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Musica

Non è così male avere Vacca come manager

Abbiamo intervistato Jamil e Vacca in occasione dell'uscita del suo album di debutto e ci siamo fatti spiegare com'è avere Vacca come manager.
Sonia Garcia
Milan, IT
Mattia Costioli
Milan, IT

In occasione dell'uscita de Il Nirvana io e Sonia siamo andati al primo instore di Jamil per assistere alla presentazione del suo album di debutto e Del Padre e Del Figlio, il progetto che ha realizzato con Vacca, che è anche il suo manager. Ora, io non so voi, ma se qualche anno fa mi avessero detto che avrei avuto Vacca come manager, sinceramente ci avrei messo la firma, quindi ero piuttosto curioso di capire le dinamiche di questo duo.

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Io e Sonia ci siamo fatti una bella chiacchierata con entrambi e siamo stati molto fortunati perché ad un certo punto sembrava che fosse Vacca a intervistare Jamil, risparmiandoci un sacco di energie mentali; abbiamo parlato della scena, di erba, di rock 'n' roll e di figa (argomento su cui Sonia si è sbizzarrita).

Insomma, trovate tutto qua sotto, ma prima sparatevi la super anteprima del video di "Tony Montana", e compratevi i dischi, che sono una bomba.

Mattia: Quando vi siete conosciuti?
Vacca: Sarà stato due anni e mezzo fa, Jamil è venuto ad aprire un mio concerto, ma avevamo fatto un pezzo insieme già un po' di tempo prima. Ci siamo beccati in camerino, abbiamo fumato un po', abbiamo parlato, e ci siamo messi d'accordo per fare un pezzo solo io e lui…
Jamil: A patto che si facesse il video.
Vacca: Sì, lui voleva fare assolutamente il video, che poi è "Black Book." (lo trovi più sotto, ndr)

Mattia: Jamil, tu sei del '91 vero? Eri a Milano quando avevi 15, 16 anni? Quello che sto pensando è che se quando ero ragazzino mi avessero detto: "Ok, tra 5 anni farai un disco con Vacca e Mondo Marcio. Tra l'altro Vacca sarà il tuo manager." probabilmente sarei impazzito. Non so, tu come te la vivi questa cosa?
Jamil: No, stavo a Verona, cioè, in provincia di San Vito. Quando ero più piccolo in realtà mi ascoltavo altra roba. All'inizio in tivù avevo visto Jovanotti e avevo già un pochino voglia di scrivere qualcosa, per cui mi sono detto: "Ok, ci siamo solo io e Jovanotti, quindi diventerò sicuramente famoso da quanto è pippa lui". Poi alcuni amici mi hanno spiegato che c'erano anche altre rapper e mi hanno insegnato ad usare eMule. Quando ho letto Vacca - Voodoo Smokers, ho capito che doveva essere quello il mio gruppo, perché c'era scritto smokers.

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Sonia: Che altra musica ti ascoltavi?
Jamil: Ho ascoltato tanto Marilyn Manson, i Nirvana…
Vacca: Be', Marilyn Manson faceva le rime, no? Non è che avesse chissà quali skills, però…

Mattia: Quindi c'erano Jovanotti e Marilyn Manson, per cui la scena hip-hop avevi in mente di costruirla tu?
Jamil: No dai, calma. Mi piacciono anche Janis Joplin, Jimi Hendrix e Jim Morrison, le considero un po' le mie 3 J. Poi quando ho conosciuto lui ho iniziato anche ad ascoltare dancehall.

Sonia: Com'è proseguito il rapporto?
Vacca: Proprio per la storia del video di "Black Book" io e lui ci siamo beccati per andare a Consonno, dove abbiamo girato il video e ci siamo accordati per rimanere in contatto. In quel momento la mia crew era un po' morta, nel senso che volevo fare più cose, per cui ho creato una costola della Voodoo Smokers, che si chiama Voodoo COD. È una realtà che tende a tirare in mezzo artisti che fanno realmente cose e non soltanto amici, e lui è stato un po' il primo. Passiamo ore ed ore su Skype, perché comunque io sto in Jamaica e lui a Verona.
Jamil: Sì, stiamo su Skype anche otto ore in un giorno.

