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Occupa Wall Street, poi pulisci per bene

La meta-manifestazione di Occupy Wall Street, attivi anche contro lo sporco urbano.
Tutte le foto di Taji Ameen 

Alle 6 di ieri mattina, Zuccotti Park era diventato una specie di circo. Centinaia di dimostranti si sono ammassati sui marciapiedi bagnati della piazza, tra i quali: un gruppo di donne con costumi e cappelli elaborati che sembravano uscite da un programma d'intrattenimento truppe; un circolo di personaggi New Age che ripetevano canti onomatopeici intorno a delle candele; persone travestite da Babbo Natale e da Superman; un ragazzo con una veste di carta stagnola, e dozzine di ragazzi con bandane a nascondere la faccia, pronti alla Grande Resa dei Conti che era attesa da un momento all'altro.

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Uno di questi portatori di bandana ha lentamente percorso il perimetro della folla, sventolando cerimoniosamente un fascio di incensi in faccia a tutti. In ogni altra circostanza sarebbe stato impossibile prenderlo sul serio, ma appena l'ho guardato negli occhi ho capito che era pronto a farsi soffocare dai lacrimogeni, pestare a sangue, farsi trascinare in una delle molte camionette della polizia parcheggiate intorno alla piazza. Il sole non era ancora sorto, la scena era surrealmente illuminata dai flash delle macchine fotografiche, dai fanali, e dai freddi riflettori delle onnipresenti troupe televisive che ronzavano ai margini del parco con il mio stesso obiettivo: volevamo vedere un po' di azione. Volevamo vedere gli occupanti prendersi sottobraccio, vedere i loro ranghi rotti con la forza, farsi ammanettare e arrestare mentre urlavano i loro slogan. E se uno di loro avesse deciso di imitare quello che è successo a Seattle nel 2000 e lanciare una bottiglia di vetro a un conservatore, ancora meglio per le nostre telecamere. I media, come gli avvoltoi, si radunano quando c'è il sentore che qualcosa possa andare storto. Mi chiedo se non siamo rimasti tutti un po' infastiditi dal fatto che nulla sia andato male, che tutto si sia stabilizzato e risolto una buona mezz'ora prima che si abbattesse la scure.

L'ultimo faccia a faccia della dimostrazione Occupy Wall Street è iniziato mercoledì, quando il sindaco Bloomberg, ospite in una trasmissione radiofonica, ha decretato—sua eccellenza ama i decreti—che i manifestanti avrebbero dovuto levar le tende entro le sette di mattina perché il proprietario del parco, privato, voleva che fosse pulito. Era chiaramente una scusa per sbattere fuori i manifestanti e le loro tende, e da quel momento in poi i poliziotti avrebbero arrestato chiunque avrebbe cercato di tornare indietro con un sacco a pelo o una cerata. Il web allora è esploso con chiamate alle armi, petizioni, appelli, e sul campo di battaglia gli occupanti si sono preparati a passare da ospiti semi-tollerati nelle Brookfield Office Properties a inquilini completamente abusivi.
E loro hanno affrontato la situazione con il solito spirito caotico, organizzato quanto basta, cosa caratteristica del movimento. Il Sanitation Committee ha distribuito scatolette di viveri dati in beneficenza dai cittadini e scope per tenere il suolo pulito, anche se non era chiaro se ai poliziotti sarebbe importato finanche se avessero sfregato per l'intera notte i pavimenti con gli spazzolini da denti (ma alcuni sembravano pronti a farlo).

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Un altro gruppo ha messo a punto un piano per opporsi in modo non violento all'arresto: i dimostranti avrebbero lasciato a quelli che pulivano un terzo del parco alla volta, occupando i restanti due terzi e serrando le braccia in schiere compatte per creare una barriera tra la polizia e gli altri dimostranti. Questo gruppo si esercitava nella propria manovra nel bel mezzo della piazza, mentre il resto degli occupanti dormiva e sedeva intorno a loro, quasi tutti all'oscuro del piano.

Questo episodio rivelava una frattura in un movimento la cui forza sarebbe dovuta essere l'unione. Per quanto ho capito, c'è un piccolo nucleo qualificato e combattivo di Occupy Wall Street che può veramente far succedere le cose—i membri attivi del comitato, quelli che gestiscono il sito, quelli che decidono dove avverranno le marce—e un gruppo più esteso che ogni tanto partecipa alle "assemblee generali" ma che molto più spesso sembra vagare per Zuccotti Park perché è il posto migliore per i vagabondi, molto spesso senzatetto, per riunirsi. Sono i giovanotti che vivevano nelle puzzolenti tende improvvisate e si sbronzano e scopano nel mezzo delle questioni politiche—ragazzi come Cheney, che è venuto qua per fare foto ed è rimasto travolto dal movimento. "Anche se dormi solo tre ore, ti alzi felice come un idiota perché tutti gli altri intorno a te sono felici".

