e va ad abbracciare Paul Reiser, che è un po' quello che in molti vorrebbero fare quando sono giù di morale. Poi però si volta, torna sul palco, e fa un assolo di batteria che dura circa novanta minuti. Il Batterista, non Paul Reiser. Certo, sarebbe stato davvero favoloso se la trama si fosse evoluta in questo modo inaspettato, con Paul Reiser che, zitto zitto, si rivela il miglior batterista del mondo. Tornando alla realtà, Jameson sembra incitarlo a smettere di suonare la batteria ma Il Batterista non dà segno di voler cedere. E dio, vorrei tantissimo ci fosse il sonoro perché in questa scena sembra davvero che Il Batterista si stia facendo un bel segone davanti a un intero auditorium.

Ti amo, Il Batterista, è un po' come se fossi mio figlio ma sono un uomo troppo crudele per fartelo sapere con le mie parole comunque non udibili.

Credo che il film sia quasi finito e non ho la più pallida idea di che tipo di musica abbiano suonato per tutto questo tempo. Credo fosse jazz perché ho visto un sacco di uomini eleganti col fedora che suonavano la tromba.

E insomma, Jameson e Il Batterista hanno questo intenso e prolungato momento di contatto batterista-direttore in cui il nostro fa la faccia da seghino più faccia da seghino di sempre e poi all'improvviso finisce il film. Me ne rimango lì seduto, immobile, per il resto del volo e penso alla morte e anche al fatto che non sarò mai un bravo batterista.

Conclusione: Whiplash è un bellissimo film che parla di sesso tramite la metafora della batteria. In un successivo viaggio intercontinentale mi sono ricordato delle cuffie e ho guardato Birdman. Ho sentito ogni singola parola di quel film e non ho comunque capito una mazza della trama.