Mattia: Sonia, Consonno è un paese abbandonato in provincia di Lecco.
Vacca: Sì, c'è stata una frana che ha distrutto parte della strada e l'ha tagliato fuori. Negli anni c'è stato un mega rave. È un paese fantasma.

Sonia: Ma è abitato?
Vacca: No, proprio zero.

Mattia: Torniamo un po' in tema, chi ha fatto le basi del disco?
Jamil: Amici, produttori che conosco a Verona, preferisco lavorare così, avere un rapporto più personale. C'è voluto un bel po' per mettere insieme tutto, infatti mi rendo già conto di non essere uno da un disco all'anno, anzi, dopo questo penso che mi prenderò un bel po' di tempo prima di fare il prossimo. In questo disco magari ci sono base pronte da tempo, che però abbiamo riarrangiato due settimane fa, per farti capire. Stesso discorso per la fase di mixaggio, ci è voluto un bel po'.

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Mattia: Cosa vuoi trasmettere?
Jamil: Ho 23 anni, il disco parla di me. Non faccio politica, non cerco chissà quale messaggio. Racconto di me, delle mie cose, dei miei gusti, di come vedo la scena e di come mi gira. A me basta fare le canzoni, scrivo poco sui social, quello che devo e voglio dire lo scrivo lì e basta.

Mattia: Del Padre E Del Figlio invece come è nato?
Vacca: Noi abbiamo sempre collaborato da quando ci conosciamo, abbiamo veramente tanti pezzi insieme. C'è stato Pazienza, e lui stava iniziando a mettere le basi pe ril suo disco. C'è stato questo momento di calma e abbiamo deciso di mettere questi lavori insieme.
Jamil: Sì, poi a un certo punto la nostra etichetta si è stufata che buttassimo tutti i nostri pezzi insieme gratis su internet, per cui abbiamo cercato di fare questo progetto e fare un pacchetto unico. Alla fine comprando un disco ne regaliamo un altri.

Mattia: Spiegami questa cosa che mi hai detto sulla scena.
Vacca: Credo che abbiamo dei valori che nella scena attuale sono andati persi, ad esempio l'amicizia. Non si parla nemmeno più di competizione, adesso sono tutti dei leccaculo: tutti. Quando vedi che c'è gente che fa i numeri io ti dico che da soli non avrebbero fatto niente. Se non stessero a leccare il culo ai grossi artisti sui social network che poi gli danno il contentino sponsorizzandoli. A noi questa cosa non ci è mai piaciuta, saranno 5 o 6 i rapper nostri amici. Questo non significa che non conosciamo l'altra gente, io faccio questa roba da quando ho 16 anni, ho iniziato nel "96, conosco tutti quanti, ma so bene quali sono le facce vere e quali sono quelle finte.

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Sonia: Quindi non ti viene nemmeno naturale competere con questi altri artisti?
Vacca: Io cerco di fare la mia musica nel modo più coerente possibile, senza chiedere favori a nessuno. A parte lui difficilmente trovo musica italiana che mi piaccia, il livello si stava alzando, ma per vendere sono costretti a riabbassarlo. Preferisco vendono 7000 copie se il prezzo per venderne 50000 è non potersi più guardare in faccia.

Mattia: Ma tu sei andato in Jamaica da lui?
Jamil: No, non ci riesco a stare 12 ore senza fumare. Poi ho paura di non tornare più, sto là un mese, mi abituo, e col cazzo che torno.

(Parte "1991" in filo-diffusione, tu invece puoi ascoltarla su RapBurger)

Mattia: Sei soddisfatto di quello che senti?
Jamil: Ci ho messo tutto in questo disco. Se domani muoio son contento.
Vacca: Aspetta almeno altri tre annetti, fai un altro disco e poi muori. Speriamo. Sai quanti dischi vendiamo? Noi speriamo in quello, nel botto quando lui muore.

