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Sono andato a vedere il mio amico perdere la verginità in pubblico

Vi ricordate di Clayton Pettet? Il 19enne che, sei mesi fa, aveva annunciato di voler perdere la verginità in pubblico in nome dell'arte? Sono andato alla sua performance.

Foto di Willow Garms.

Vi ricordate di Clayton Pettet? Il 19enne che, sei mesi fa, aveva annunciato di voler perdere la verginità in pubblico in nome dell'arte? All'epoca, la notizia della sua performance era stata accolta con un misto di ammirazione, disgusto e confusione. La confusione si è fatta ancora più pressante quando Clayton ha fatto sapere che il suo partner sarebbe stato un maschio—perché a quanto pare il sesso etero in pubblico è una cosa, ma il sesso gay, il sesso gay è tutt'altro.

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Come se non bastasse, Clayton ha dovuto rispondere alle accuse di un tale che rivendicava la paternità dell'idea e a cui il nostro l'avrebbe rubata nel corso di una conversazione avvenuta quattro anni fa. Clayton nega tutto. Anche il Lesbian and Gay Christian Movement si è scagliato contro l'iniziativa di Clayton, e il portavoce dell'associazione ha affermato, "Non sono sicuro di come fare sesso in pubblico possa essere considerato arte."

Ovviamente tutta quella pubblicità negativa è servita, perché la verginità di Clayton si è dimostrata particolarmente richiesta: le domande per poter presenziare alla performance sono state circa 10.000, che Clayton ha dovuto passare in rassegna fino a selezionare i 150 ammessi.

Foto di Dan Wilkinson.

Tra questi, le "persone giuste", c'erano studenti del Saint Martins con tuniche nere e capelli verdi, critici d'arte di mezza età e persino qualcuno che, sorprendentemente, aveva l'aria di non poter essere meno interessato all'arte o alla performance di Clayton. Nel gran giorno, una crew impegnata nella realizzazione di un documentario sull'evento faceva avanti e indietro tra le persone in fila ponendo a tutti la stessa domanda, quella che chiunque si era già posto senza probabilmente venirne a capo. "Ma questa è arte?" e "Riuscire a riunire un gruppo di persone obbligandole a stare in fila per ore nella speranza di vedere del sesso orale è 'arte'?"

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Dopo un po' ci fanno entrare; all'ingresso ci viene chiesto di lasciare telefoni cellulari e altri dispositivi in grado di registrare. La security appare perplessa. "Sì, non so che dirti. Lo trovo un po' strano. Ma alla fine l'arte è arte," dice uno. Ci ritroviamo in una sala con un bancone bar all'angolo. Diverse file di sedie sono sistemate di fronte a uno schermo su cui è riprodotto in continuazione un video con le banane in un cesto. Dopo un po' il video cambia, e compare Clayton che osserva la montagna di banane che lo circonda. "Mi chiedo per cosa stiano le banane," dico ad alta voce. "Ovvio, sono piselli," risponde qualcuno venendomi in aiuto.

Poi sbuca Clayton in carne e ossa. Indossa solo gli slip ed è accompagnato da altre due persone, anch'esse in mutande e con un velo che ne copre i volti. È un chiaro segno che l'arte incombe su di noi. Sui cartelli mostrati dalle ancelle di Clayton c'è scritto “ANAL VIRGIN” e “LIVE FUCK BUTT VIRGIN SEX SHOW." Sul corpo di Clayton invece ci sono disegni vagamente tribali. Si inginocchia e si cosparge un liquido rosso su tutto il corpo. Dopodiché arriva uno che inizia a tagliargli i capelli.

Il pubblico segue ogni suo movimento con estrema attenzione—principalmente perché siamo stati privati dei cellulari, ma anche perché la scena in corso ricorda in tutto e per tutto gli spasmi di un attacco d'ansia. (Successivamente Clayton mi ha spiegato che il processo rappresentava la purificazione e la feticizzazione del giovane vergine). A quel punto una delle ancelle sceglie 20 persone dal pubblico e le fa sistemare in riga per poi dividerle in gruppi. Comincia una lunghissima attesa durante la quale uno dei critici di mezza età mi dice, "Non ho ancora capito il significato di tutta questa cosa, ma voglio dargli una possibilità."