A causa del timore che i poliziotti venissero a conoscenza della loro strategia, i capi della protesta hanno fatto molto affidamento sul passaparola per stabilire delle tattiche di resistenza per affrontare la calata delle autorità. Voci e progetti a metà si sono sparsi per tutta la notte—che la polizia sarebbe venuta alle 4 del mattino per cogliere gli occupanti di sorpresa; che sabato si sarebbero trasferiti a Tompkins Square Park se fosse arrivata la repressione; che avrebbero dovuto sedersi nei loro scatoloni per riuscire a resistere all'arresto… Ho sentito storie misteriose su poliziotti sotto copertura e "rifugi sicuri" dove si stavano archiviando "informazioni riservate". All'alba un SUV è strisciato lungo la strada che costeggia il parco, con un teleobiettivo spianato fuori dal finestrino. Un ragazzo con la testa avviluppata in una bandana marciava per il parco percuotendo a intervalli irregolari un recipiente argentato che mandava il suono di un gong. Nei miei appunti alla buona di quella lunga, lunghissima notte, la parola "paranoia" continua a emergere. Probabilmente, a buon diritto.

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A due isolati di distanza dall'occupazione—che iniziava a sembrare più che altro un assedio—l'ufficiosamente connesso Occupy Wall Street art show era alla novantaseiesima ora di uno spettacolo che sarebbe dovuto durarne 24. Qui, qualcuno che si attardava era evidentemente devastato: un ragazzo è caduto cercando di salire in bicicletta, una giovane coppia si dava da fare nel bel mezzo del tutto, e un tedesco di nome Wolf Geyr lanciava coriandoli fatti con banconote da cento dollari triturate addosso a chi si avvicinava al suo spettacolo.

Ho parlato con Wolf e registrato la sua intervista, ma alla luce del sole non riesco a trovare alcun senso nel suo borbottio. Ha detto di essere saltato su un aereo non appena udito dello spettacolo, riferendomi della sua carriera, redditizia e ora abbandonata, da fotografo pubblicitario, e parlando con trasporto della frattura tra l'integrità artistica e la paga. E poi mi ha lanciato altri soldi tritati in faccia.

Alcuni degli artisti presenti allo spettacolo stavano creando un collettivo chiamato Abstract Science ed erano esaltati dal successo di un disegno per una t-shirt che si erano inventati, che era diventato uno tra le dozzine e dozzine di loghi ufficiali dell'Occupy Wall Street—potete vedere gente che porta questo simbolo allo Zuccotti e al McDonalds', divenuto toilette e area relax ufficiale della protesta.

Gli artisti erano ottimisti, ma quando sono tornato allo Zuccotti ho scoperto che i veri occupanti non lo erano. Era nato un dibattito tra coloro che volevano un approccio più organizzato—un ragazzo suggeriva di adottare una struttura gerarchica simile a quella della polizia—e quelli che titubavano di fronte a quello che puzzava di ordine costituito. Una donna dalla voce roca si è fatta spazio e ha fatto notare che molta gente pensava che sarebbe stato più difficile per i poliziotti farli sloggiare se avessero avuto delle strutture stabili. "Queste strutture sono illegali!" ha urlato, pregando tutti di organizzarsi meglio e di imparare il piano che avevano stabilito in precedenza, piano di cui la maggior parte delle persone peraltro sembrava non sapere nulla.

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"Siamo in guerra e nessuno si sta comportando da vero soldato," mi ha detto dopo questa donna. "Non finirà così." Era pronta, quasi ansiosa, di farsi arrestare e sembrava accarezzare l'idea di creare un gruppo scissionista di occupazione in Tompkin Square. Faceva parte del Sanitation Committee, da lei descritto come una "estensione della security", dal momento che spesso spiavano la spazzatura della gente per vedere chi si faceva e di cosa e chi perlomeno faceva sesso protetto. (Questa sembra essere una grande preoccupazione—a un certo punto un tizio ha attraversato la piazza distribuendo preservativi gratis). Lauren, così si chiamava, era molto zelante; mi ha detto che durante la seconda notte al Zuccotti aveva subito un'aggressione sessuale e che i poliziotti a cui si era rivolta le avevano detto che "Me l'ero andata a cercare venendo qui e che dovevo andarmene a casa e smettere di giocare."