Sonia: Quindi ora i progetti stanno a zero?
Jamil: Sì, voglio concentrarmi su questo disco e basta. Non ho proprio in mente di fare nient'altro, potrei anche dirti che questo è l'ultimo. Abbiamo fatto tanto, abbiamo due dischi, vogliamo goderci questa roba qua, vogliamo suonare il nostro disco dato che lui è qui in Italia. Ci sono i video da fare, c'è da suonare. Voglio godermelo quest'album.
Vacca: Per un annetto è tempo di lavorare a questo disco, che è validissimo. Io sto qui 3 settimane per stargli vicino in questa prima esperienza.
Jamil: Già questo è un super onore. Poi guarda, io ho la sua faccia tatuata.
(Mostra un tatuaggio con il viso di Vacca)
Vacca: Ovviamente è stato obbligato a farlo, un po' come nelle gang. Io adesso festeggio 10 anni di dischi con Produzioni Oblio, che hanno sempre creduto in me, e sono riuscito a fare in modo che la mia esperienza prosegua con Jamil. È un'etichetta indipendente che si batte tnatissimo per farci vivere con il nostro lavoro, con il nostro sogno. Lui deve capire che è importantissimo avere persone pronte a puntare su di te, e bisogna ritenersi fortunati, ma credo che abbia ripagato la fiducia con questo lavoro. È un primo disco, è naturale che si tirino fuori le proprie esperienze. Questo è il Nirvana.
Jamil: Rock 'n' roll.

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Mattia: Parliamo un po' di erba, anche se è tutto piuttosto chiaro nel tuo disco.
Jamil: Devi capire che io sono entrato in questo mondo da poco, prima non me ne accorgevo, ma un po' di cose adesso le ho imparate. Una delle cose che ho capito è che i ragazzini ascoltano la mia musica, e quando ne vedo uno di 15 anni gli consiglio sempre di leggere tutte le conseguenze che ci sono nel fare uso di droga. Nelle mie canzoni non ho mai detto "fuma", anzi.
Vacca: Anche l'essere dipendenti da questa cosa, non è completamente bene. Vivi la tua vita seguendo determinati piacere di cui in realtà potresti fare a meno.
Jamil: Ovviamente sono per la legalizzazione, così come uno può distruggersi il fegato con una bottiglia di Montenegro, un altro potrebbe decidere di sfondarsi di canne. Io sono soltanto un consumatore: vado, mi compro tantissimo da fumare e fumo, fine.
Vacca: Dovrebbero creare dei social club. "Mamma vado al social club", senti che bel nome, non ci sarebbero problemi.
Jamil: Ma poi perché un fumatore d'erba deve vivere con l'ansia? Uno che si fuma una sigaretta e si accorge che è finito il pacchetto prende e ne compra uno nuovo, è semplice.

Sonia: In più la legalizzazione aumenterebbe tutta una serie di controlli su ciò che si fuma.
Jamil: Chiaro. In più io, per rispetto verso tutte le cazzo di persone d'Italia, non ho mai preso la patente e mai la prenderò, perché ho deciso di fumare e non voglio rischiare di andare addosso a qualcuno.
Vacca: Ci sono statistiche che dimostrano che chi fuma erba è più concentrato alla guida.

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Mattia: Mediamente finisci per farti superare dagli autobus dell'ATM da quanto vai piano.
Vacca: Io non ho mai avuto la patente, però adesso l'ho presa in Jamaica per 30 euro.

Mattia: Torniamo alla questione del rock e dei 27 anni, della J.
Jamil: Sì. Jamil è il mio nome di battesimo, ed inizia con la J, dato che Janis Joplin, Jim Morrison e Jimi Hendrix sono morti a 27 anni tutti e tre…
Vacca: Ci auguriamo che muoia anche lui.
Jamil: Allora ho fatto questo giochino, perché vorrei essere la quarta J. Comunque abbiamo sempre campionato cose dal rock. Mi è sempre piaciuto.