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Non ci vuole molto per capire che tutta questa attesa e questa atmosfera di trepidazione hanno a che fare con l'attesa e la trepidazione che normalmente precedono la perdita della verginità. È una trovata intelligente, ma è anche il momento in cui alcuni capiscono che probabilmente non ci sarà del sesso penetrativo. Nessuno sembra particolarmente triste.

Seguiamo le guide al piano inferiore e ci ritroviamo in una stanza con le pareti coperte di graffiti. Le scritte, realizzate da Clayton, dovrebbero rappresentare le reazioni del pubblico alla performance. Lo capisco da cose come “#trendingvirgin” e "giovane, sciocco e pieno di sperma." Siamo tutti lì, che ci guardiamo intorno disorientati. Penso fosse proprio quello l'obiettivo.

Clayton con le banane.

Successivamente, uno ad uno veniamo condotti in una stanzetta rosa. Mi abbasso fino a gattonare ed entro nella tana del coniglio per trovarci Clayton, solo, ancora in mutande e nuovamente circondato da banane. "Preparati a togliermi la verginità orale," dice. Ha lo sguardo sfinito, come se non dormisse da giorni. "Mettimi la banana in bocca per otto volte."

Vorrei dire qualcosa di simpatico o sorridere, qualcosa per alleviare l'imbarazzo. Ma sono bloccato dal suo aspetto vulnerabile e dalla sua concentrazione. Eseguo senza sapere bene come gestire la situazione.

"Vai pure," dice dopo. Esco con la sensazione di aver fatto qualcosa di brutto. Volevo vederlo perdere la verginità, e alla fine sono stato io a penetrarlo. Il pubblico aveva ottenuto parte di ciò che voleva, ma non mi sentivo affatto meglio.

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All'uscita mi trovo davanti delle opere associate al progetto, da bei ritratti a disegni grotteschi, quasi tutti accompagnati da frasi che prendono di mira la nostra visione del vergine, così come tutta la storia del "sesso in cambio di fama." Noto un uomo leggermente fuori posto in mezzo al gruppo di studenti di Belle Arti. Dice di chiamarsi Peter e aggiunge che trovandosi in lista d'attesa per i biglietti ha "fatto un salto, così, per vedere che succede." Gli chiedo dell'arte, e mi risponde che le "immagini sono un po' troppo semplici, ma immagino sia quello il senso."

Faccio qualche altra domanda ai presenti. Una ragazza dice che le banane le ricordano "le prove coi preservativi durante le ore di educazione sessuale. L'insegnante era mia madre, immagina l'imbarazzo." Le chiedo se ciò che ha visto è stato molto diverso dalla sua esperienza con la perdita della verginità. "Be', nel mio caso ci sono volute otto ore. Lui non riusciva a farselo alzare."

Foto di Dan Wilkinson.

Dopo che tutti sono passati dalla stanzetta Clayton emerge, si spoglia e scappa via, seguito dalle due persone col velo in testa. Più tardi riesco a parlargli e gli chiedo della performance. Mi dice, "Dovevi penetrarmi, ed eri sotto pressione, dovevi farlo. È lo stesso che provavo quando ero giovane—le pressioni, le aspettative e l'attesa." Gli chiedo se farà anche del sesso fisico, ora che ha provato la versione mentale. "Non voglio fare sesso; la mia arte è la mia sessualità," risponde. "Mi è bastato per una vita intera."

Accenno al fatto che alcuni sembravano delusi dal risultato, e gli chiedo come hanno reagito i vari partecipanti nel momento in cui ha chiesto a ognuno di loro di penetrarlo con la banana. "Ad alcuni è piaciuto, ad altri no, e qualcuno sembrava divertito, ma più come scherno. Quasi sadico. Un ragazzo mi ha spinto la testa all'indietro e mi ha infilato la banana giù per la gola con una certa insistenza."

Alla fine gli chiedo se questo evento segnerà la fine della sua carriera nell'arte performativa. Ride. "Io voglio morire facendo quest'arte."

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