Forse dovrei sforzarmi di descrivere a che cosa Lauren è molto dedita, per quali motivi questa gente sta occupando il parco, o almeno fare un onesto tentativo—la rabbia verso i ricchi, l'assenza di regolamenti finanziari, l'ingiustizia del capitalismo, il socialismo corporativo. Ma politica e linee guida a stento sono emerse la notte scorsa. La protesta è diventata una protesta per il diritto di protestare, cosa che calza abbastanza alla generazione che ha reso "meta" un aggettivo. La notte scorsa gli occupanti avevano una e una sola rivendicazione: "Lasciateci rimanere!" E veramente hanno ottenuto quello che volevano, e il che potrebbe fare pensare che dopo tutto questa roba funziona. Qualunque cosa significhi "funzionare".

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Bisogna dire, inoltre, che questi dimostranti non solo non sono violenti, sono anche educati. La loro rivendicazione non era proprio "Lasciateci restare!", ma piuttosto "Lasciateci restare, puliremo tutta la notte, e porteremo via le nostre tende per rispettare la legge!"

Dalle tre del mattino in poi, la notte è diventata noiosa, confusa. Qualcuno tirava in giro un pallone da spiaggia. Camionisti aderenti al sindacato strombazzavano ai manifestanti mentre passavano e sono stati salutati da applausi. Un chiosco ha aperto e la gente si è messa in fila ordinata per un caffè annacquato. Leggo nei miei appunti: "L'interno delle tende ha un puzzo tremendo, come di gatto bagnato. I sacchi a pelo avvolti nelle cerate blu dell'Ikea sembrano cadaveri" Penso di aver dormito seduto per un po', avvolto in un poncho-sacchetto-dell'immondizia donatomi dal Comfort Commitee.

I furgoncini dei media e i fotografi professionisti sono arrivati alle 3 e trenta circa, ma non c'è stato nulla da vedere fino a circa due ore dopo, quando una nuova folla si è rovesciata nel parco con cartelli e costumi e bandane avviluppate intorno alle facce dei Manifestanti Seri. Gli averi sono stati stipati nei borsoni, le cerate arrotolate, la base era pronta a spostarsi anche se nuove forze giungevano in soccorso proprio per accertarsi che nulla si muovesse.

C'erano centinaia (almeno) di persone affollate intorno a un unico speaker, senza microfono—il che ha creato una situazione di grande effetto: lo speaker diceva qualcosa, le persone che potevano sentire le sue parole le ripetevano, e quelli che potevano sentire le parole ripetute a loro volta le ripetevano, e così via, in uno strampalato telefono senza fili, in cui cinque gruppi di persone sarebbero giunti a urlare le stesse tre parole avanti e indietro. Ce n'è voluta prima che siano riusciti a dire una cosa semplice come "L'ASSEMBLEA STRAORDINARIA [PAUSA] È ORA IN CORSO", ma ogni pensiero portato accuratamente a termine era premiato con applausi selvaggi. I discorsi erano confusi e pieni di cliché (l'espressione "Compagni e Compagne" ha fatto la sua comparsa), ma il contenuto propriamente inteso non interessava molto a quelli che urlavano slogan a pieni polmoni. Una giovane coppia si è fatta prendere dalla passione del momento e ha cominciato a pomiciare duro nel bel mezzo della folla.

Sarebbe potuto succedere di tutto, con una folla di sinistra galvanizzata, tra cui non tutti sapevano cosa fare se i poliziotti avessero usato le maniere forti, gli occupanti in capo esausti, e fotocamere e giornalisti tutto intorno. Ma non è successo nulla. Bloomberg ha cambiato idea, probabilmente grazie a funzionari che appoggiavano la protesta; e le tattiche di manovra e le divergenze delle persone in piazza non hanno fatto alcuna differenza, alla fin fine. La città aspetterà, probabilmente, che il tempo peggiori e che gli occupanti si diradino una volta per tutte. Legalmente, infatti, non possono ancora costruire delle strutture o piantare tende, e questo diventerà un problema con le prime nevicate.

Circa dodici ore dopo quel raduno all'alba, comunque, l'unico modo per raccontare questa storia è: un branco di sporchi vagabondi hippie ha fatto capitolare il sindaco, uno degli uomini più potenti del mondo.