Sonia: Ad esempio? Metal?
Jamil: No dai metal no, i Nirvana. Anche i Rancid non sono male.
Vacca: Gli piacciono le toppe soprattutto. Ultimamente siamo presi benissimo dalle Dr. Martens, infatti saremo gli unici due rapper a fare i live con le Dr. Martens. Diciamo che io personalmente mi sto facendo un viaggio al contrario: sono partito con la dancehall e ora sto tornando alle origini, mi sto ascoltando tanto rocksteady. Lui invece è più giovane, farà il suo percorso, ma è giusto così. Non è che deve stare fermo, quindi un po' di musica gliela passo, poi a 27 anni gli facciamo due pere di coca-cola e via, incassiamo.

Vacca: Jamil, parlaci un po' di figa.
Sonia: Esatto, i concerti e tutto, però dai, anche la figa. O no, quella mai?
Vacca: Lui ha la sua Courtney Love.
Jamil: Sì, esiste una Courtney Love. Però non mi piace parlare di ste cose, mi sembra di essere un po' checca, mi sembra di fare musica con l'autotune.

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Sonia: Non vuoi essere scambiato per un sentimentale.
Vacca: No ma lui scherza, non è così. Ma torniamo al sesso.
Jamil: Ma cosa devo dire? Le ragazze mi piacciono, se vedi i miei video ci sono.
Vacca: Come ti piacciono?

Mattia: Dai, torniamo a parlare della scena.
Vacca: Volete gli scoop? Facciamo i nomi?
Mattia: Non vorrei sbagliare, ma mi sa che li avete già fatti voi.
Jamil: No aspetta, io vorrei dire che comunque non mi piacciono le interviste, lo dico anche nel disco.
Vacca: Sì ma tu devi che se Tommy Lee raccontasse quello che combina nel suo quartiere tu te lo leggeresti volentieri, allo stesso modo di sotto ci sono dei ragazzi che non vedono l'ora di conoscere te e la tua vita. Si parla proprio di vita personale.
Jamil: Vita personale. A 18 anni sono andato fuori di casa e non sono più tornato. I miei sono super, ma sono sempre stato fuori, ho dormito in giro su qualche divano, come capitava. Dormivo in una casa da quattro e giravo per le stanze degli altri coinquilini in base a quando andavano via. Non penso di aver fatto una vita più hardcore di tanti altri, quello che voglio raccontare e nel mio album. Quello è molto personale.

Mattia: Parliamo di Emis, la gente come l'ha presa?
Jamil: La sua musica è molto diversa dalla mia, ma la sua strofa sul mio album è una bomba. Nessuno si è snaturato, abbiamo fatto una cosa insieme perché lui è suo amico, ci siamo conosciuti in studio e ci siamo presi bene da subito.
Vacca: Torniamo alla storia di prima: rapporti reali e amicizia vera, non soltanto lavoro.
Jamil: Emis mi ha sempre dimostrato stima, anche perché l'unico che mi ha sempre sostenuto è stato lui, Vacca. Big up anche a lui. Nell'album c'è anche Karkadan, che è nostro amico da una vita. Alla fine mi ritrovo a fare sempre i pezzi con Vacca, quindi ho voluto chiamare dentro anche qualche mio altro amico. Ho cercato di infilarci tutti i rapporti costruiti durante questo rapporto. Marcio è uno che ho sempre visto in studio, la base di "King Del Bong" è di un suo artista. C'è un rapporto profondo, ma questi non erano gli unici amici che potevo chiamare: erano quelli che mi piacevano di più. Ho voluto rappare con Vacca e Karkadan perché da ragazzino ero in fissa con Cool Youm, è una specie di tributo.

Vacca: Ora ti spiego come si finisce un'intervista: "Ciao ragazzi, spero di vedervi a un live, così capite meglio la musica che faccio".
Jamil: Fra una settimana siamo qua a Milano, mi raccomando.

Jamil sta imparando in fretta.

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