Panda to Sochi: 9° giorno

FYI.

This story is over 5 years old.

Panda To Sochi

Panda to Sochi: 9° giorno

Finora il nostro roadtrip ci ha mostrato il suo lato piacevole, ora però ci fa vedere la sua vera faccia. Benvenuti in Ucraina!

Il  roadtrip ci mostra la su vera faccia: sorriso ghiacciato, denti freddi, paesaggi inghiottiti dalla neve, corruzione e cani randagi per strada. Ma ci ha anche mostrato il volto del nostro nuovo eroe: Dima Sartor. Benvenuto a bordo di PandaToSochi, semidio!

Dima Sartor è nato in Russia da madre russa e padre italiano. Una combinazione perfetta per il nostro trip, e cioè un buon mix tra animo italiano adatto alla nostra Panda e capacità russa nelle trattative ai confini con Romania, Moldavia e Ucraina.

Pubblicità

Siamo un ricco bottino—una macchina dell'ovest e Lumia della Nokia, in fondo una buona pubblicità indiretta deve saltare all’occhio! Comunque sia, quando abbiamo lasciato Bucarest nel pomeriggio ci siamo resi conto che quello che ci aspettava era un viaggio  pericoloso e lungo. Siamo stati subito avvertiti di evitare di attraversare l'Ucraina durante la notte a causa di alcune gang camuffate da poliziotti, le quali aggrediscono senza motivo gli automobilisti, causando a volte la morte—e non solo a se stessi.

Purtroppo non ce l'abbiamo fatta ad arrivare prima che facesse notte: siamo arrivati nelle prime ore del mattino, e grazie a poliziotti veri, cioè ai poliziotti di frontiera! Dopo aver aspettato per sei ore al confine senz'acqua, senza cibo e nel freddo—con Dima accanto che cercava di trattare con  i poliziotti—era giunto il momento di tentare la nostra fortuna con i contanti.

Ma nemmeno questo gli bastava! Ci hanno perquisito in cerca di armi e droga, abbiamo dovuto dichiarare la nostra religione (e addirittura la mia inesistente), mentre continuavamo ad aspettare. Convincere i poliziotti del fatto che eravamo semplicemente di passaggio verso Sochi sembrava un'impresa impossibile.

Purtroppo non abbiamo più il tempo e neanche l'energia di spiegarvi tutto nel dettaglio—ma se siete interessati davvero, saremmo molto contenti se ci scriveste o ci chiamaste: 0043 660 525 0162.

Concludendo c'è da dire che alle sette di mattina siamo arrivati in un albergo a 12 stelle che non ne avrebbe meritato nemmeno una per poi metterci a dormire per un paia d’ore. Ho fatto del mio meglio per ignorare i preservativi usati e i due bicchierini da grappa che erano sparsi per la camera, ma non ci sono riuscita.

Pubblicità

Si sentivano abbaiare e ululare cani randagi. Penso che proprio in quest'albergo Franz Kafka abbia trovato spunto per il suo racconto "La metamorfosi". La puzza di cimici assiderate proveniente dal letto penetrava attraverso ogni strato del mio corpo esausto. Soltanto la ragione mi ha costretta ad addormentarmi subito, perché sapevo che poche ore dopo il nostro viaggio sarebbe continuato verso Odessa.

La città dei nostri sogni. Perché? Grazie a Dima che ci introdurrà come si deve alla cucina locale e alle tradizioni dell'Ucraina. Ma vi racconteremo di più domani, quando ci rimetteremo in viaggio verso la nostra meta! Pregate per la nostra sicurezza perché anche qui nel sud dell'Ucraina si avverte un certo stato di emergenza!

Su Instagram, Twitter e Facebook potrete vedere ancora più foto del nostro viaggio. Purtroppo la connessione internet non è abbastanza forte per potervi mostrare ancora più foto in alta risoluzione. Cercate sul web #pandatosochi e incrociate le dita affinché arriviamo sani e salvi alla meta.