Pubblicità
"Bisogna avere pazienza," dice nel video a a chi gli fa domande. Aspettare. Cosa? Il 7 giugno alle 17, era la data che si manifestava a caratteri cubitali nella mente di chiunque stesse seguendo la vicenda.Il LeBron del calcio avrebbe potuto scegliere tra mille destinazioni: Manchester United per riabbracciare Mourinho e sfidare Guardiola, Milan per far piangere una città intera, mezza di gioia e mezza di dolore, Roma per spostare gli equilibri, Real Madrid per far sì che la Champions finisse due volte nella stessa città e Leicester per togliere tutta quell'odiosa coltre di umiltà che hanno affibbiato a una delle città più fighe d'Inghliterra.Avremmo solo dovuto aspettare il suo annuncio. E così, quando oggi la notifica mi ha segnalato che Zlatan Ibrahimovic aveva appena iniziato la propria diretta, ho cliccato, dimenticandomi di tutto ciò che mi accadeva intorno.
E ora che è finita, posso dirlo: la conferenza di Zlatan è stata, per davvero, uno degli eventi più incredibili a cui io abbia mai assistito. Tutto ciò che avevo davanti alle 5.03 PM CET del 7 giugno non era altro che Zlatan, uno sgabello e una presentatrice. Fine. Niente colori di squadre sullo sfondo, nessuna divisa che non fosse quella della sua linea di abbigliamento a dare indizi sul suo futuro.
Pubblicità
Pubblicità